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Caso Diciotti, sbarcati tutti i migranti. l’avvocato delle Ong ricorrenti Di Pardo: “Risultato raggiunto”

Autorizzato nella notte lo sbarco dei migranti che erano a bordo della nave italiana Diciotti dal 16 agosto scorso. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona. L'avvocato delle due Ong, Di Pardo, che ieri aveva presentato ricorso al Tar Sicilia per chiedere il rilascio immediato degli stranieri commenta: "Risultato raggiunto anche senza pronunciamento del giudice".

Tutti i migranti a bordo della nave italiana Diciotti sono sbarcati: le operazioni, iniziate a mezzanotte dopo una giornata ricca di colpi di scena, sono terminate molte ore più tardi con l’assegnazione di 137 persone che saranno accolte dalla chiesa italiana (un centinaio), l’Albania e l’Irlanda (circa 20 a testa).

La vicenda ha coinvolto anche due Ong (Alterego – Fabbrica dei diritti e LasciateCientrare) che tramite l’avvocato campobassano Salvatore Di Pardo hanno presentato ricorso al Tar Sicilia contro una decisione “arbitraria e illegittima”. La tesi del legale sosteneva l’illegittimità del divieto “perché trovandosi già a bordo di una nave italiana è come se fossero già nel nostro territorio” questo spiegava ieri a Primonumero. 

Matteo Salvini, ministro dell’Interno e il capo di gabinetto del Viminale sono indagati per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Atti che saranno trasferiti al Tribunale dei ministri.

I pm di Agrigento, infatti, hanno aperto un fascicolo sul caso che ha fatto discutere dal 16 agosto scorso, da quando, cioè, gli uomini della Guardia costiera italiana hanno portato a bordo i migranti, inizialmente 177, prestandogli aiuto in acque maltesi dopo che il governo di Malta non aveva autorizzato lo sbarco.

Dopo dieci giorni sulla Diciotti, di cui cinque trascorsi al porto di Catania senza poter toccare terra per via di un tweet di Salvini, l’odissea sembra terminata.

La decisione della procura siciliana, giunta dopo la missione romana del procuratore Luigi Patronaggio che proprio ieri si era precipitato a Roma per rintracciare e acquisire gli atti che avevano negato lo sbarco, ha trasmesso tutta la documentazione alla procura di Palermo per il successivo passaggio al tribunale dei ministri.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Di Pardo, difensore delle Ong: “Siamo contenti anche se non c’è stato pronunciamento del giudice l’obiettivo è stato comunque raggiunto”

La questione, adesso, potrebbe avere anche ripercussioni politiche perché la Giunta per le autorizzazioni a procedere dovrà pronunciarsi – facendo salve tutte le garanzie e le immunità previste dalla legge – per sottoporre ad un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell’esercizio delle loro funzioni.

Non ho paura di nulla – ha commentato il leader della Lega -: indaghino, mi interroghino, mi arrestino. Io sono fiero di battermi per difendere i confini, tutelare la sicurezza degli italiani e proteggere il futuro dei nostri figli”.