Il bilancio

Siccità, guerra e caro bollette: il micidiale mix che nel 2022 ha messo in ginocchio le produzioni molisane

L’anno che si chiude è stato caratterizzato da lunghi periodi di caldo e siccità legati al cambiamento climatico e dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, non solo per l'invasione russa in Ucraina. Risultato? Le crisi di tanti settori, dalla panificazione all’olivicoltura, fino alle industrie

Da un lato gli effetti sempre più evidenti della crisi climatica. Dall’altro il caro bollette, l’energia e le materie prime che schizzano a costi mai visti, anche ma non solo per causa dell’aggressione russa dell’Ucraina. Il 2022 è stato l’anno di questo micidiale mix che ha colpito alcune delle più importanti produzioni nazionali ma anche locali. Ne sono vittime settori come quello della panificazione, della produzione di latte e di olio. Ma non sono immuni l’industria, il commercio e l’agricoltura, colpiti in modo quasi identico dai rincari e da un clima sempre più difficile da decifrare.

Il cambiamento climatico è adesso e far finta che sia tutto come sempre è quantomeno miope. I fenomeni estremi sono invece sempre più evidenti a tutti. A cominciare dal caldo, quest’anno scoppiato in netto anticipo. Già a giugno il Molise aveva fatto registrare tre diverse ondate di calore. L’Anticiclone Africano è rimasto stabile sulle nostre teste per intere settimane, provocando non solo un’estate molto calda, ma anche un autunno particolarmente mite che ha portato in dote l’altro grande fenomeno estremo che preoccupa sul lungo periodo: la siccità.

Dopo una primavera estremamente povera di precipitazioni, l’ottobre molto secco da provocare i primi razionamenti d’acqua in Basso Molise per via dei segnali di prosciugamento delle sorgenti del Matese dovrebbe far prendere provvedimenti adeguati che invece tardano ad arrivare. Si ragiona infatti solo sulla spinta delle emergenze e passate quelle sembra che il problema sia sparito, ma non è così.

Che la siccità abbia fatto danni lo dimostra la pessima annata della produzione di olio in Basso Molise. Le olive ne hanno risentito molto e l’arrivo del parassita della mosca proprio a ridosso della raccolta ha dato la mazzata finale a un settore che per via del costo spropositato dell’elettricità ha dovuto forzatamente aumentare i prezzi.

Problema comune a tante produzioni. L’aumento del costo del pane è dovuto a una congiuntura che ha messo in crisi la produzione di grano: resa difficile per le scarse precipitazioni, fertilizzanti introvabili per la guerra in Ucraina, importazioni ridotte per le mancate esportazioni da Kiev, infine i prezzi lievitati dei carburanti e dell’energia elettrica. Risultato? Il pane che compriamo ogni giorno ha subito rincari pesantissimi in questo 2022.

Già noti ma ancora più evidenziati in quest’anno i problemi del settore caseario. I produttori di latte, stretti fra costi di mungitura che salgono e prezzi di vendita che rimangono troppo bassi.

Il settore agricolo fatica a trovare contromisure al cambiamento climatico. Quando caldo e siccità non sono abbastanza, ecco che entrano in gioco altri fenomeni imprevedibili e devastanti, come le trombe d’aria sempre più frequenti sulla costa, gli allagamenti che mettono in difficoltà le colture in aree rurali dove la manutenzione di canali e corsi d’acqua è insufficiente. Non vanno sottovalutate le terribili raffiche di vento da oltre 100 kmh che specie in autunno hanno sferzato la regione.

Ma è stato un anno particolarmente duro anche per l’artigianato, il commercio e l’industria, settori che stavano rialzando la testa dopo le difficoltà legate alla pandemia e si sono visti arrivare addosso la bufera della crisi energetica.

Il caro bollette ha colpito in maniera indiscriminata le attività produttive, costringendo qualcuno a chiudere, altri a rinviare gli investimenti, altri ancora a far fronte a una crisi di liquidità che avrà conseguenze nel 2023. Sui consumi ha poi pesato oltremodo il costo dei carburanti che per lunghi mesi ha superato i 2 euro al litro per benzina e gasolio ma ha visto un boom di prezzi anche per chi va a metano.

L’industria numero uno del Molise, la Stellantis di Termoli, vive un periodo di transizione. Non ancora superata la carenza di microchip, altra conseguenza indiretta della crisi climatica, almeno in parte, l’azienda sta proseguendo la sua politica di snellimento del personale, spingendo i dipendenti ad andarsene dietro cospicuo contributo economico.

Sullo sfondo resta la Gigafactory di cui però si sa ancora molto poco riguardo a numero di posti di lavoro, costi collettivi e alimentazione energetica. Proprio in questo senso è attualissima la questione della possibile realizzazione di una Hydrogen Valley in Basso Molise legata alla realizzazione di un impianto eolico off shore su tutta la costa molisana.

Anche qui le due crisi tornano ad abbracciarsi: quella climatica che impone di ridurre le emissioni inquinanti e quindi di produrre più energia pulita come l’eolico. Poi c’è quella energetica, a cui la guerra scatenata dalla Russia di Putin ha tolto il velo: all’Italia serve più energia di propria produzione e meno importazioni di gas e petrolio.

Ma per conoscere i dettagli di questo progetto che si lega al futuro energetico e climatico del Molise occorrerà prima salutare il 2022.