Convegno scientifico

In Molise un Piano contro l’antibiotico-resistenza. Controllo e rete medica per affrontare la “pandemia silenziosa”

Il Molise, con l'impegno degli infettivologi del Cardarelli, si dota di linee guida e avvia lo studio della strategia attraverso un importante convegno scientifico oggi all’Università, con relatori illustri tra i quali Bassetti, Mussini, De Rosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il possibile sviluppo di una nuova pandemia, che entro il 2050 potrebbe raggiungere 10 milioni di decessi. In Italia la situazione è molto più grave che nella maggior parte degli altri Paesi europei. Annunciato dal dg Asrem il primo Nucleo di valutazione per l’appropriatezza prescrittiva.

Appropriatezza prescrittiva: due parole complicate, dietro le quali si cela uno dei ‘segreti’ per combattere quella che anche il professor Matteo Bassetti, uno degli infettivologi più noti in ambito nazionale ed europeo, ha definito la ‘pandemia silenziosa’. Cioè la resistenza agli antibiotici, farmaci salvavita per eccellenza, unici strumenti farmacologi capaci di vincere i germi e i batteri responsabili di infezioni. “Appropriatezza prescrittiva significa dare il farmaco giusto al paziente giusto per la patologia giusta, nel giusto dosaggio e per la giusta durata” sintetizza efficacemente Alessandra Prozzo, dirigente UO di Malattie Infettive del Cardarelli di Campobasso, tra gli organizzatori del convegno medico scientifico sul “Piano regionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza: l’antimicrobial stewardship nelle infezioni in evoluzione” che nell’Aula Magna dell’Unimol a Campobasso ha visto, tra i relatori, Matteo Bassetti (da remoto), Francesco De Rosa, Nicola Petrosillo, Fabio Arena, Paolo Fazii, Cristina Mussini, Marianna Meschiari. Un convegno riservato a medici, infettivologi ma anche medici di base e pediatri di libera scelta e tutti gli operatori sanitari che hanno a che fare con le infezioni, incentrato sul crescente aumento delle resistenze da parte dei germi agli antibiotici a nostra disposizione.

Alessandra Prozzo

 

Il Molise, che ha ospitato esperti di livello anche con l’obiettivo di richiamare l’attenzione di una platea più vasta possibile, ha un piano regionale frutto di un piano nazionale, ma il lavoro da fare è ancora tantissimo perché, come spiega Alessandra Prozzo, “il problema è serio, concreto, riguarda la medicina in primis ma anche settori come agricoltura e veterinaria”.

L’evento, patrocinato da UniMol, Regione e Asrem col supporto di Collage Spa, in realtà riguarda tutti. Chi gli antibiotici li prescrive, quindi i medici (e magari li prescrive male, in dosaggi sbagliati e con durate sbagliate) e chi gli antibiotici li prende (e li prende male, spesso senza nemmeno una prescrizione). Importante sapere che entrambe le pratiche possono avere conseguenze gravissime. “L’uso inappropriato di antibiotici ad ampio spettro in ambito sanitario ma anche ambientale è responsabile di un costante e progressivo incremento delle resistenze microbiche alla terapia antibiotica – la sintesi degli esperti, dati e studi clinici alla mano – che ha raggiunto recentemente aspetti allarmanti, soprattutto in Italia”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il possibile sviluppo di una nuova pandemia, che entro il 2050 potrebbe raggiungere 10 milioni di decessi.

“Ogni anno circa 15mila persone muoiono in ospedale per infezioni, e altrettante al di fuori degli ospedali. Nel mondo arriviamo a quasi 4 milioni di morti ogni anno legati direttamente ai batteri resistenti. La resistenza agli antibiotici è una pandemia silenziosa, un problema urgente da affrontare con strumenti multidisciplinari” ha detto l’infettivologo Matteo Bassetti introducendo la sua relazione all’evento “Piano regionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza: l’antimicrobial stewardship nelle infezioni in evoluzione”.

“Tra le tante cose positive che ci ha lasciato il covid – ha aggiunto Bassetti collegato da remoto da Genova – c’è l’aumento di germi resistenti. Questa è una giornata importante per affrontare la questione perché in Italia è particolarmente rilevante la formazione sulla terapia antibiotica appropriata”.

Il tema è stringente, non più rinviabile. Anche per questa ragione l’Azienda sanitaria regionale del Molise ha deliberato di attivare il Nucleo di valutazione per l’appropriatezza prescrittiva, con funzione di orientamento a gestione corretta delle terapie farmacologiche con specifico riferimento alla gestione degli antibiotici. Lo ha annunciato nei suoi saluti il direttore generale della Asrem Giovanni Di Santo. “Ce la metteremo tutta, questo Nucleo di Valutazione si inserisce nella volontà di promuovere comportamenti sempre più corretti e in linea con la necessità di rivisitare, laddove serve, la prassi vigente in relazione alle prescrizioni e all’utilizzo corretto degli antibiotici” ha spiegato Di Santo, sottolineando che “anche una missione del PNRR, la missione 6, prevede un capitolo dedicato a infezioni correlate ad assistenza”. Senza contare che un uso inappropriato degli antibiotici comporta, a cascata, un dispendio economico per la sanità pubblica con terapie eccessivamente lunghe e degenze ospedaliere che potrebbero essere evitate se si riuscisse a gestire la terapia antibiotica con le linee guida degli infettivologi e non “a casaccio”.

Da qui l’importanza di un controllo effettivo sulla realtà ospedaliera ed extraospedaliera. Ne ha parlato Cristina Mussini, direttore della clinica di Malattie Infettive del Policlinico di Modena, uno dei nomi di maggiore livello nell’ambiente che è riuscita – in concreto – a ridurre il numero delle infezioni nel suo ospedale grazie a una rete di formazione e di controllo.

“Si deve cambiare strategia perché stiamo rischiando troppo con le infezioni, c’è un problema sia sulla gestione degli antibiotici che sulla formazione. Manca il controllo, negli ospedali italiani è assolutamente necessario quel controllo che agli stessi medici a volte sembra una parolaccia” ha detto la professoressa Mussini, precisando che “in assenza di controllo le linee guida sono inutili, carta straccia. E vale soprattutto per la terapia antibiotica, non è solo questione di corretta prescrizione ma di controllo. Se tu non fai il controllo delle infezioni corretto sarai sempre indietro, gli antibiotici non sono l’acqua di Lourdes e bisogna lavorare per non far sviluppare i germi multiresistenti”.

Massimiliano Scutellà

 

“In Molise, per quanto riguarda l’appropriatezza prescrittiva, c’è un grande lavoro da fare. Il Covid ci ha insegnato che gli infettivologi sono figure strategiche, centrali, e che devono essere coinvolti e seguiti. Non si può ignorare questo concetto” ha aggiunto il microbiologo molecolare Massimiliano Scutellà a margine delle relazioni, anche lui della organizzazione scientifica del convegno.

La dottoressa Prozzo, infettivologa Asrem, che è stata anche moderatrice nell’Aula Magna dell’Università, è convinta che “la sensibilizzazione debba cominciare dalla popolazione e dai medici di base e riguardare tutti i sanitari”. E che bisogna cambiare approccio, radicalmente, all’uso degli antibiotici, se si vuole schivare lo scenario catastrofico che fa parte delle opzioni possibili, ovvero la moltiplicazione di germi resistenti e la diffusione della ‘immunità’ dei pazienti al principio attivo dei farmaci salvavita. “Il concetto che deve passare – dice l’infettivologa – è la spinta al cambiamento, che è la cosa più difficile ma anche quella sulla quale stiamo lavorando a tamburo battente. Necessario farlo, in fondo lo sappiamo da sempre, tanto più in medicina: sopravvive solo chi si adatta al cambiamento”.   (MV)