L'analisi

Il lupo gioca, lotta ma vede ancora… rosso. Squadra e tecnico in cerca di orientamento

Anche nella migliore prestazione stagionale è arrivata una sconfitta. Terza espulsione evitabile e quarto ko su cinque. Le ambizioni societarie e la narrazione romanzata degli ex underdog per ora sbattono contro la realtà. Da apprezzare il bel forcing finale con la squadra in inferiorità numerica, incoraggiante risposta di squadra dopo la delusione di Piancastagnaio.

Parlare della partita di sabato al Molinari non è semplice. Il Campobasso ha giocato la migliore prestazione da quando c’è Braglia al timone e ha di nuovo perso.
L’equilibrio è stato spezzato da un calcio di rigore netto, piuttosto sfortunato. In precedenza il Campobasso si era fatto del male da solo. L‘espulsione di Luca Baldassin, giocatore che centinaia di presenze tra i professionisti, è stata tanto sciocca quanto giusta. Fallo da giallo piuttosto evidente, per altro un’entrata inutile a metà campo con inconcepibile, seguente plateale protesta del 30enne che, proprio nell’anno in cui i vertici arbitrali mettono il bavaglio alle reazioni verbali nei confronti dei direttori di gara, si ribella a una decisione scontata e si fa scappare un ‘Ma sei pazzo?” che oggi come oggi gli arbitri puniscono senza pietà. Braglia ha minimizzato sull’episodio parlando di esagerazione. Un po’ è parsa la giustificazione di un atteggiamento evitabile, che ha danneggiato la squadra. “Reazione di Baldassin legittima” ha detto il tecnico in conferenza stampa. Parere legittimo anche quello del mister, però poi magari arrivano pure il quarto rosso e la quinta sconfitta.

Tre espulsioni in cinque uscite ufficiali sono invece una mazzata e un problema serio da risolvere.
Gli allenatori hanno sempre il piano B in caso di inferiorità numerica: quello del Campobasso è ancora di rivedere: il forcing finale molto apprezzabile dei lupi è sembrato più frutto di una reazione caratteriale che altro. Ma va bene lo stesso.

Detto questo, la classifica non fa testo ora. O meglio, fa testo per chi ritiene che questa formazione possa entrare nel podio della classifica, equivoco e grosso errore di partenza che Braglia fa bene a esorcizzare. Prima dovevamo entrare tra le prime tre, poi erano cinque, poi di più, oggi si abbassa l’asticella fino al decimo posto. C’è questa corsa frenetica ad anticipare i tempi e a dare i numeri: cui prodest? Al popolo rossoblù magari interessa vedere in campo una squadra battagliera come quella del finale di gara sabato sera, quando solo per imprecisione e foga non si è pervenuti a un pareggio che sarebbe stato meritato. L’altra sera i lupi hanno se non altro mostrato di essere una squadra gagliarda ed è stata una pronta risposta dopo l’escursione di piacere (per gli altri) ai piedi del Monte Amiata.

In settimana era stata pure fatta finalmente chiarezza la questione Maldonado. Il giocatore è fuori rosa, si riscalda per qualche minuto con il gruppo e poi va a giocare con la palla nel campo di calcetto. Braglia ha detto che si va avanti così e questo dovrebbe bastare per capire che il dado è tratto. Almeno fino al momento in cui scriviamo. Di giocatori ce ne sono tanti, forse non con quelle caratteristiche, inutile tornare sull’argomento. Ci sono poi atleti che stanno giocando al di sotto del loro livello, uno su tutti: D’Angelo. Quando anche loro ingraneranno, sarà tutto meno complicato, forse. Occorre pazientare. Anche se la classifica non si muove, ci sono i mezzi per rimettersi subito a camminare.

Si è fermata pure la narrazione romanzata e mediatica della favola rossoblù. Magari un post autoironico sulla falsa partenza dei lupi sarebbe simpatico da leggere. Non sarebbe stata buona strategia di comunicazione da parte dei re del marketing? E chi lo ha detto? Mai come in questo caso, l’apparenza virale inganna. E i social sono fumo e poco arrosto.
I fatti dicono al momento questo: quattro sconfitte su cinque e una cronica, preoccupante astinenza in zona gol: tre reti in tutto, solo una realizzata da un attaccante. Le prossime tre/quattro partite saranno fondamentali per cementare un gruppo al momento disomogeneo tra formazioni che cambiano e indirizzi di gioco non sempre produttivi. Squadra disorientata, e forse un po’ lo è anche anche mister Braglia che sta facendo un po’ quello che si fa nelle amichevoli pre-campionato: verificare l’affidabilità di schemi e giocatori e delle due cose insieme. Lui pesca nel mazzo tra i 23, mischia e rimischia le carte. E prova a smorzare le tensioni e gestire adeguatamente l’immagine di un club che vorrebbe essere protagonista in serie C.

Dall’altra parte, cioè fuori dal terreno di gioco, c’è la consapevolezza di avere un sostegno che non conosce ostacoli geografici e umorali. Le critiche eccessive arrivano dai soliti grafomani dalla tastiera calda. Fa pena leggere le offese personali a questo o a quello, e poi se la squadra ci mette il cuore, esagerare è come sparare colpi a salve. Siamo pur sempre una matricola che quest’estate è ripartita da zero. Dovrebbe essere chiaro, questo, a chi sta dentro, a tutti i livelli, a chi la vede da fuori, occasionali compresi.

Si riparte oggi alle 16 all’antistadio. All’orizzonte la trasferta di venerdì a Gubbio in notturna. Ottima partenza per gli eugubini: 8 punti con due vittorie e due pari, l’anno scorso, con Braglia in panca, ne avevano 6 (tre pareggi e una vittoria).

Foto in home: credit@CampobassoCalcio

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