L'Ospite

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Blues festival, una ventata di gioventù e una scommessa vinta

Blues dance, dance of the soul

E’ indubbio, quella del “Good time blues fest”, ancora in corso a Guglionesi, è una scommessa vinta.
E’ sotto gli occhi di tutti, estimatori e detrattori.
La prima volta ti può andare bene perché è una novità desta curiosità, la seconda perché si smussa e si affina il format dell’anno precedente, ma la terza non può andare bene solo perché hai culo.
C’è un fuoco vivo che alimenta lo spirito di questa manifestazione annuale.

I promotori sono ragazzi di Guglionesi, che hanno consumato tempo e suole per la nostra città e che, come tanti altri “brain drain”, hanno cercano altrove lo spazio e gli strumenti per potersi esprimere artisticamente e umanamente.
I nostri però, insieme con i cervelli, hanno portato con loro anche le gambe e le bacchette da batteria.
Non hanno però fatto però i conti con i loro cuori elastici che si sono allungati fino a oltrepassare La Manica per assecondarli, ma sono ancora saldamente e disperatamente aggrappati al colle di Sant’Adamo.

Un paese intero che si mobilita, si presta e si compiace di questa ventata di gioventù diversa, fatta di tanti colori e mille profumi da ogni parte del mondo che portano allegria e vitalità nel sonnacchioso divenire dei giorni tutti uguali al precedente.
C’è chi mette a disposizione gli alloggi e chi si ingegna per far mettere a proprio agio questi ballerini.
Le donne anziane si riuniscono e sono felici di mostrare come si fa la pasta in casa e non lesinano prove pratiche, ricette e segreti delle nonne.
Degustazioni, di dolci, olio nostrano, vino, formaggi e amicizia nelle spontaneità.
Intorno alla pista da ballo, i paesani guardano e battono le terzine blues con le mani o con i piedi con fare guardingo, quasi di nascosto dagli altri.
Qualcuno, più coraggioso, si fa anche coinvolgere e si butta sulla pista da ballo.
Allora direte “E’ una babele!”.

No, ed è qui che spunta fuori quello che tiene tutto insieme, almeno secondo il mio parere di appassionato di blues e di tutto quello che c’è intorno ad esso.
Prima d’ora ero certo che non esistesse un “Ballo blues”, tanto per intenderci con passi e figure come il tango argentino o il flamenco.
E sono ancora convinto di questo.
Infatti, vedendo ballare questi ballerini, si può apprezzare la variegata modalità di movimenti che ogni coppia mette in mostra.
Quasi che ognuno avesse un modo proprio ed esclusivo ed è proprio così!

D’altronde, mi viene da riflettere, il blues nasce dalla fatica, dal dolore, dall’amare visceralmente la vita e il tempo che ci è dato esistere senza preclusioni e falsità.
Ecco, la parola giusta, Verità!
Quindi se ne desume che il ballo blues altro non può essere che il “ballo dell’anima”.
The dance of the soul.
E cosa può esserci di più aggregante di questo?

Giorgio Senese, 11 luglio 2024

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