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Nasce un comitato per l’annessione all’Abruzzo: a Montenero di Bisaccia i primi passi per superare l’autonomia del Molise

I consiglieri Di Risio e Monturano propongono di esplorare concretamente la possibilità di riannettere l’intero Molise all'Abruzzo, com’era sino al 1963, ponendo così fine all’autonomia regionale del Molise. "Soluzione che consideriamo vitale per il futuro della nostra regione, specie se non si mettono in atto azioni a livello regionale e centrale, dirompenti, capaci di invertire la rotta. Azioni, che tuttavia non vediamo all’orizzonte, né nell’immediato e neanche nel lungo termine".

Superare l’autonomia conquistata 60 anni fa alla luce del disastro e dell’impoverimento attuali, e riannettere il Molise all’Abruzzo. E’ la proposta – non una provocazione, ma un percorso ragionato – del gruppo consigliare “Montenero Che Rinasce,” capitanato dai consiglieri Gianluca Monturano e Fabio De Risio, che hanno annunciato un’iniziativa volta a riorganizzare la regione Molise e promuovere lo sviluppo del territorio al confine con San Salvo e Vasto, quello di Montenero di Bisaccia. Ma non solo. L’autonomia regionale, introdotta più di sessant’anni fa, è ora al centro di un dibattito critico e vede sempre più cittadini molisani favorevoli alla riunificazione con il più prospero e ricco Abruzzo. E ora anche gli amministratori cominciano a esporsi con la volontà di lavorare a un percorso che superi l’autonomia di una regione piccola e sempre più spopolata e carente di servizi con l’annessione al territorio dal quale il Molise si è staccato 60 anni fa.

“La nostra regione, il Molise, è alle prese con una grave carenza di servizi essenziali per i cittadini. Le politiche di tagli lineari e di austerità hanno colpito duramente la nostra sanità pubblica, riducendone l’efficienza e la qualità. La chiusura di interi ospedali, quali quello di Larino a noi più vicino, di reparti d’eccellenza, nonché la riduzione dei presidi medici per le cure di prossimità, in molti casi a vantaggio dei privati, stanno costringendo moltissimi cittadini a cercare assistenza sanitaria al di fuori del Molise. La disoccupazione e la povertà sono in forte aumento, in tutte le fasce della popolazione” spiegano i due consiglieri di opposizione di Montenero.

Lo spopolamento è un fenomeno ormai dilagante e strutturale, specie tra i più giovani, che sono costretti, anche loro malgrado, ad emigrare lontano dai loro familiari, per trovare lavoro e fortuna. Le infrastrutture, come le strade e i trasporti su gomma, sono in condizioni che definire precarie e dire poco” proseguono Di Risio e Monturano, che formalizzano la volontà di una annessione annunciando la nascita di un comitato che lavori a questo, prima che sia troppo tardi.

de risio monturano

 

“Risultiamo essere, come Regione Molise, agli ultimi posti di ogni classifica, relativamente a tutti gli indicatori macroeconomici e sociali, utili a misurare il livello economico di un territorio. In questo contesto di precarietà e vulnerabilità estrema, il debito regionale del Molise, che ammonta ormai a mezzo miliardo di euro, rappresenta un ulteriore aggravio per i cittadini, che rischia di annegare ulteriormente lo sviluppo regionale, creando per giunta un sovraccarico fiscale per i contribuenti molisani, che devono pagare le accise regionali più alte possibili, per cercare di coprire, senza esito peraltro, questo enorme debito. Riteniamo che l’attuale situazione debitoria del Molise sia insostenibile per la nostra piccola regione, sia per l’entità del debito che per il modo in cui è stato accumulato nel corso degli anni“.

Il Molise, secondo i consiglieri, ha subito un declino significativo in termini di servizi pubblici, con la sanità particolarmente colpita da politiche di tagli e chiusure di strutture ospedaliere. La disoccupazione, la povertà e lo spopolamento stanno erodendo il tessuto sociale e economico della regione.

“In questo contesto, appoggiamo con convinzione l’iniziativa del Gruppo civico Costruire Democrazia, guidato dall’amico avvocato Massimo Romano, e da altre personalità del mondo delle professioni e della cultura, di chiedere al Governo centrale di pagare i debiti sanitari derivanti dalla gestione commissariale governativa, che perdura, senza esiti fruttuosi, in Molise dal 2009. Tuttavia, come Gruppo consigliare, riteniamo necessario considerare anche altre soluzioni, più radicali e di lungo termine, per cercare di affrontare e limitare i problemi che ci caratterizzano. In questo spirito, proponiamo di esplorare concretamente la possibilità di riannettere l’intero Molise all’Abruzzo, com’era sino al 1963, ponendo così fine all’autonomia regionale del Molise. Una soluzione che consideriamo vitale per il futuro della nostra regione, specie se non si mettono in atto azioni a livello regionale e centrale, dirompenti, capaci di invertire la rotta. Azioni, che tuttavia non vediamo all’orizzonte, né nell’immediato e neanche nel lungo termine”.

Il Gruppo consigliare ritiene che questa sia una misura necessaria per proteggere la qualità della vita dei cittadini molisani e specialmente di quelli i Montenero di Bisaccia, che spesso attraversano il confine regionale per lavoro, cure mediche e studio nell’Abruzzo più vicino.

“Siamo convinti – si legge nella nota dei consiglieri – che Montenero di Bisaccia può essere uno dei comuni capofila di un articolato processo di riorganizzazione regionale, insieme agli altri centri del Basso Molise costiero, essendo situato geograficamente in posizione strategica, al confine con l’Abruzzo e prossima a tutti i più importanti snodi infrastrutturali regionali (casello autostradale A14, ferrovia adriatica, etc.). Preme, sempre, ricordare che Montenero è ancora oggi il sesto comune per numero di residenti della Provincia di Campobasso (nonostante l’elevato spopolamento, che caratterizza tutti i comuni molisani, che portato la nostra comunità al 1° gennaio 2023 al punto più basso in termini di residenti della sua storia recente con soli 6195 abitanti (dati ISTAT, 2023), il quinto comune per estensione territoriale, uno dei quattro comuni costieri molisani e uno dei pochi municipi ad avere uno sbocco diretto sulle tre principali arterie regionali, Trignina, Bifernina e Statale Adriatica”.

Sono centinaia i monteneresi, di ogni età, che ogni giorno varcano il confine regionale delineato dal fiume Trigno, che separa, per 7 km, Montenero da San Salvo e il Molise dall’Abruzzo, per andare a lavorare, a curarsi e a studiare, nel vicinissimo Abruzzo.  “È a loro noi guardiamo con rispetto ed è per loro che intendiamo impegnarci per cercare di creare le condizioni per un futuro possibile nella nostra terra”.

Nei prossimi giorni, il nostro Gruppo Consigliare, insieme ad altri cittadini attivi e a chiunque vorrà unirsi, formerà un Comitato civico locale per promuovere un dibattito costruttivo su questa, ed altre proposte di merito. Tale Comitato avrà anche il compito di coordinarsi con eventuali altri Comitati regionali e non, che emergeranno su queste tematiche.  “In parallelo, il nostro Gruppo Consigliare si impegnerà in Consiglio comunale e nelle altre sedi istituzionali per esplorare tutte le vie possibili che possano supportare questo percorso di cambiamento, mediante atti e proposte utili. Il nostro obiettivo è chiaro: trovare soluzioni concrete e sostenibili per i problemi che affliggono la nostra comunità, al fine di garantire un futuro prospero e sostenibile per Montenero di Bisaccia e tutto il Molise”.

Fantascienza? Non proprio. In Molise, anche alla luce delle conseguenze del Dl Calderoli (Autonomia Differenziata) che secondo molti osservatori contribuirà a impoverire ulteriormente le regioni meridionali, la questione di una riunificazione con altri territori comincia a diventare un dibattito concreto. E la popolazione, al di là delle parole degli esponenti politici di vertice, sente la questione in modo abbastanza impellente.

Negli ultimi giorni del 2023, in corrispondenza del 60° anniversario dalla nascita della Regione Molise, che appunto nel 1963 si staccò dall’Abruzzo, Primonumero ha chiesto ai suoi lettori – a voi – se quella autonomia fosse, alla luce delle condizioni (leggasi difficoltà) attuali della XX Regione, da preservare oppure no. Ebbene, solo poco più di un votante su quattro (il 26% dei circa 1.130 voti) ha optato per il sì mentre quasi tre voti su quattro (837 il numero esatto) ha espresso la sua contrarietà al mantenimento dell’autonomia regionale scegliendo la risposta ‘Meglio rinunciare’.

 

 

 

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