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Enzo Iacovino: “In competizione con Pd e M5S, saremo prima lista. Roberti? Coi miei ricorsi l’ho fatto eleggere”

61 anni, avvocato, protagonista di diversi ricorsi e battaglie giudiziarie dal Covid al Tunnel, è in lista con Costruire Democrazia

“A un certo punto se resti a guardare sei correo dei lestofanti che manipolano le regole per mal governare”. Enzo Iacovino, avvocato campobassano, spiega così la propria scelta di candidarsi con Costruire Democrazia alle Elezioni regionali del 25 e 26 giugno con la coalizione progressista.

“La nostra è una lista di alternativa – chiarisce -. L’unica cosa che ho in comune con gli altri è il candidato governatore, non scelto da me. Iannacone? Bravissimo giornalista ma da politico sarebbe stato facilmente manipolabile”.

Iacovino non nasconde le ambizioni. “Costruire Democrazia deve arrivare prima nella coalizione. Il Pd soffre di attaccamento alla poltrona come il centrodestra e il M5S non gode di buona salute”.

Nella sua intervista con Antonello Barone per Tutti Candidati, tornano i cavalli di battaglia di questi anni di battaglie giudiziarie. “Il Covid è stato un evento straordinario e la difficoltà gestionale c’è stata per tutti. Ma a questa politica non si potrà mai perdonare la mala gestione e i cluster dovuti ad assoluta negligenza. Periodo dimenticato? Non credo, ci sono stati 800 morti”.

Quindi la gestione dell’acqua. “Abbiamo un sistema che fa acqua da tutte le parti”. Poi il Tunnel di Termoli. “Ho contribuito a far eleggere Roberti sindaco con i miei ricorsi contro il Tunnel. Lui però non è la carta dirimente del centrodestra che ha una classe dirigente fallimentare”.

Per gli uscenti una bocciatura senza appello. “Una squadra che ha fallito e deve andare a casa”. Ma sul futuro Iacovino vuole conservare l’autonomia regionale a ogni costo. “Guai a chi parla di accorpamento perché vuol dire che ha interessi in altre regioni. Dobbiamo attrarre popolazione con una sana gestione del territorio e uno sviluppo attento recuperando la sanità pubblica. Il Molise non ha nulla da invidiare a una regione come l’Umbria, se non l’organizzazione”.