Natura e turismo

I fanghi di argilla a Petacciato e quella rara bellezza che non muta nel tempo

Una passeggiata di salute su un piccolo, caratteristico tratto di costa molisana, a portata di tutti, preservato senza limitazioni, in maniera naturale.

Le argille sedimentarie marine di Petacciato sono sempre lì, meraviglia della natura, accessibili, per tutti ma sempre preservate dal turismo di massa.
Abbiamo fatto un giro dalle parti della spiaggia che degrada dalla piccola altura dove svetta la torre diroccata, poco dopo la caratteristica Risacca, nei pressi dell’area sosta camper La Torre.

È in questo breve tratto di costa molisana che è possibile ammirare i riflessi argentei dell’argilla che si mischia con la sabbia dorata e che, sotto questa, inodore e fresca, si tocca e si plasma tra le mani per fare i fanghi.
Una goduria per tutti, ma che nei fatti non è mai presa d’assalto dai bagnanti, piuttosto rappresenta un piacevole e solitario ristoro dello spirito dopo una passeggiata più o meno lunga dai lidi distanziati a nord e a sud.

L’area dei fanghi di argilla si trova nel Comune di Petacciato, alla Marina, più o meno all’inizio dei chilometri di costa molisana, da sud, che ricadono nello stesso Comune.

Contrariamente a quello che si può pensare non fa parte dei Sic, i Siti di Interesse Comunitario, che presentano delle peculiarità da preservare in quanto ad habitat e specie animali, anfibi, rettili, uccelli. Così è’ per esempio il lungo tratto di pineta di Petacciato o la zona della foce del Trigno, più su, verso Montenero. I Sic proteggono – anche dall’erosione – le dune mobili, la vegetazione atipica marina, i pascoli inondati mediterranei, i prati.

Il patrimonio naturale che sfocia nei fanghi al mare è stato tenuto fuori dalla mappatura ‘europea’, che pure si estende per quasi tutti i sette chilometri di costa petacciatese. Meglio così, forse, per i turisti che, quasi all’improvviso, si ritrovano a camminare sullo scivoloso pavimento grigio e irregolare dall’inconfondibile brillio.

È il Molise incontaminato che piace ancora tanto, in effetti, a meno che non si voglia ‘drenarlo’ artificialmente ed economicamente.
Ne vale la pena per una settantina di metri di arenile atipico? Di esperti ne abbiamo? Fin troppi, probabilmente.

Scavando, l’argilla è’ presente anche oltre quell’area, naturalmente, ma è’ dove abbiamo scattato queste foto – come quella che mostra un grosso pezzo di argilla solidificata – che il fenomeno è più visibile e appagante.

Di quando in quando spuntano dal nulla i corpi metallizzati, stile Rockets, di habitué dei fanghi o di turisti per caso. Tutto molto dimensionato, curioso, naturale. Cinque proprietà private a ridosso delle dune garantiscono alcuni servizi: area camper, parcheggio, servizi igienici, e poi a portata di… piedi, praticamente a due passi, due lidi dove si mangia bene.

Un piccolo paradiso non antropizzato per molti, un’occasione persa di sviluppo per altri. E’ il solito dilemma molisano, quello che ci caratterizza, prendere o lasciare.

Tutto spontaneo, a volte un po’ oltre le righe. Tutto in miniatura, come il grattacielo di Campobasso, visto che se ne parla in questi giorni per la battuta del grande Herbert Ballerina. Parliamo di un palazzo di dieci piani che non è un grattacielo nel senso proprio del termine, ma lo è per i campobassani. Dipende forse tutto dalla prospettiva, dipende da dove vivi.

La certezza è che il mare, gli alberi, l’argilla, i fanghi, la bellezza sono sempre lì, dall’alba al tramonto, da toccare, plasmare liberamente e, perché no, allungare oltre misura con la fantasia, come grattacieli immaginari.

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