Operazione friends - i nomi

I pusher dei clan dalla costa a Isernia: cinque molisani nel blitz dell’Antimafia

C’è una giovane coppia di Guglionesi finita nella retata della Dda di Bari di mercoledì mattina per l’operazione Friends. Andrea Marino e Cristina Barbetti sono ai domiciliari. Stessa sorte per Guido Sarachelli di Isernia, mentre erano già in carcere i figli Mario e Armando Sarachelli. In tutto 24 persone sono state arrestate

Sono cinque in tutto i pusher molisani finiti nella retata dell’operazione Friends, con la quale mercoledì mattina 20 novembre i carabinieri del Ros e i finanziari del Gico di Bari hanno inferto un duro colpo a due diverse organizzazioni criminali operanti a Monte Sant’Angelo e a Lucera, nel Foggiano.

Rispetto al nome di Guido Sarachelli, emerso quasi subito, ci sono anche quelli di Cristina Barbetti, 24 anni di Pescara, ma residente a Guglionesi e Andrea Marino, 27 anni di Termoli, ma residente a Guglionesi. Ma della famiglia Sarachelli il 63enne Guido non è l’unico arrestato nel blitz, perché ci sono anche i figli Armando, 33 anni, e Mario, 29 anni.

Andrea Marino e Cristina Barbetti sono una coppia residente a Guglionesi, dove ieri la Finanza li ha raggiunti per notificare il mandato di arresto spiccato dal Gip di Bari. Entrambi sono ai domiciliari con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Per gli inquirenti erano i pusher utilizzati dai clan per smerciare sulla piazza del Basso Molise gli stupefacenti.

Allo stesso modo i Sarachelli, famiglia di etnia rom, erano gli uomini scelti dai mafiosi della provincia foggiana per lo spaccio di droga nella zona pentra. Guido Sarachelli è stato catturato a Isernia ed è ai domiciliari. I figli erano già in carcere e a entrambi l’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata dietro le sbarre.

Secondo la ricostruzione dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, i clan dei Li Bergolis di Monte Sant’Angelo e i Bayan/Papa/Ricci di Lucera utilizzavano questi clienti-spacciatori per piazzare i grossi carichi di droga. Stupefacente che in alcuni casi arrivava dalla ‘ndrangheta.

È stato infatti scoperto un legame con la cosca mafiosa dei Pesce/Bellocco di Rosarno, una delle più potenti fra quelle che compongono la ‘ndrangheta calabrese. Da lì arrivavano anche le armi, alcune delle quali sequestrate nel blitz di ieri, nel quale sono finite in manette 24 persone, fra le quali elementi di spicco dei clan del Gargano e di Lucera.

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