Guglionesi

Leo Antonacci, il candidato locale più votato in proporzione agli aventi diritto, ma non eletto. “Dico Grazie ai guglionesani, puntiamo a un progetto comune”

Guglionesi senza un rappresentante in Consiglio regionale, a differenza di Petacciato dove il sindaco Di Pardo è risultato eletto fra i 13 della maggioranza Roberti. Ma Leo Antonacci, ex sindaco, è soddisfatto e orgoglioso per il risultato ottenuto: è il candidato più votato nel suo comune in relazione al numero di votanti.

Mentre vanno avanti le operazioni di verifica dei verbali delle 393 sezioni elettorali del Molise in Corte d’Appello, e nell’attesa della ufficializzazione degli eletti, non sembrano esserci più dubbi sulla composizione del nuovo consiglio regionale del Molise. La ripartizione dei 21 seggi ne vede 13 spettanti al centrodestra, 7 al centrosinistra. Tra questi quello dello sconfitto Roberto Gravina. Il neo presidente Francesco Roberti non è conteggiato – ovviamente – in questo calcolo. Qui trovate la composizione (ancora ufficiosa) del nuovo Consiglio regionale del Molise.

Ecco gli eletti (in attesa di conferma): 13 poltrone alla maggioranza, 7 alle opposizioni

Tra i 13 eletti, che entreranno di diritto in Consiglio, c’è Roberto Di Pardo, sindaco di Petacciato, candidato con la lista del presidente Roberti Noi Moderati. Per Petacciato è la prima volta: finora il comune bassomolisano non ha mai avuto un esponente nella massima assise regionale. Anche Guglionesi, malgrado le tante candidature locali, non ha mai potuto contare su un proprio consigliere regionale. Leo Antonacci, ex sindaco del comune, ci è andato vicino per ben due volte: nel 2018 e in questa tornata elettorale. Tra i cinque candidati di Guglionesi è l’unico che ha ‘sfiorato’ il traguardo, con 1.477 preferenze complessive che lo piazzano quinto nella ‘fortissima’ lista di Fratelli d’Italia, dove ha sbancato Micone (4700 preferenze e rotte), seguito da Pallante, D’Egidio, Iorio e Aida Romagnuolo.

Antonacci a Guglionesi ha riportato 926 preferenze, che probabilmente sarebbero state anche di più considerando che oltre 40 voti contestati non gli sono stati attribuiti. “E in ogni caso – commenta Leo Antonacci – non sarebbe cambiato nulla. Ma voglio dire grazie ai guglionesani, oltre che ai molisani che mi hanno sostenuto, perché è stato un segnale entusiasmante”.

Agli altri candidati locali è andata così: 367 voti a Mario Bellotti del Partito Democratico, 209 a Pierpaolo Terzano di Costruire Democrazia; 61 a Francesco Giordano di Noi Moderati e 27 per Giuliano Senese dei Popolari. È evidente che qualche candidato è stato messo nelle file del centrodestra anche per sottrarre voti ad Antonacci, che in partenza era avvantaggiato da una serie di fattori – non ultimo ma non unico il partito con il quale ha corso. Secondo i calcoli fatti dagli appassionati all’indomani del voto è proprio lui, Antonacci, sia a livello regionale che nella lista di Giorgia Meloni, il candidato locale che nel suo comune ha preso la percentuale maggiore di consenso in relazione al numero dei votanti.

Ma la legge elettorale, si sa, segue altri criteri, che hanno a che fare con coefficienti e ripartizioni sulla base dei voti di lista oltre che dei singoli candidati e quindi questo non è bastato, con rammarico di una parte consistente della comunità di Guglionesi che si augurava di eleggere un rappresentante locale in un Consiglio che, in assenza di correttivi, vede una larghissima predominanza di eletti del Matese.

Sulla sua pagina social Leo Antonacci ha fatto una analisi del voto a livello comunale a mente fredda e come “atto dovuto, soprattutto, perché il malcostume che in politica tutti vincono e nessuno perde, mai come questa volta è inopportuno e falso”. Eccola:  “Gli stessi candidati che fino a pochi giorni fa battevano in lungo e in largo le vie del nostro paese, sostenendo pubblicamente che avrebbero raggiunto risultati elettorali da far arrossire persino i più quotati del lotto dei candidati della coalizione di destra, oggi – neanche tanto sommessamente come i risultati consiglierebbero -, addossano lo scarso riscontro elettorale ottenuto dalle proprie candidature, non ad errori di programmazione propri, ma all’incapacità degli elettori di individuarli come “i migliori”, non esitando a definire gli stessi – cito testualmente – “pecore appartenenti ad un gregge” (il MIO): offesa, questa, oltremodo gratuita e non rispettosa di quelli, che fino a pochi giorni fa erano gli stessi ai quali proponevano la propria intelligenza e piacioneria pre-elettorale e, che francamente i guglionesani, tutti, non meritano. Sarà lo stress per due campagne elettorali (amministrative e regionali) perse in pochissimo tempo e in malissimo modo, sarà che le attese di voto dei candidati stessi sono state di gran lunga disattese, sarà il prendere coscienza che non è il denigrare l’avversario di turno che ti rende politicamente credibile, sarà che il rosicare ti fa perdere quella sana lucidità analitica. Sarà… sarà…, tutto sarà, ma mai potrà essere giustificata l’offesa ad una comunità, dimenticando che mai come in questo caso, vale il concetto di “popolo sovrano”.

“Dal mio canto – ha aggiunto Antonacci –  sono estremamente orgoglioso del risultato ottenuto insieme al miglior gruppo di persone che io potessi avere e, aggiungo, che nulla viene per caso. Bisogna lavorarci, frequentarsi e credere Insieme ad un progetto comune. Grazie ragazzi e ragazze! Essere poi il primo per percentuale tra tutti i candidati regionali nel comune di residenza, ancor più, mi porta a ringraziare tutti i Guglionesani che si sono recati al voto, in particolar modo quelli che hanno fatto ricadere la scelta su candidati di Guglionesi, comprendendo l’importanza di valorizzare politici territoriali.

Inoltre, tra questi ultimi, abbraccio i tantissimi che in me hanno visto la persona giusta, compresi i quasi cinquanta elettori che per vari vizi di forma vedevano annullata la volontà di attribuire alla mia persona il loro consenso. Infine, consentitemi di ringraziare Mario (Bellotti, ndr), unico dei miei competitor a complimentarsi con me per il risultato ottenuto. La politica locale deve ripartire da questi esempi, abbandonando gli altri a quella solitudine e denigrazione che li ha visti protagonisti durante tutta la campagna elettorale”.

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