Termoli

“Sono positivo e vorrei segnalarlo, ma non ci riesco”: dopo decine di tentativi a vuoto la latitanza Asrem diventa una fiction

Fabio, videomaker termolese che ha scoperto di essere positivo con un antigenico fatto a casa, trasforma le tante (e vane) telefonate all’azienda sanitaria in una serie tv. I suoi video stanno facendo il giro dei social e sono un caso di denuncia ironica di una situazione che pare senza soluzione. Ma è così difficile trovare qualcuno che inserisca un nome nella banca-dati dei positivi molisani?

Ha scoperto di essere positivo il 5 gennaio scorso. Con un tampone antigenico fatto in casa. Per sicurezza l’ha ripetuto a distanza: nessun dubbio, ha preso il covid. A quel punto Fabio Manso, residente a Termoli, da bravo cittadino ha preso il telefono e ha seguito alla lettera le indicazioni che da mesi le autorità sanitarie si affannano a ripetere, esortando i molisani a chiamare i numeri dedicati per segnalare la loro situazione nell’interesse collettivo e a tutela del tracciamento e a garanzia della salute di tutti eccetera eccetera. “E io ci credo, eh, per questo devo autosegnalarmi. Il problema è che non ci sono ancora riuscito”.

Cinque giorni dopo e decine di chiamate (vane) dopo, la situazione è ancora, incredibilmente, quella iniziale. Fabio chiama, l’operatore lo mette in attesa oppure lo collega a un ufficio dove l’operatore a sua volta lo mette in attesa fino a quando cade la linea. Fabio richiama e si ripete sostanzialmente la stessa cosa. Fabio – che è fin troppo scrupoloso – ritenta, sperando di essere “più fortunato” come nei giochi a premi. Ma niente, pare proprio che in Asrem nessuno sia in grado di adempiere alla procedura o almeno di mettere in collegamento diretto il paziente con l’ufficio preposto, quello giusto insomma. Intanto, visto che non riesce ad auto-denunciarsi (e non per colpa sua) il suo green pass resta valido. Se volesse potrebbe andare in giro a fare tutto, compreso passare il virus.

Ci sarebbe da ridere (e in realtà c’è da ridere, guardate i video e sarete d’accordo anche voi) se non fosse un caso surreale, che apre a un interrogativo cruciale: come diavolo deve fare un malcapitato cittadino che ha preso la variante omicron e non può mettere il naso fuori di casa per nessuna ragione a far sapere alle autorità sanitarie che è positivo?

Fabio Manso ha trasformato le telefonate impossibili alla Asrem in una serie TV arrivata, almeno in questa prima stagione (non è detto si fermi qua…) già al settimo episodio. Ogni puntata ha un titolo ispirato dall’operatore che sta dall’altra parte del telefono. La cantante, l’informatico, il ricercatore, la tirocinante eccetera. E’ la semplicità geniale dell’ironia che Fabio padroneggia bene e riesce a trasformare in una denuncia leggera ed efficace grazie al suo talento di videomaker.

La “caccia al tesoro” ci porta a incontrare personaggi sempre diversi che però fanno sempre le stesse cose: mettono in attesa, suggeriscono numeri e uffici da chiamare, fanno domande, “sbroccano” non sapendo che fare, digitano numeri, chiedono informazioni e insomma, fanno tutto tranne l’unica cosa necessaria: permettere a Fabio di venire inserito nella banca dati dei positivi molisani in isolamento.

La serie, con tanto di sigla e immagini di repertorio dei protagonisti della sanità, dal commissario ad acta al direttore generale, è diventata un caso sui social e non solo in Molise. Qualcuno ha anche contatto il regista, sceneggiatore e attore da altre regioni, lamentando una analoga difficoltà nell’auto tracciamento. E’ una magra consolazione per chi è determinato a fare il suo dovere di bravo cittadino fino alla fine ma non ci riesce.                      (mv)