Montecilfone

Gasdotti, scoperte due trivelle nel bosco Corundoli. Dubbi sull’autorizzazione: “Fatto grave”

Già effettuati dei carotaggi fra gli alberi ma non c'è certezza che l'operazioni si riferisca a un'opera già autorizzata. Verifiche in corso da parte del Comune

Due trivelle posizionate all’interno del bosco Corundoli di Montecilfone sono state notate questa mattina da diversi cittadini che si erano incamminati lungo il sentiero dell’area boschiva alle porte del paese arbereshe. Non si sa ancora con precisione chi e perché abbia posizionato quei due macchinari utilizzati per fare dei carotaggi nel terreno proprio fra gli alberi.

Secondo il comitato ‘I Discoli del Sinarca’ si tratterebbe di una operazione “della ditta Snam”, la stessa che di recente si era vista dire no dal sindaco Manes per un nuovo intervento all’interno del bosco.  Si tratterebbe quindi dell’ammodernamento o meglio “dell’ampliamento del vecchio gasdotto che collega a San Salvo, in Abruzzo a Biccari, in Puglia” secondo il presidente del comitato, Riccardo Vaccaro.  Quindi non sarebbe collegato all’attuale gasdotto in fase di costruzione dall’azienda Sgi per il percorso che va da Larino a Chieti, per il quale diversi cantieri sono stati già aperti in numerosi paesi del Basso Molise. Si tratta tuttavia di informazioni che sono in fase di verifica e anche al comune di Montecilfone la vicenda non è molto chiara.

“Sono stato avvisato attorno alle 13,30 di oggi – ha fatto sapere il sindaco Giorgio Manes interpellato da Primonumero sull’accaduto -. Stiamo facendo delle verifiche, domani mattina faremo un sopralluogo e cercheremo di capire il perché ci siano quelle due trivelle in quel punto, poi daremo tutte le informazioni necessarie”.

Ma la notizia si è diffusa molto celermente in paese dove diversi cittadini sono accorsi al bosco per vedere di persona e fotografare le trivelle. Inoltre qualcuno ha chiamato le forze dell’ordine e nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 5 novembre, una pattuglia dei Carabinieri forestali da Termoli è giunta per un sopralluogo. Alcuni hanno riferito addirittura che gli operai al lavoro, dopo essere stati visti, sarebbero andati via lasciando incustoditi i macchinari e i carotaggi già effettuati.

Una vicenda dai contorni oscuri. “Da quanto ne sappiamo – ha affermato Vaccaro – si tratta di un vecchio gasdotto, quello che va da San Salvo a Biccari, esiste da circa 40 anni e il cui tracciato si ricollega alla Tap in Puglia. Tuttavia la Snam ha presentato un progetto di rifacimento del gasdotto, ma come si evince dal progetto che è consultabile anche sul sito del Ministero dell’Ambiente, si tratta invece di un ampliamento dello stesso tracciato. Chiaramente anche questo progetto si espone al rischio idrogeologico e a quello sismico anche perché come per il gasdotto Larino-Chieti è previsto un centro di stoccaggio al Sinarca”.

Secondo il referente del comitato che da anni si batte contro queste opere che deturperebbero l’ambiente in una zona protetta come il bosco Corundoli, “è grave che quelle trivelle si trovino lì, specie se come sembra il Comune non ne sapeva nulla. Inoltre il progetto di ampliamento del vecchio gasdotto è ancora in fase di valutazione di impatto ambientale quindi non ha autorizzazione. Ma non è tutto, perché abbiamo scoperto che quell’area è gravata da uso civico, quindi anche quando è stato costruito 40 anni fa è stato commesso un errore e per questo ci batteremo affinché l’ampliamento non venga realizzato. La presenza delle trivelle per noi è anomala e Snam non può fare come vuole. Saranno anche attività preliminari ma non è normale che ci siano delle trivelle nel bosco”.

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