La “casa del crack”, quello stabile di via Manzo, ex falegnameria, diventata col tempo covo di sbandati e tossicodipendenti, sarà completamente chiusa (se non abbattuta) e l’area completamente bonificata, con lavori che dovrebbero partire da qui ai prossimi trenta giorni.
Il Comune, infatti, dopo il sopralluogo dell’Asrem e ancor prima quello della squadra mobile ha diffidato i proprietari dell’appezzamento di terra dove sorge l’immobile, ad intervenire entro un mese con un’opera di sanificazione dell’intera area. Inoltre i proprietari dovranno provvedere a chiudere tutti i varchi di accesso alle strutture e recintare la zona di proprietà “per impedirne l’accesso ai fini della tutela del decoro urbano e per evitare o ridurre situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente”.
Per ora quindi la diffida, che rischia di trasformarsi in una vera e propria ordinanza a firma del primo cittadino se i lavori non saranno eseguiti entro i tempi stabili. Violazione rispetto alla quale, il Comune procederà autonomamente addebitando le spese ai proprietari.
La diffida dà una risposta alle tante lamentele e denunce lanciate in particolare in questi ultimi mesi dai residenti. La struttura di via Manzo, a due passi dalla sede della Regione, si è trasformata con il tempo in un rifugio per spacciatori e tossicodipendenti, tanto da essere percepita come un luogo pericoloso da chi transitava nei paraggi e risultare un elemento di degrado e rischio per tutta la città.
A chiedere un intervento era stata anche la polizia. Sul posto gli agenti della squadra mobile in collaborazione con i colleghi della scientifica avevano eseguito alcune verifiche segnalando le condizioni di degrado che caratterizzavano la zona. I vari tentativi di impedirne l’accesso sono risultati vani, il nastro bianco e rosso utilizzato solitamente per recintare situazioni anomale o pericolo è stato ovviamente facilmente eluso e aggirato.
E quei pochi metri quadrati che affacciano sulla strada sono stati trasformati una stanza, con letto e coperte, carta stagnola sparsa ovunque, bottigliette utilizzate presumibilmente per fumare crack, siringhe e immondizia. Anche per l’Asrem che il posto l’ha visita occorre dunque procedere in modo radicale e urgente perché tutto quello che c’è in quella ex-falegnameria rappresenta “un reale pericolo”.