Campobasso

Oltre 10mila spettatori per il Cristo Morto e il ‘Teco Vorrei’: l’emozione si rinnova

650 i cantori, donne e uomini vestiti di nero, che hanno intonato il suggestivo Teco Vorrei o Signore. La processione più sentita insieme con i MIsteri del Corpus Domini oggi ha richiamato una folla impressionante nel capoluogo, per un pomeriggio in cui il tempo è rimaso sospeso. La processione del Venerdì santo è un rito sopravvissuto indenne alle trasformazioni sociali

Si rinnova, come sempre, quella sensazione di dolore e fede quando il coro a lutto che accompagna la processione del Cristo morto, attraversa le vie di Campobasso.

La processione parte da Santa Maria della Croce. E il centro storico brulica di fedeli, pronti a seguire il corteo funebre, ad abbassare il capo al passaggio di Gesù, ad asciugare le lacrime quando il coro intona le parole del Teco Vorrei di Pietro Metastasio: parole sentite, sofferte, parole che ogni campobassano non può fare a meno di recitare insieme alle voci che cantano.

Il primo tocco di bacchetta del Maestro e le noti struggenti di De Nigris, riadattate da una intuizione del musicsta Lino Tabasso dai versi (non sacri) di Metastasio, annunciano l’avvio della processione che lenta scende da Santa Maria della Croce per riversarsi lungo le strade del centro storico.

I lati delle strade sono affollati. Ci sono almeno diecimila persone, incantate, ammirate, emozionate. Il numero degli spettatori è confermato dale forze dell’ordine e testimonia la straordinaria partecipazione per uno dei riti più sentiti e coinvolgenti del Centro Sud italiano celebrati nell’ambito dei rituali pasquali.

Cittadini, turisti, visitatori arrivati da tutta la reione e anche dalle aree limitrofe si affrettano a prendere posto, i più piccoli avanti, i più fortunati affacciati alla finestra o al balcone della propria casa o di amici e parenti: il Teco Vorrei si sente da lontano. Sono 650 i cantori, uomini e donne vestiti di nero che hanno dato la loro adesione su base volontaria per il coro coordinato dal maestro Colasurdo che rappresenta l’aspetto più suggetivo della processione.

Una processione ornata senza alcuna limitazione. Lo scorso anno ragioni di sicurezza avevano imposto l’uso della mascherina Ffp2 e il possesso del green pass a tutti i cantori. Sembra passata una intera era geologica: oggi il Teco Vorrei è quello di sempre, quello al quale sono abituati i campobassani, un rito sopravvissuto intatto alla evoluzione delle abitudini e della società.

Come di consueto, la processione si è ferma davanti al carcere di Campobasso: qui il saluto degli ospiti del Penitenziario, la preghiera del detenuto, il picchetto d’onore della polizia penitenziaria. Si riprende: il centro urbano brulica di persone che attendono il passaggio del Cristo.

La processione è arrivata nel cuore della città e sull’ampia strada di viale Elena manifesta tutta la sua imponenza. Tutto sta per concludersi, Gesù sarò deposto nel suo sepolcro. A vegliarlo, nella chiesa di Santa Maria della Croce, gli occhi addolorati di sua Madre.