Busso

Entrano in una tartufaia controllata per rubare le ‘pepite’ bianche, scoperti e denunciati

Il proprietario del fondo riservato a Busso ha scoperto una coppia di ladri con un carico di tartufi bianchi appena cavati, in volazione delle norme. Quest'anno la quotazione del Tuber Magnatum oscilla intorno ai tremila euro al chilo

Sapevano di andare a colpo sicuro entrando in una tartufaia controllata. E avrebbero portato via molti tartufi bianchi pregiati se il proprietario di quel bosco non li avesse scoperti denunciando la coppia ai carabinieri forestali.

E’ successo sabato scorso a Busso, comune molisano a pochi chilometri da Campobasso in cui non mancano aziende e cavatori di tartufi, sia neri che bianchi. Dal 1 ottobre (e fino al 15 gennaio) è in corso la stagione di raccolta del pregiato Tuber Magnatum il cui prezzo, in questa primissima parte di periodo di cavatura, si aggira intorno ai tremila euro al chilo. 

Inevitabile che con una quotazione tanto elevata le tartufaie controllate private facciano particolarmente gola a chi cerca un facile guadagno. Si tratta di superfici boschive in cui già crescono naturalmente i tartufi e dove la produzione può essere incrementata adottando opportune pratiche colturali e mettendo a dimora determinate piante e alberi sotto i quali crescono e si sviluppano le deliziose ‘pepite’ che poi finiscono, proprio partendo dal Molise e dalla zona di Busso, nelle fiere di settore e nelle cucine di chef stellati.

Le tartufaie controllate sono generalmente recintate, chi ha invaso il bosco per portare via i tartufi ha danneggiato la rete di protezione per entrare e scavare nel terreno alla ricerca del pregiato alimento che avrebbe potuto fruttare sul mercato migliaia di euro. Il proprietario del terreno, però, anche lui alla ricerca di tartufi sabato scorso, gli ha rovinato la festa.

 

 

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