Campobasso

La corda che tiene unite le donne in difficoltà: il murale di Croma al centro antiviolenza

La street artist campobassana: “Rappresenta una serie di donne che parlano di donne e sono collegate tra loro con una corda che idealmente le porta su per la scalinata”.

“Per noi 25 novembre è tutti i giorni”. Come non sostenere l’affermazione della coordinatrice del Centro Antiviolenza di Campobasso, Fiorella Masucci, nel giorno dell’inaugurazione dell’ultimo murale dell’artista campobassana Croma. Il tema è sentito e nel capoluogo in modo particolare. Come sottolinea l’assessore Luca Praitano: “Campobasso, in particolare le ultime due amministrazioni, hanno fatto molto. Mi auguro ci sia continuità per dare risposte quando ci sono esigenze. Sarebbe gravissimo se le persone in difficoltà non sapessero a che rivolgersi”.

Un’opera, quella di Claudia Romagnoli in arte Croma, che questa volta è all’interno di un luogo simbolo, un posto dove ci si rivolge davvero quando si è in difficoltà. E bisogna farlo, perché ci sono operatrici pronte all’ascolto e all’aiuto h24, alle quali ci si può rivolgere anche tramite il 1522, numero antiviolenza e antistalking.

Felice, Praitano, Masucci, Croma

“Questo murale è figlio del contesto dove si trova, ovvero in un centro antiviolenza – spiega la street artist – . Rappresenta una serie di donne che parlano di donne e sono collegate tra loro con una corda che idealmente le porta su per la scalinata. Una sorta di rapporto di sostegno, quello che avviene grazie alle operatrici che aiutano le donne ad uscire da situazioni difficili”.

Un’idea nata osservando il posto, appunto “la scalinata che porta al centro antiviolenza, simbolicamente è un percorso che in tante devono fare in salita fino alla rinascita. Un percorso a vortice, mi piace l’idea che le donne potessero entrare in questo centro vedendo altre donne fino all’aiuto concreto di Be Free”. La parte floreale dell’opera è stata realizzata dall’artista Alleg.

murale Croma centro antiviolenza

La situazione, almeno a livello culturale, in Molise rispecchia quella del resto del Paese: bisogna fare ancora tanto per evitare tragedia come quella di Giulia Cecchettin. “Gli sforzi che si fanno in questi centri sono messi in campo quando il problema è già sorto, e parliamo di violenza sulle donne – aggiunge Praitano –. Diamo risposte quando di fatto ci sono problemi all’interno della famiglia e le donne possono rivolgersi al centro. Bisogna fare molto di più però nella fase in cui si educano le persone al rispetto e alla non violenza, lo Stato deve investire su questo”.

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