Inchiesta doppio binario

Pietre dei cantieri ferroviari stoccate illecitamente a Guardiaregia, due arresti. Il sindaco: “Area già bonificata”

Un piazzale della stazione di Guardiaregia - rimodernata nel 2019 nell'ambito del progetto della Metropolitana leggera - utilizzato come deposito per lo stoccaggio delle pietre rimosse nel rifacimento delle massicciate ferroviarie. Per quello smaltimento illecito e per altri che non riguardano il Molise sono stati arrestati due imprenditori campani. Le indagini affidate ai carabinieri del Noe di Napoli sono coordinate dalla Procura partenopea su richiesta dell'Antimafia.

C’è anche Guardiaregia nell’inchiesta dei carabinieri del Noe di Napoli sul traffico illecito di rifiuti che ha portato all’arresto di due imprenditori campani. Si tratta dei titolari e gestori di altrettante aziende di trasporto e centri di recupero/trattamento di rifiuti che secondo il giudice per le indagini preliminari (che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare), avrebbero architettato una attività per guadagnare illegalmente milioni di euro a danno dell’ambiente e della collettività.

Il paese molisano, sede anche di una importante oasi naturalistica, è il luogo in cui si trova uno dei piazzali scelti per sversare i rifiuti speciali dalle due società finite nei guai. Si trova vicino alla stazione dove, nel 2019, sono stati eseguiti dei lavori di riammodernamento della tratta ferroviaria nell’ambito degli interventi per il nuovo sistema di trasporto ferroviario urbano ed extraurbano sulla tratta Matrice-Campobasso-Bojano della linea Termoli-Venafro, finanziato con fondi della Regione Molise. L’arcinota Metropolitana leggera.

Il sindaco di Guardiaregia, Fabio Iuliano, contattato dalla redazione di Primonumero, ha voluto rassicurare la popolazione: “Non c’è nessun rifiuto abbandonato, l’area del cantiere è stata già bonificata e comunque si trattava di pietrisco stoccato lì per un certo periodo e proveniente non so da quale cantiere, se dal nostro – dove pure sono state rifatte le massicciate – o se da altri. Ci tengo a precisarlo perché voglio che la popolazione sappia che le forze dell’ordine e la mia stessa Amministrazione controllano e sono vigili su quanto accade sul nostro bellissimo territorio che deve restare pulito”. 

L’altra zona in cui i rifiuti dei cantieri sono stati depositati è a Villa Literno in provincia di Caserta.

L’operazione condotta dai carabinieri del Noe di Napoli, su delega della Procura partenopea e su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda), si chiama Doppio Binario perché gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero riportato dati falsi sui formulari di identificazione sia in ordine al sito di smaltimento, sia alla tipologia dei rifiuti, consistiti, per l’appunto, in pietrisco per massicciate ferroviarie provenienti dai cantieri di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) nonché imballaggi di plastica, di carta e di cartone. “Secondo quanto riportato in ordinanza – leggiamo nel comunicato dell’Arma – i rifiuti venivano illegalmente smaltiti mediante l’abbandono su alcuni terreni agricoli della provincia di Caserta e di Campobasso”.

Due i flussi individuati: il primo riguarda la gestione di 300 mila tonnellate rifiuti speciali (il pietrisco delle massicciate ferroviarie) provenienti da alcuni cantieri di Rfi gestiti dalla società Armafer e fittiziamente destinati alla società Fontedil che li ha abbandonati tra Molise e Campania. Il secondo flusso scoperto riguarda invece la gestione di circa 1000 tonnellate di imballaggi in plastica, carta, cartone e rifiuti misti provenienti da impianti di recupero della provincia di Latina e dal Cis di Nola, fittiziamente destinati alla società Bema di Villa Literno (CE), ma in realtà rivenduti ad ignari acquirenti.

Enorme il profitto: secondo il Gip a fronte di tali quantità di rifiuti illecitamente trattati le società avrebbero guadagnato circa 4 milioni di euro.

L’impianto di stoccaggio della Bema è ora sotto sequestro.  (AD)