'non in mio nome'

Autonomia differenziata, lanciata petizione online contro il disegno di legge e i governatori che si sono accodati

Lo scrittore e giornalista Pino Aprile avvia la raccolta firme per "respingere il sostegno allo scellerato disegno di legge Calderoli per l'Autonomia differenziata, espresso dai presidenti di Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Calabria e Sicilia"

Una petizione contro l’autonomia differenziata e il sostegno al disegno di legge firmato da Roberto Calderoli da parte dei presidenti delle Regioni del Sud, Renato Schifani per la Sicilia, Roberto Occhiuto per la Calabria, Vito Bardi per la Basilicata, Donato Toma per il Molise, Marco Marsilio per l’Abruzzo, Christian Solinas per la Sardegna.

“Noi, cittadini siciliani, calabresi, lucani, molisani, abruzzesi, sardi, meridionali e no, italiani preoccupati per l’aumento delle disuguaglianze che deriverebbe dall’attuazione dell’Autonomia differenziata, respingiamo il sostegno allo scellerato disegno di legge Calderoli per l’Autonomia differenziata, espresso dai presidenti delle nostre Regioni” recita così il testo della petizione lanciata dallo scrittore e giornalista Pino Aprile, autore del libro “Il nuovo terroni”, versione riaggiornata del best seller Terroni (2010).

La petizione è attiva su chance.org e si chiama “Non in mio nome – dissociamoci dai Si di 6 Presidenti di Regione del Sud al DDl Calderoli” e spiega, nella presentazione: “L’Autonomia differenziata, ovvero ‘La secessione dei ricchi, mira a fossilizzare l’iniqua spesa storica che, dall’unificazione del Paese, ha concentrato gli investimenti pubblici (cioè, fatti con soldi di tutti gli italiani) soltanto in alcune regioni, condannando quelle del Sud al ritardo economico e infrastrutturale che ha generato la Questione meridionale, disoccupazione endemica ed emigrazione (mai esistita prima, in quelle regioni), specie giovanile”.

“I presidenti Schifani, Occhiuto, Bardi, Toma, Marsilio e Solinas – prosegue il messaggio – per adesione alle scelte dei partiti di appartenenza o dichiarata e folle convinzione di poter tranne qualche misero beneficio politico o territoriale, hanno approvato il disegno di legge che fa a pezzi il principio costituzionale dell’equità, avvantaggia le Regioni che già hanno ottenuto tanto, in un secolo e mezzo e taglia definitivamente fuori quelle finora escluse, salvo il poco, tardi e male, dagli investimenti per ferrovie, alta velocità, autostrade, Centri di ricerca, grandi eventi, sviluppo di sistemi aeroportuali e marittimi (tutti i porti del Sud cancellati dalle rotte commerciali, per scelte governative volte a favorire solo Genova e Trieste)”.

Oltre ad apporre in forma digitale la propria firma, è possibile contribuire alla causa con una donazione di 2 euro. “L’appiattimento dei presidenti di Sicilia, Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Sardegna sulla volontà dei prepotenti è una scelta politica e partitica non condivisa con le popolazioni interessate – chiude Aprile – Pertanto, ognuno di noi siciliani, calabresi, lucani, molisani, abruzzesi, sardi, meridionali e no, si dissocia dall’adesione al ddl Calderoli data dai presidenti Schifani, Occhiuto, Bardi, Toma, Marsilio, Solinas: voi non ci rappresentate, in questa scelta autolesionista per il Sud e il Paese”.

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