Cronache

Sfrattato da casa popolare Felice Ferrazzo, affiliato di ’Ndrangheta con obbligo di dimora

Il pregiudicato calabrese, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di San Giacomo degli Schiavoni, è stato raggiunto questa mattina dai responsabili dello Iacp e dai carabinieri di Termoli per la esecuzione dello sfratto, dovuto a mancanza di requisiti. Ferrazzo infatti, arrestato una prima volta per il carico di armi nel garage di via Mazzini e in seguito nell’ambito della operazione Isola Felice, risulta risiedere in un appartamento senza alcun titolo. Quella casa è stata assegnata a una terza persona che si è trasferita a Termoli, perdendo il beneficio dell’alloggio. Dopo tre mesi di solleciti e richieste alle quali Ferrazzo non avrebbe ottemperato, oggi 26 settembre lo sfratto coatto. «Avevo chiesto altri 10 giorni per permettergli di trovare una soluzione - spiega l’avvocato Ruggiero Romanazzi, arrivato anche lui in via Biferno, a San Giacomo - ma mi è stato negato».

Via Biferno, San Giacomo degli Schiavoni. Qui ha abitato fino a oggi, 26 settembre, Felice Ferrazzo. Si tratta di un personaggio conosciuto negli ambienti giudiziari e non solo del Basso Molise. Arrestato una prima volta per la Daewoo carica di armi, kalashnikov, munizioni, trovata in un garage di via Mazzini a Termoli nel luglio del 2011. Arrestato nuovamente nell’ambito dell’operazione Isola Felice, che ha portato a scoprire, soprattutto attraverso le dichiarazioni del figlio di Felice, Eugenio, una sorta di clan locale dedito alla criminalità, al traffico di droga, alla violenza e al riciclaggio.

Una organizzazione della quale teneva le fila, secondo la ricostruzione degli inquirenti, proprio Eugenio Ferrazzo. Calabrese, considerato uno dei vertici del clan di Mesoraca, in provincia di Crotone, si è trasferito in basso Molise diversi anni fa e la sua residenza è al momento San Giacomo degli Schiavoni. Qui ha avuto l’obbligo di dimora dopo un periodo trascorso in carcere e un altro passato ai domiciliari.

Ma questa mattina Felice Ferrazzo e sua moglie sono stati sfrattati dall’Istituto autonomo case popolari del Molise, che ha eseguito un provvedimento già rinviato per troppo tempo. Ferrazzo infatti si trovava impropriamente nella casa di via Biferno, assegnata a una terza persona che tuttavia da svariati mesi si è trasferita a Termoli, perdendo il beneficio dell’alloggio. «Tecnicamente – spiegano dallo Iacp – lo sfratto è avvenuto per morosità, visto che non è stato corrisposto il denaro necessario per l’affitto e che la persona assegnataria della casa risulta abitare in un altro appartamento e in un altro Comune».

In via Biferno a San Giacomo presenti l’ufficiale giudiziario, la dottoressa Flocco, alcuni dei responsabili dello Iacp, i carabinieri della compagnia di Termoli. Oltre a loro gli operai della ditta incaricata dallo Iacp di cambiare le serrature e murare l’appartamento.

Sul posto è arrivato anche l’avvocato di Felice Ferrazzo, Ruggiero Romanazzi, che l’ha seguito nelle complesse vicende giudiziarie degli ultimi anni. Ben poco ha potuto fare il difensore per strappare una proroga, dal momento che – ribadiscono dallo Iacp – «era già stato sollevato un cosiddetto “incidente” quando alcuni mesi fa era stato interpellato il giudice visto che Ferrazzo è coinvolto da una misura restrittiva. Si è perso del tempo e contestualmente il pregiudicato ha avuto un lasso di tempo abbastanza lungo per cambiare abitazione. E comunque – ribadiscono dall’Ufficio di Campobasso – da luglio a settembre c’era tutto il tempo per trovare una soluzione diversa. Noi abbiamo fatto quello che la legge stabilisce di fare, visto che l’alloggio risulta al momento senza affittuario legittimo e deve tornare nella disponibilità dello Iacp».

«Può darsi, ma non capisco questo accanimento – afferma l’avvocato Romanazzi – perché una settimana in più non avrebbe cambiato molto e avrebbe dato al mio assistito la possibilità di trovare una sistemazione alternativa, visto che il sindaco di San Giacomo degli Schiavoni ha confermato che in paese non esistono strutture pubbliche e d’altra parte Ferrazzo non può cambiare comune di residenza, ha qui l’obbligo di dimora».

Felice Ferrazzo e la moglie hanno provato a chiedere ospitalità in chiesa, che tuttavia era chiusa, e hanno trascorso la mattinata aspettando il sindaco icon la speranza di trovare una sistemazione. Se a San Giacomo non ci sono alloggi disponibili, l’avvocato dovrà chiedere la misura restrittiva dell’obbligo di dimora in un altro Comune dove la coppia potrà alloggiare. «Chiaramente questo non può essere un problema dello Iacp, che si limita a fare quello che deve fare e spesso anche fra molti ostacoli» taglia corto l’avvocato Mauro Natale, ricordando che la situazione di via Biferno a San Giacomo risale al mese di luglio scorso e che da allora c’è stato sufficientemente tempo per trovare una sistemazione abitativa diversa.

Nella palazzina dello Iacp, dove nell’ultimo periodo ha vissuto Felice Ferrazzo, abitava il legittimo assegnatario dellìappartamento, che però dallo scorso luglio ha deciso di trasferirsi a Termoli, perdendo così il beneficio della casa popolare. Da quel momento in poi sono rimasti nella abitazione solo Felice Ferrazzo e la moglie, entrambi senza alcun titolo a permanere in una casa che ora, dopo i lavori di sistemazione, sarà verosimilmente affittata ad altri in graduatoria.

Dopo una iniziale resistenza nell’appartamento al secondo piano dello stabile, i due si sono convinti a preparare delle borse con l’indispensabile e gli effetti personali e a lasciare l’abitazione. Ora aspettano di parlare col sindaco di San Giacomo Costanzo Della Porta.

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