Termoli jazz

Il calore del ritorno: emozionante ‘chiacchierata’ al piano con Antonio Artese che esorta: “Reclamate spazi per la cultura”

Un concerto-evento, inserito a 'sorpresa' nel calendario del Termoli Jazz 2023, che ha commosso la platea del Sant'Antonio grazie alla maestria, alla raffinatezza estetica e alla forza espressiva del pianista compositore di fama internazionale

Una emozione reciproca, con uno scambio emotivo intenso e quasi palpabile, ha accompagnato il concerto di Antonio Artese, un superlativo fuori programma inserito nel cartellone del Termoli Jazz 2023, organizzato dall’associazione Jack presieduta da Michele Macchiagodena. Molto più che una semplice performance, l’evento che è andato in scena nella serata di venerdì 1 dicembre all’ex cinema Sant’Antonio (proprio nella sala dove nel gennaio 2020 l’artista termolese aveva regalato la sua ultima esibizione ai suoi concittadini) è stato un incontro emozionale.

Con ‘Piano Solo’, concerto anteprima del prossimo album da solista del compositore, Artese ha fatto ritorno nella sua Termoli, città con cui il legame non si è mai dissolto, come testimoniato dall’atmosfera intima e unica creata con il pubblico. “Con i miei concerti giro il mondo ma devo ringraziarvi e complimentarvi con voi, non capita sempre di incontrare un uditorio così attento e partecipe”. Un silenzio pregno di tensione, intesa come sforzo di concentrazione e ascolto empatico, ha riempito infatti la sala in cui si è sprigionata la magia musicale. Una magia, anche visiva, in forma di suite, eseguita con un pianoforte a coda d’eccezione e dalle sonorità sbalorditive, di brani originali composti, per piano solo appunto, nell’arco di 15 anni di vita artistica, intervallati da standard jazz. Esperimenti, in molti casi, con arrangiamenti creativi in cui musica classicheggiante ha fatto da preludio alla vena improvvisatoria, digradando appunto nel jazz.

Spazio anche a creazioni recenti, proposte in anteprima assoluta a Termoli, come la Ballad for myself composta da Artese solo pochi giorni fa o come il brano-dedica scritto dall’artista per la moglie, e che darà il nome non solo al tour che partirà a marzo prossimo ma anche all’intero album, Blonde Girl appunto.
Non sono mancate, poi, le sorprese in scaletta, a cominciare dalle iconiche Il cielo in una stanza di Gino Paoli e Blackbird dei Beatles.

concerto artese jazz sant antonio
concerto artese jazz sant antonio
concerto artese jazz sant antonio

Un’esibizione che ha commosso ed emozionato i tanti (per la verità non tutta la sala era al completo) che hanno risposto presente all’appuntamento che è stato una sorta di chiacchierata al piano con l’affermato artista, per molti un amico di vecchia data. Tra i momenti centrali della serata anche un affondo su un tema sovente dibattuto ma che sembra ai margini di larga parte dei programmi politici cittadini: quello della cultura e in particolare dell’assenza di luoghi ad essa dedicati. Il discorso di Antonio Artese è sembrato una viva esortazione rivolta in primis ai cittadini stessi: “C’è un fondamentale bisogno di cultura, cibo per l’anima. Ma ci vogliono posti adatti che non possono essere piccole sale, come questa, o chiese. Dovete reclamarli: sono più fondamentali di una rotonda o di un muretto di contenimento. So che si sta per inaugurare un nuovo spazio che chiamano auditorium anche se auditorium non è. Bene, ma è una saletta e non basta”. Un appello accalorato accompagnato da una nota amara: “Paradossalmente, rispetto a quando sono andato via da questa città, si è andati indietro”.

Per congedarsi, dopo i sinceri applausi della platea, il pianista ha intonato uno squisito arrangiamento di Astro del ciel, e così – e con gli abbracci e le strette di mano che sono seguite a fine esibizione – ha dato il suo personale augurio a tutti i presenti per l’imminente Natale.

Di seguito un piccolo estratto video della serata. 

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