Oltre la politica

Nonno, tifoso rossoblù e dalla parte dei consumatori. De Benedittis giura: “Vinceremo al primo turno, sarà la mia ultima esperienza politica”

La famiglia, gli incarichi pubblici, la carriera: conosciamo il candidato sindaco del centrodestra che promette di voler essere solo un sindaco "senza future velleità". L'ipotesi ballottaggio non lo sfiora: "Vinceremo al primo turno" e sull'ex Romagnoli si dice favorevole all'idea (condivisa dai suoi avversari) del parco urbano: "Immagino lì un’area verde attrezzata, anche con un anfiteatro all’aperto da destinare a concerti e spettacoli ma senza tralasciare nuovi parcheggi sotterranei".

A pochissimi giorni dall’ufficializzazione della candidatura a sindaco di Campobasso per la coalizione di centrodestra di Aldo De Benedittis, la macchina del consenso elettorale ha ripreso a girare.

La prima uscita pubblica ha messo in evidenza gli obiettivi della compagine politica di cui fa parte, ma lui, l’avvocato, chi è?

De Benedittis nasce a Campobasso il 2 dicembre del 1958, proviene da una famiglia di commercianti: il padre, Antonio, per tutti Tonino, e la madre Raffaella, per tutti Lella, sono stati rivenditori di autovetture. Molti li ricorderanno ancora per la vendita di vetture a marchio Opel. Il giovane Aldo bambino frequenta le scuole elementari al convitto Mario Pagano e le medie alla Colozza. Tornerà al Pagano per il ginnasio del Classico dove consegue la maturità. Dopo il servizio di leva si iscrive alla facoltà di giurisprudenza alla Federico II di Napoli: consegue la laurea nell’ottobre del 1984 e inizia a esercitare. Cinque anni dopo allunga l’elenco dell’albo degli avvocati di Campobasso e, dal 2016, si iscrive anche a quello degli avvocati cassazionisti. In questi ultimi anni, come avvocato, ha profuso il suo impegno a difesa dei consumatori, delle imprese e delle famiglie contro le banche, insieme all’associazione consumatori Adusbef Molise (Associazione degli utenti dei servizi bancari e finanziari) con ottimi risultati pubblicati su numerosi mezzi di informazione, anche a carattere nazionale.

La politica e gli incarichi

E’ stato eletto per due quinquenni al Consiglio comunale di Campobasso dal 1985 al 1995, dove, oltre ad essere stato componente di molte commissioni consiliari, quali Urbanistica, Sport e cultura, Bilancio e finanze, Industria, commercio e artigianato e Commissione elettorale, ha ricoperto anche l’incarico di assessore al Patrimonio, Verde pubblico e Protezione civile dal 1992 al 1995 con l’ex sindaco Enzo Di Grezia. Oltre ad essere stato designato come rappresentante del Comune di Campobasso nell’ ex assemblea intercomunale della Usl n.5 di Campobasso, è stato componente del Comitato di gestione della Usl n. 5 di Campobasso (1987/1990) e, sempre nello stesso ente, ha ricoperto il ruolo di presidente del Comitato dei Garanti (1990/1991). E’ stato, in passato, nominato “Cultore della Materia” presso l’Università degli studi del Molise presso la facoltà di Scienza dell’Amministrazione nelle materie di Diritto internazionale e Diritto
della Comunità Europea. E’ stato anche componente del Comitato consultivo regionale per la Medicina di base, nonché componente Anci Molise (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Rieletto al Comune di Campobasso nel giugno 2009; da tale anno fino al 2013 è stato assessore al Bilancio e Patrimonio, e dal 2013 al 2014 è stato assessore alla Sport ed ai Servizi Sociali. È stato, insieme al compianto Gino Di Bartolomeo, fautore della rinascita calcistica Campobassana, dopo la proprietà Capone.

La famiglia

Dal 1988 Aldo è sposato con Gabriella Santoro (una dirigente regionale che da settembre dell’anno scorso è stata nominata commissario straordinario dell’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca (Arsarp) dal governatore Francesco Roberti), con la quale ha avuto due figli: Stefano e Chiara, oggi di quasi 34 e quasi 31 anni. Il primo, oltre che seguire le sue orme professionali, a febbraio 2023 lo ha reso per la prima volta nonno, dandogli un nipotino a cui ha rinnovato il nome Aldo. Chiara, invece, vive e lavora Roma in una società di consulenza informatica.

aldo de benedittis

L’intervista

Partiamo dagli ultimi giorni: la coalizione era impantanata e lei ha scritto una lettera aperta in cui li invitava a non sbagliare sul candidato. Era una decina di giorni fa e la sua non era una autoinvestitura. Ma dev’esserci stata una reazione nei partiti. Chi l’ha contattata e cosa le ha detto per convincerla a portare il suo nome al tavolo dei coordinatori?
“Dopo quella riflessione portata all’attenzione della stampa, che altro non era, per un elettore di centrodestra, un appello a fare subito e fare bene, sono stato contattato dal Presidente Roberti, il quale mi ha chiesto la disponibilità ad essere la sintesi e la guida della coalizione di centrodestra per Campobasso. Ho dato la mia disponibilità al Presidente, a condizione che il mio nome servisse alla coalizione a presentarsi unita e non per dividersi ulteriormente.”.

Lei è stato assessore al Bilancio negli anni in cui – cito l’ex sindaco Di Bartolomeo – : “Non c’erano soldi neppure per un gelato”. Erano gli anni della spending review, il risultato di quell’indirizzo a cui lei ha certamente contribuito fu un Natale senza luminarie e dei Corpus domini sottotono. È coi cordoni della borsa ben stretti che amministrerebbe la città nei prossimi cinque anni?
“Guardi, capitammo in un momento politico-economico molto complesso a livello globale. Ci insediammo nel momento in cui c’erano gli strascichi della grande crisi dei due anni precedenti, che hanno portato anche il legislatore nazionale ad elaborare norme, me lo lasci dire, lacrime e sangue. Senza contare, poi, già il pessimo stato di salute del bilancio comunale, così lasciato dalle amministrazioni che ci precedettero. Ho sofferto anche io a non vedere la nostra città viva ed accesa, ma davanti a situazioni di estrema povertà, nelle quali non si riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena, ci è sembrata la scelta meno indolore e, soprattutto, più socialmente giusta. Oggi mi auguro di trovare, almeno dal punto di vista della programmazione economico-finanziaria, una situazione più florida, per sviluppare le idee che tanto io quanto la coalizione intera abbiamo.”.

Attualmente non ha tessere di partito: ritiene sia una garanzia di equilibrio per tutta la coalizione che la sostiene o pensa di prenderne una in futuro. Se sì quale?
“E’ sicuramente un equilibrio, anche perché, come ho detto in più di un’occasione, questa è la mia ultima esperienza politica che terminerà quando avrò quasi 71 anni. Piuttosto, cercherò di essere d’aiuto e guida a tutti i giovani della città che vorranno appassionarsi alla politica, perché il futuro appartiene a loro. Anche quello della Res Publica.”.

Cosa salva dell’attuale esperienza amministrativa dei 5 stelle e in cosa hanno proprio sbagliato a suo giudizio?
“Poco o nulla, ma siccome ritengo di essere una persona oltremodo onesta, cedo l’onore delle armi a chi si è trovato ad amministrare nel periodo pandemico.”

Marialuisa Forte per il campo progressista, Pino Ruta per l’area civica. Chi preferirebbe avere come avversario in un eventuale ballottaggio? E per quale ragione?
“Vinceremo al primo turno.”.

Ha in mente uno slogan per la campagna elettorale?
“L’ufficialità della mia candidatura è arrivata da poche ore, ci sto lavorando.”

Tre priorità per Campobasso?
“Tutti i cittadini, dal centro storico alla periferia, dovranno avere gli stessi servizi e le stesse opportunità; lotta all’emarginazione e alla marginalizzazione sociale e, terzo punto: commercio, artigianato, verde pubblico e cultura.”

Ex Romagnoli e area ex Roxy: quale futuro immagina per queste due zone della città?
“Premesso che entrambe le aree sono di proprietà della Regione Molise, qualunque intervento dovrà essere concordato con la stessa. Personalmente, trovando il modo di ricollocare le attività sportive che oggi vengono praticate sull’area Romagnoli, mi piacerebbe vedere un’area verde attrezzata, anche con un anfiteatro all’aperto da destinare a concerti e spettacoli. Ovviamente, senza tralasciare nuovi parcheggi sotterranei. Sull’area ex Roxy, posso solo dire una cosa: con i sensi di marcia attuali, l’area ex Roxy diventa l’accesso al centro cittadino e non mi sembra, nella sua fatiscenza, un bel biglietto da visita. Quindi, qualunque soluzione che si vorrà adottare, di concerto con la Regione sarà indubbiamente migliorativa.”

C’è qualcosa che non le ho chiesto e che proprio vorrebbe dire agli elettori?
“Sono un uomo libero, non ho future velleità politiche e darò anima e corpo per far sentire i campobassani orgogliosi di appartenere a questa città.”

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