L'odissea

L’ignobile tratta Roma-Campobasso: a Isernia, in piena notte, senza bus sostitutivi. Utenti costretti a chiamare le famiglie

Ancora disservizi legati al bus sostitutivo, il racconto di Francesco: “Inaccettabile che sia stato necessario risolvere autonomamente un disservizio del genere”. Quello di alcuni turisti diretti a Campobasso: "E' assurdo. Ci aspettavamo dei ritardi ma non che non ci fossero mezzi di trasporto. Poi, abbiamo scoperto che qui in Molise funziona così"

Si chiamavano, una volta, “viaggi della speranza”. Oggi pare esserci nemmeno più quella. Campobasso, 2024. Un altro calvario sui binari, l’ennesima beffa per un’utenza ormai come tristemente assuefatta a un’interminabile serie di disservizi. L’ultimo, in ordine di tempo, è accaduto il 4 agosto scorso lungo la tratta Roma – Campobasso. A raccontarcelo sono turisti e pendolari che il 4 agosto a sera stavano rientrando a Campobasso e che alle 22.25, come da biglietto, sono scesi a Isernia per poi prendere il bus sostitutivo che li avrebbe portati verso la provincia di Campobasso. Nulla di tutto questo è accaduto.
Un gruppo di giovani turisti che hanno poi dovuto chiamare nonni e zii perché li andassero a prendere a Isernia si è detto: “Senza parole. Mai avremmo immaginato. Siamo a conoscenza dei ritardi che si registrano sui treni ma che non ci fossero mezzi sostitutivi per arrivare a destinazione seppure siano contemplati nel biglietto è qualcosa di surreale”. E aggiunge un giovane lavoratore: “Il bus era previsto alle 22.35 ma non ne abbiamo mai visto neanche l’ombra. Al numero verde ci dicevano che era in arrivo, sta di fatto che ognuno di noi si è dovuto arrangiare alla meglio fra parenti, amici e servizi privati per tornare a casa, verso la provincia di Campobasso”.
E c’è il giovane Francesco, che come gli altri ha vissuto la fastidiosissima “odissea” direzione capoluogo e racconta nei dettagli:  “Domenica (4 agosto) siamo partiti da Roma Termini con il treno regionale 5135, diretto a Isernia, senza riscontrare alcun problema durante il tragitto. Giunti nel centro pentro, ci siamo quindi in stazione per attendere il servizio sostitutivo, il bus CB614, previsto per le 22:35. E qui l’amara sorpresa: del pullman nessuno traccia. Così, dopo la prima mezz’ora passata ad attendere invano – continua il ragazzo – abbiamo iniziato a insospettirci: eravamo circa 16 persone, inclusa una persona disabile in sedia a rotelle. Alcuni di noi hanno dunque contattato il numero verde di Trenitalia, mentre altri hanno cercato soluzioni alternative come taxi o pulmini privati. Dopo ulteriori venti minuti di attesa, un operatore del numero verde ci ha informati che un pullman sarebbe partito per venirci a prendere, senza però fornire certezze sull’orario di arrivo”.
In molti – stanchi, delusi e spazientiti – hanno quindi optato per una risoluzione in autonomia:
“Sì, esattamente. Alcune persone hanno chiamato dei loro conoscenti per farsi venire a prendere mentre noi, rimasti in 8, ci siam visti quasi costretti a contattare un autista privato che con un pulmino ci ha finalmente riportati a destinazione”.
Siete poi riusciti a comprendere, o meglio: siete stati resi edotti circa la motivazione che ha portato al disservizio in questione? 
“Le cause del ritardo non sono state specificate da nessuno degli operatori di Trenitalia, né tantomeno risultavano aggiornamenti dall’applicazione ufficiale – rivela Francesco – È evidente una significativa mancanza di comunicazione in questo processo. Si tratta di una situazione estremamente frustrante, indice di una grave pecca gestionale. Il mancato arrivo del bus sostitutivo, combinato con la mancanza di informazioni chiare e tempestive da parte degli operatori, ha infatti creato notevoli disagi, specialmente per le persone con disabilità. È inaccettabile che sia stato necessario prendere l’iniziativa di organizzare un pulmino privato per raggiungere la destinazione prevista: Trenitalia dovrebbe rivedere e migliorare i propri processi di comunicazione e assistenza ai passeggeri per evitare simili disagi in futuro”.
Quella dei trasporti pare esser diventata una vera e propria “piaga” per il nostro territorio, spesso già penalizzato dalla carenza di infrastrutture. Parliamo di un problema in grado di generare serie difficoltà organizzative nella quotidianità di tanti cittadini, nonché sulla loro qualità di vita. 
“È una criticità ricorrente, troppo ricorrente; e purtroppo estremamente trascurata al giorno d’oggi: perché l’inaffidabilità, i disservizi e l’incapacità di trovare opportune soluzioni per alleviare i disagi dei cittadini, che tra l’altro pagano per un servizio puntualmente disatteso, è qualcosa di oggettivamente ingiusto. Il perpetrarsi di questa condizione finisce infatti per generare in noi utenti una sorta di “menomazione emotiva’ che si traduce in un senso di frustrazione, di impotenza e di stress continuo. La costante incertezza e il subire disservizi reiterati possono infatti erodere la fiducia nei sistemi pubblici e nelle istituzioni, aumentando il senso di sfiducia in queste ultime”.

Con il rischio, sempre crescente, di alimentare nella comunita la percezione di totale abbandono…

“Assolutamente sì, anche perché la situazione dei trasporti è al collasso ormai da tempo immemore. Probabilmente non c’è da parte delle istituzioni preposte la volontà  di tutelare i diritti dei cittadini che pagano tasse puntualmente non ricevendo i dovuti servizi”.