San martino in pensilis - il video

Un drone sugli oliveti, così la modernità racconta mezzo secolo di tradizione. “Quest’anno prodotti 1300 quintali d’olio di qualità”

La straordinaria realtà imprenditoriale dell'Oleificio di San Martino in Pensilis, che consta di circa 250 soci sul territorio bassomolisano, raccontata dal video di Nicola Santoro. Un prodotto girato con un moderno drone che coniuga tecnologia e tradizione, proprio come ha fatto la cooperativa agricola fondata nel 1967

La storia dell’Oleificio Cooperativo di San Martino in Pensilis è una storia pregna di tradizione, ma quest’anno si è scelto un medium moderno per comunicarla. La novità è un video che si avvale della tecnologia di un drone che sorvola sulle distese di oliveti del territorio. È lì, da quella terra, che nasce quel prodotto che è una delle autentiche ricchezze del nostro Molise: l’olio extravergine d’oliva.

Il video stuzzica l’interesse, complici il sottofondo di una musica moderna e suadente e la carrellata di immagini che ripercorrono le varie fasi del lavoro, indugiando sulle splendide olive che la nostra terra produce. Alla base c’è stata l’idea di comunicare all’esterno l’attività della Cooperativa, e di farlo “con uno strumento diverso dal solito, più emotivo”. Il drone, che rappresenta la modernità, scelto dunque per raccontare la tradizione, la storia di un’azienda che è tra l’altro un unicum in regione.

Il prodotto finale è di appena un minuto, un tempo breve per raccontare una lunga storia che si ripete anno dopo anno, dal 1967. La telecamera velocemente mostra la quintessenza dell’attività legata all’Oleificio: si ripercorrono le varie fasi, dalla raccolta delle olive nei campi alla frangitura fino ad arrivare all’estrazione dell’oro verde che tutti noi amiamo, e non perché ci abbiano insegnato a farlo ma perché ci è venuto naturale.

Il video è stato realizzato da Nicola Santoro, giovane creativo sammartinese che, pur quando ha vissuto all’estero, non ha mai rescisso il legame con la sua terra. Con la sua attività di videomaking ha già regalato al suo paese una straordinaria visibilità (suoi i video promo dell’estate 2019 della serata con dj Coccoluto e del festival di street art, ndr).

La Cooperativo dell’olio di San Martino, con il suo mezzo secolo e più di storia, non ha certo bisogno di pubblicità. Con il suo frantoio e gli investimenti fatti in anni recenti, l’oleificio del paese bassomolisano è divenuto uno dei più funzionali e all’avanguardia del centro-sud. Una realtà che ha superato i cinquant’anni e che è tra le più longeve del territorio. Ma l’Oleificio è anche un esempio straordinario di un lavoro cooperativo con la sua rete di circa 250 soci, per lo più figli e nipoti dei fondatori di questa attività. Soci in maggioranza autoctoni, con l’aggiunta di alcuni produttori dei paesi limitrofi (Ururi, Campomarino e Portocannone).

L’obiettivo degli avi di chi oggi porta avanti – con ragguardevoli successi – l’attività della Cooperativa era quello di “organizzare l’offerta di piccoli produttori di olive locali che, riuniti in cooperativa, potessero standardizzare il processo di estrazione dell’olio secondo le moderne tecniche del tempo, in modo da elevarne il livello qualitativo, anche in virtù di un’adeguata conservazione, e, di conseguenza, commercializzarlo”. Così si legge sull’elegante sito internet e così è ancora oggi.

“Il sapore che da oltre cinquant’anni serviamo a tavola è quello autentico. Quello naturale, di sempre”, questo l’incipit del video che intende far conoscere ancor di più l’Oleificio attraverso i canali social. Il presidente Gianni Di Matteo (da circa 6 anni presidente del Cda) ci parla della imminente apertura di una pagina facebook che andrà ad aggiungersi alla comunicazione del sito web. Al di là dei soci e dei tanti compratori ormai fidelizzati del territorio, una buona parte del prodotto realizzato viene da anni commercializzato nel centro-nord Italia. “Si tratta di famiglie che col passaparola o passando di qua hanno assaggiato il nostro olio e da allora non hanno più voluto cambiare”. Sammartinesi che vivono fuori ma non solo. “Diventa un modo per preservare i contatti con questo territorio, portandosi sulle proprie tavole un pezzo di San Martino che poi sarà con loro per tutto l’anno”.

L’organizzazione di San Martino – esempio di impren00ditoria sana e da emulare – rappresenta uno dei baluardi a difesa della tradizione e della cultura contadina e di un prodotto che coniuga autenticità, gusto e genuinità. Le piante di ulivo – circa 80mila – sono sempre le stesse sin dalla nascita della cooperativa e il gusto dell’olio in tutto questo tempo si è mantenuto fedele a se stesso. Si ravvede un filo rosso che lega generazioni diverse, padri e figli, accomunati dalla stessa volontà. Quella di assolvere, al di là dell’aspetto produttivo-commerciale e di tutto il resto, ad una funzione fondamentale: “quella di tutelare e salvaguardare il nostro patrimonio storico e paesaggistico, riconoscendo che gli olivi e l’olio sono l’unico comun denominatore tra lo stile di vita dei nostri avi ed il nostro; il solo, vero ed autentico punto di contatto tra i nostri ascendenti e noi. Mentre tutto intorno cambia, noi produciamo sempre lo stesso olio. Sono i medesimi alberi, la stessa terra che ospita le loro radici, le stesse olive”.

La tecnologia e il modo di comunicare, anche quelli sono cambiati. Ma la bontà del prodotto-olio rimane immutata ed è un po’ in questo apparente ‘ossimoro’ – il video girato in chiave moderna per raccontare un prodotto della tradizione gastronomica e una storia che nasce da lontano – che è racchiuso il senso della scelta promozionale della Cooperativa.

La natura, benevola, ha regalato ulteriori soddisfazioni ai tanti ovicoltori nostrani e ai consumatori del prodotto che più di altri non può mancare nelle nostre cucine. “La produzione è stata buona, con un’ottima resa così come ottima è stata la qualità”. Dal frantoio di San Martino sono usciti circa 1300 quintali di olio. Un’ottima annata, insomma, che dopo quella non positiva dello scorso anno è tornata sui livelli eccellenti del 2017. Il video non fa che confermare tutta la ‘bontà’ dei nostri territori.