Da 47 anni senza collaudo

Dopo il disastro di Genova cresce la paura per il viadotto del Liscione: “Controllatelo”

Dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova cresce la paura dei molisani per le infrastrutture regionali. In particolare per il viadotto del Liscione, senza collaudo da ben 47 anni

Il crollo del Ponte Morandi a Genova, di questa mattina, fa scattare l’allarme anche per quelle che sono le condizioni dei viadotti molisani, in particolar modo per quello del Liscione. Tanti i cittadini, specie sui social network, hanno iniziato a chiedere che venga verificato lo stato di salute del principale viadotto regionale. “Una controllatina alla diga e al viadotto la darei” è la frase più postata della giornata. Diverso, invece, l’atteggiamento della maggioranza regionale: mentre Donato Toma si ferma a esprimere “tutta la nostra vicinanza alla città di Genova, alla Regione Liguria e ai familiari delle vittime per l’immane tragedia che ha lasciato attonito e incredulo il mondo intero”, la Consigliera regionale della Lega, Aida Romagnuolo, che comunque è in maggioranza, va oltre e invita a: “tenere sotto osservazione, i ponti molisani ed in particolar modo il viadotto del Liscione e il ponte di Agnone”.

Decine di morti, un bilancio ancora in aggiornamento, feriti, di cui diversi  in codice rosso cioè molto gravi, e almeno dieci dispersi: è il primo responso ufficiale della Protezione Civile in merito al crollo di questa mattina del Ponte Morandi di Genova, ponte dell’autostrada A10, che collega il capoluogo ligure al suo ponente cittadino e poi a Savona e Ventimiglia.

Una tragedia che, giocoforza, ha spostato l’attenzione anche sulle condizioni dei viadotti regionali in particolare quello del Liscione che attraversa l’omonima diga (opera famosa in tutta Europa) dove servono lavori di manutenzione.  Tanti i molisani che quest’oggi, dopo la tragedia ligure, hanno postato la loro preoccupazione sulle rispettive pagine social. “La priorità è controllare la diga”. 

Bisogna subito dire che sia il viadotto che la diga necessitano di un collaudo, che mai è stato fatto sin dalla loro apertura, avvenuta ben 47 anni addietro. L’ultima ricognizione è stata fatta pochi mesi fa, in occasione dell’evento sismico del 25 aprile scorso. I tecnici della Protezione Civile e quelli della Regione Molise hanno trovato lo stato dei pilasti, che sorreggono il manto stradale, in buone condizioni: nessun cedimento dopo il terremoto.

Tuttavia, l’allarme per “quel” viadotto che, nel suo tratto più fascinoso naviga per 5 km sul Lago di Guardialfiera, rimane tutto.  Il cemento dei pilastri in alcuni tratti è rovinato, in altri il calcestruzzo armato si distacca lasciando le gabbie di ferro scoperte alle intemperie del meteo tanto che la ruggine ha modificato anche il colore.

La competenza è dell’Anas ma l’impegno, nell’individuazione dei finanziamenti da inserire per la manutenzione dell’opera, è in comune con l’ente Regione.  Opera che secondo Aida Romagnuolo, consigliera regionale della Lega, deve essere tenuta sotto osservazione”. La stessa Romaguolo, nell’esprimere la propria vicinanza a Genova e ai suoi cittadini per la tragedia di questa mattina, invita a dare “una ulteriore occhiata, effettuare qualche ulteriore verifica tecnica placa gli animi dei cittadini e rasserena l’anima in chi vive nel nostro territorio”.

Vicinanza alla città di Genova, alla Regione Liguria e ai familiari delle vittime la esprime anche il governatore Donato Toma: “Stiamo seguendo con trepidazione le fasi di soccorso che stanno impegnando in condizioni proibitive uomini e mezzi dei Vigili del fuoco, della Protezione civile e del 118: una lotta contro il tempo per salvare quante più vite possibili. Ora è il momento del dolore, cui dovrà necessariamente seguire quello dell’accertamento delle cause che hanno determinato questo disastro”.