Cellula coscioni molise

Alla fine chi decide? Banchetto informativo sul biotestamento. Dentizzi: “Io l’ho fatto e vi spiego perché”

Banchetto informativo in piazza Municipio coi volontari di Cellula Coscioni sul testamento biologico. L'esperienza diretta del geriatra campobassano Mino Dentizzi sulla pratica delle Disposizioni di trattamento anticipate

Sabato 4 maggio ci saranno i volontari di Cellula Coscioni Molise per dare informazioni sul biotestamento.

L’appuntamento è in Piazza Vittorio Emanuele II a Campobasso (dalle ore 9 alle 13 e dalle 17 alle 20). L’iniziativa punta a sensibilizzare la comunità sul testamento biologico (o Dat) col quale una persona può dare disposizioni di trattamento medico anticipate nel caso in cui, in futuro, non fosse più nelle condizioni di poter decidere autonomamente perché incapace di intendere e di volere.

Per l’occasione saranno forniti anche i moduli ai cittadini e supporto per la redazione del documento che va consegnato e registrato in Comune (o da un notaio) generalmente alla presenza di un fiduciario al quale la persona che lo firma affida il compito di vigilare sul rispetto delle proprie volontà in relazione alle cure che si vogliono ricevere in situazioni di malattia grave o incapacità decisionale.

Il biotestamento ha valore legale dal 14 dicembre 2017 quando, anche in Italia, grazie all’associazione Luca Coscioni (di cui Cellula Coscioni è una articolazione territoriale in Molise), è stata approvata la legge.

Con i volontari ci sarà anche il dottor Mino Dentizzi, geriatra campobassano e iscritto all’associazione. A lui abbiamo chiesto di spiegarci perché ha aderito alla pratica.

“Ho sottoscritto la Dat molti mesi fa, non c’è stato un episodio preciso che mi ha spinto a farlo, semplicemente la volontà di rinunciare all’accanimento terapeutico nel caso in cui dovesse accadermi qualcosa“. I trattamenti che Dentizzi rifiuterebbe sono molto pochi: l’alimentazione forzata e la respirazione artificiale, per esempio.

“Ciò non significa che se un domani venissi ricoverato d’urgenza al Pronto Soccorso non me le praticherebbero. Ma sul lungo periodo il mio medico dovrebbe accertarsi di quello che ho espresso nel testamento biologico”.

La sua esperienza professionale, poi, lo mette ogni giorno a stretto contatto con persone molto anziane e spesso malate.

“Ne incontro tante e anche nelle case di riposo ce ne sono moltissime affette da demenza che non sono più in grado di decidere se, per esempio, vogliono il sondino per l’alimentazione. E accade anche che noi medici ci scontriamo coi parenti pronti a giurare che quella persona l’avrebbe rifiutata. Ma in assenza di disposizione chiara non possiamo negare l’alimentazione, dovremmo farlo sulla fiducia assumendoci una responsabilità enorme”.

Ecco perché iniziative come quella di domani a Campobasso vanno intese proprio come una occasione per comprender meglio i propri diritti giacché il biotestamento ha molto a che vedere col rispetto della dignità individuale e l’autonomia decisionale di ciascun individuo.