Il caso

Il boomerang di Giovancarmine Mancini: parole sessiste in consiglio e reazioni virali

Nel Consiglio Comunale di Isernia, Giovancarmine Mancini si distingue ancora una volta per le sue dichiarazioni controverse e il suo stile polemico. L'esponente storico della Destra molisana, noto per il suo carattere senza filtri, scatena un putiferio con commenti sessisti che diventano virali, facendo sobbalzare persino il sindaco Castrataro. Tra intemperanze verbali e invettive colorite, Mancini continua a far parlare di sé, dimostrando che l'opposizione può essere tutt'altro che noiosa.

Il boomerang è servito. Quando ti esprimi in maniera poco consona al luogo istituzionale nel quale abiti da parecchio tempo e anche irrispettosa delle colleghe che siedono in quella stessa aula consiliare, finisce che conquisti la home page di Fanpage. E che quelle parole vengano usate contro di te dai rappresentanti politici dello schieramento avverso.

Le intemperanze verbali di Giovancarmine Mancini, esponente storico della Destra molisana e non solo, inquilino decennale di Palazzo San Francesco (la sede del Comune di Isernia) fanno parte del personaggio. Un po’ lo Sgarbi de noantri, si potrebbe azzardare. E in effetti, il feeling fra i due esiste e si è materializzato spesso in occasione delle tornate elettorali, locali e non. Ma l’ultima sparata in Consiglio comunale, che ha fatto letteralmente sobbalzare dallo scranno pure il sindaco Castrataro che in quanto ad aplomb viene battuto solo da Re Carlo d’Inghilterra, è diventata virale e quindi finita in pasto a chi Mancini non lo conosce affatto (e questa non vuole essere una assoluzione, sia chiaro).

Mancini, che incarna il ruolo di oppositore intransigente e sopra le righe il più delle volte, per toni e locuzioni verbali, ma anche quello di vicepresidente del Consiglio comunale, quindi il massimo del rigore e della imparzialità. Stavolta era nelle vesti di fustigatore dei costumi altrui e soprattutto di maschilista senza filtri: dare dell’isterica alla collega che, giustamente, si risente per una battutaccia ha creato non poco scompiglio in aula. “So che lei è per il genere fluido, probabilmente, quindi le posso dire anche che non deve fare l’isterica. Deve stare tranquillina”. Immaginatelo, in Aula che intrattiene i colleghi con queste divagazioni del tutto fuori contesto.

Si discuteva, infatti, dei compensi dovuti alla collega giornalista che si occupa della comunicazione del sindaco. Compensi erogati grazie al taglio della indennità che il sindaco ha inteso operare sui propri emolumenti. Una roba che coinvolge anche gli assessori e il vicesindaco ai quali viene operata una decurtazione (con percentuali diverse) per sostenere attività che altrimenti non avrebbero fondi adeguati. Allora, quando Castrataro rese nota questa decisione, in regione non c’erano amministrazioni che ci avevano mai pensato. Oggi si registra il taglio di 1000 euro dell’indennità del sindaco di Campobasso.

Entrambe le amministrazioni sono di centrosinistra, a destra robe simili non sembrano registrarsi (ma forse ci sbagliamo, può essere). Poi, come per magia e alla Mancini maniera, la discussione è virata su altro. Ed è partita l’invettiva sessista ai danni di una collega dello schieramento di maggioranza. “Io sto svolgendo semplicemente il mio lavoro, che centinaia di elettori di Isernia anche questa volta mi hanno affidato” le sue parole. “Più tardi – scrive Fanpage – dopo essersi lanciato in un attacco sulle spese del primo cittadino e della maggioranza (‘ognuno ci fa con la sua indennità quello che ritiene più opportuno’, il sindaco ‘la investe in parte con la sua addetta stampa, io l’avrei riversata in altro modo – avrei cenato quindici giorni di fila con la consigliere Laurelli nel miglior ristorante d’Italia’), Mancini è tornato a rivolgersi alla consigliera: ‘Stai calmina, stai calmina’”. Insomma, diminutivi usati in maniera copiosa, con l’intento di sminuire la collega consigliera e poi quell’accenno vagamente sospettoso sulle abitudini alimentari e conviviali del sindaco e della esponente della sua maggioranza che sembrano rimandare al gossip più becero che non dovrebbe appartenere alla sacralità del luogo.

Il video è finito pure sulla pagina social di Possibile, il movimento politico di Pippo Civati (chi era costui, direbbe Mancini). “Un tono che non dovrebbe in alcun modo essere utilizzato in una conversazione civile e democratica. Vergogna” il commento a corredo delle immagini. Un boomerang, forse all’apparenza. Ma conoscendolo, Mancini starà gongolando, e non per la vergogna.

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