Atmosfera surreale

Il vuoto dei Misteri: “Presto i bambini sorridenti sugli ingegni”. Gli aneddoti del diavolo e della donzella

Alla vigilia del Corpus Domini, il Museo dei Misteri è deserto, privo del consueto pullulare di persone per i preparativi della sfilata. Giovanni Teberino, organizzatore assieme alla famiglia da decenni, non nasconde il rammarico e pone dubbi sull’edizione invernale: “Nel Museo, come potete notare, c’è un silenzio inusuale. Per me Corpus Domini è il 6 giugno 2021, i Misteri possono uscire tutti gli anni, la vita è una sola, meglio non rischiare nulla. Poi decideranno gli amministratori”. I racconti del ‘diavolo’ Antonio Iorio (“prendemmo un temporale assurdo nel 1998”) e della ‘tunzella’ 2018, Sarah Khalaf: “Emozioni uniche, riparteciperei anche domani…”.

Di solito, il sabato mattina, alla vigilia della Festa, il Museo dei Misteri di via Trento pullula di gente, è un via vai di persone che corrono da una parte all’altra per perfezionare gli ultimi preparativi e sistemare i dettagli. Quest’anno fa effetto entrare nella casa degli ingegni e notare un unico rumore: quello del silenzio. La famiglia Teberino, motore organizzativo del Corpus Domini, per la prima volta dal dopoguerra è rimasta con le mani in mano, senza poter agire contro un avversario che ha usato armi non lecite. Quel covid che farà rinunciare ai campobassani alla tradizione-simbolo, come accaduto soltanto durante la Seconda Guerra Mondiale, dal 1940 al 1946. Niente Misteri.

L’umore è sotto i tacchi, non potrebbe essere altrimenti. “Nel Museo, come potete notare, c’è un silenzio inusuale – dice amaramente Giovanni Teberino con la sua mascherina personalizzata con i Misteri –. È un anno di stop, vale per tutte le manifestazioni, aspettiamo la prossima sfilata mettendoci tutto l’impegno che abbiamo risparmiato quest’anno”. Si vocifera che la sfilata possa essere recuperata entro l’anno, anche se l’organizzatore è chiaro: “Per me Corpus Domini è il 6 giugno 2021, i Misteri possono uscire tutti gli anni, la vita è una sola, meglio non rischiare nulla. Poi decideranno gli amministratori”.

C’è una leggenda, mista a storia, che vorrebbe che se non dovessero uscire a Campobasso per un anno i Misteri gli stessi passerebbero nelle mani di Napoli. Teberino ci spiega come nasce questo racconto tramandato nei secoli: “Il tabù è già stato sfatato durante la guerra, quando non sono potuti uscire. E’ una leggenda che ci fa anche comodo per portare avanti questa tradizione ed è legata alla visita di re Ferdinando II nel 1832 a Campobasso, venne a settembre e si fece una sfilata breve per onorarlo. Rimane talmente affascinato che disse: se non escono li porto con me a Napoli”.

Teberino sottolinea che si sono ripetute consuetudini antiche grazie ai doni di alcuni artigiani e commercianti campobassani: “Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata con i “simboli” che ogni Corpus Domini vengono donati a vari Misteri. Grazie al Caseificio Monforte di Giuseppe Gianfagna che ogni anno regala due caciocavalli ai diavoli tentatori dei Misteri di S. Antonio Abate e del S. Michele. Poi vi è il grande Biscotto di pane che è presente sul primo Mistero, il S. Isidoro protettore dei contadini, che annualmente, Giovanni ed Emilio, del Panificio Eredi Palazzo di via Ziccardi, sfornano in occasione dei Misteri. Sempre sul Mistero di S. Isidoro è presente un magnifico cestino di fiori, realizzato, anche quest’anno dall’amico, Luigi Vanitore di Fior’Arte. Grazie di cuore”.

L’auspicio che rivolge Giovanni è emozionante: “L’augurio che posso rivolgere a tutti quelli che amano i Misteri è di rivedere presto tutti i bambini sorridenti sui Misteri”.

Qualche centinaio di metri a ovest, nel quartiere di Fontanavecchia, a confine con contrada Macchie, ci aspettano alcuni personaggi fondamentali della sfilata. Una location scelta non a caso: sulla facciata di un palazzo della zona campeggia San Michele Arcangelo, uno dei santi più sentiti dei Misteri. E non a caso troviamo il ‘diavolo’ di San Michele, Antonio Iorio, e la ‘donzella’ di Sant’Antonio Abate 2018, Sarah Khalaf.

“Una cosa è sicura: questo Corpus Domini non lo dimenticheremo, ma purtroppo in negativo – confessa Antonio –. Per chi ci tiene è veramente brutto, non c’è un aggettivo descrivere questo dolore per noi campobassani doc. La speranza è che si possa fare una sfilata entro l’anno, nello stile del 2018. Noi siamo pronti…”.

“Campobasso perde uno dei suoi punti di riferimento – dice Sarah – ed è una sensazione spiacevole. Vedere la città così vuota, ricordare gli altri anni in cui arrivavano tanti turisti, suoni, profumi, e invece ora è tutto bloccato. Speriamo che l’anno prossimo la nostra festa torni a riempire il Corpus Domini”.

“Tunzella-tunzella, vietenn-vietenn” riecheggia nel piccolo parco verde, molto accogliente, dove effettuiamo le nostre interviste. Naturalmente, a ripeterlo, questa volta non urlando, come accade il giorno della sfilata, è Antonio Iorio: “Il motto per antonomasia dei diavoli…”. Mentre Sarah Khalaf ricorda le emozioni di quel giorno: “L’emozione più bella al mattino, dopo la vestizione mi sono ritrovata sotto l’ingegno. Non ti rendi conto dei brividi che ti provocano i Misteri fin quando non sei lì. E poi ricordo il rientro, quando mi sono emozionata, tra il dispiacere di aver finito tutto e la contentezza di essere riuscita a non cedere alle tentazioni dei diavoli”.