Campobasso

Blitz in carcere: fermata la compagna di un detenuto con 1600 euro e droga

La donna è stata fermata durante l'ora di visita concessa ai familiari dei detenuti: in azione gli agenti della Polizia penitenziaria con l'ausilio dell'unità cinofila della Guardia di Finanza che hanno trovato sostanze stupefacenti e 1600 euro in contanti. Sull'accaduto è stato aperto un fascicolo, mentre il sindacalista Aldo Di Giacomo commenta: "I piccoli penitenziari non sono certo immuni dai traffici di sostanze stupefacenti introdotte dai familiari dei detenuti”

E’ scattato questa mattina – 19 ottobre – il blitz che ha portato al sequestro di denaro e droga portata all’interno della casa circondariale di Campobasso. Un’operazione scattata quando ha destato sospetti l’atteggiamento di una donna, convivente di un detenuto del carcere del capoluogo, ed entrata nell’istituto penitenziario per la consueta visita concessa ai familiari dei reclusi. La Polizia penitenziaria ha deciso di fermarla a seguito di alcune anomalie riscontrate. Quindi, con l’ausilio dell’unità cinofila della Guardia di Finanza, hanno scoperto che la donna aveva addosso 1.600 euro in contanti più alcuni grammi di sostanza stupefacente.

Sull’accaduto è ‘ stato aperto un fascicolo. I fatti sono strettamente colegati a quanto già avvenuto 20 giorni fa sempre nel penitenziario di Campobasso e sempre a carico dello stesso detenuto.

“I cosiddetti piccoli  penitenziari non sono certo immuni dai traffici di droga”, ha detto il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo nel commentare l’episodio. Il lavoro del personale penitenziario non basta. Anche se “è sotto organico e nonostante i noti problemi di organizzazione dei turni di lavoro – rimarca il sindacalista riferendosi al blitz a Campobasso – ancora una volta il personale penitenziario è stato determinante in questa operazione”.

L’episodio poi conferma un aspetto allarmante: “I continui sequestri di sostanze stupefacenti nelle carceri italiane dimostrano che il mercato e lo spaccio sono consistenti per la presenza rilevante di tossicodipendenti“. I numeri: 18mila detenuti considerati tossicodipendenti già all’ingresso (poco meno del 30% del totale). “Con queste persone particolarmente fragili, sia nel 2021 che nel 2022, la media di assistenza sanitaria e psicologica si attesta intorno alle 10 ore settimanali ogni 100 detenuti”, ha osservato Di Giacomo evidenziando la carenza dei servizi per i reclusi.

Il fenomeno poi è in preoccupante crescita: non solo perchè le sostanze stupefacenti trovate negli istituti penitenziari sono di varia tipologia, ma anche perchè si sono affinate le tecniche con cui la droga viene introdotta. Nelle carceri, sottolinea Di Giacomo – è possibile trovare di tutto, di recente anche stupefacenti liquidi che più facilmente si possono introdurre dall’esterno. Tuttavia, i migliori rifornitori in assoluto sono i droni che hanno trasformato le carceri in autentiche piste di aviosuperfici. La media è di un volo la settimana di drone che oltre a droga rifornisce telefonini.

Di Giacomo lancia quindi un appello al neo Governo Meloni: “È arrivato il momento che la presenza di “detenuti tossicodipendenti” si affronti nei modi e con gli strumenti più idonei, perché il carcere non può diventare il “ghetto sociale” nel quale liberarsi di persone con specifiche problematiche. Sono queste le risposte che attendiamo dal nuovo Governo”.