La relazione luglio-dicembre 2022

Mafie in Molise, per la Dia “espansione silente. Cresce l’infiltrazione della criminalità sanseverese”

La relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia sul periodo luglio-dicembre 2023 conferma le infiltrazioni dalla provincia di Foggia in Basso Molise e dalla Campania a Campobasso e Isernia

Tante conferme, qualche novità. Ma soprattutto la certezza che “l’espansione finisce con l’avvenire in forma del tutto silente”. Lo scrive a proposito del Molise la Dia nella sua relazione semestrale sulle attività della criminalità organizzata nel periodo luglio-dicembre 2022.

Ancora una volta infatti gli inquirenti confermano il doppio binario dell’infiltrazione criminale nella nostra regione: dalla provincia di Foggia con diverse batterie ma soprattutto sanseveresi in Basso Molise, dai clan camorristici della Campania nella provincia di Isernia e nella zona di Campobasso.

Il pericolo maggiore resta quello dalla vicina Capitanata. “Non è da escludere che la società foggiana stia individuando nuove aree di espansione in cui il tessuto criminale (come quello del Molise) favorisce ampie manovre di assoggettamento da parte dei sodalizi foggiani”. A conferma di quanto scritto, la Dia evidenzia le varie operazioni delle forze dell’ordine e inchiesta rilevati quali “Round trip” e “White beach” che hanno scoperchiato importanti attività criminali nel campo del traffico di droga.

I magistrati rilevano più volte la presenza dei criminali sanseveresi e pongono l’attenzione su un clan relativamente nuovo quale quello dei Barbetti, particolarmente attivo in furti, usura e traffico di droga in sinergia con il clan Papa-Ricci. La relazione semestrale sottolinea che “nell’ultimo periodo è stata registrata la sua presenza in Molise per l’alimentazione di alcune piazze di spaccio in collaborazione con soggetti della locale comunità rom”.

Il documento della Direzione investigativa antimafia riprende più volte le parole del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Campobasso, Mario Pinelli, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. “Le incursioni mafiose da territori limitrofi non vengano ad impattare con cosche stanziali già impiantate sul territorio così da sfociare, come di regola avviene in questi casi, in manifesti atti contrappostivi, sicché l’espansione finisce con l’avvenire in forma del tutto silente e inferibile, eventualmente solo in base alla commissione dei cosiddetti reati-spia tali da lasciar emergere tracce sintomatiche e disvelanti del fenomeno”.

Le piazze di spaccio sono ormai note: Termoli e Campomarino su tutte, poi Guglionesi e più di recente San Martino in Pensilis, segnalata dall’operazione dei Carabinieri denominata “Le Stradelle” il 16 novembre 2022, con l’arresto di tre persone per traffico di cocaina.

In quel caso, come in tanti altri, l’approvvigionamento di droga avveniva in provincia di Foggia. Che la Capitanata sia la centrale da cui si riforniscono gli spacciatori molisani, lo conferma ancor di più il fatto che anche la criminalità straniera si rifornisca dai clan foggiani. La relazione cita infatti soggetti ghanesi e nigeriani che gestivano le cessioni di cocaina ed eroina utilizzando monopattini per effettuare rapide consegne e sfuggire ai controlli, come scoperto dalle forze dell’ordine a Campobasso.

A proposito di presenze criminali, da citare l’arresto eseguito il 14 settembre 2022 dalla Guardia di finanza nei confronti di un pregiudicato napoletano sorpreso alla guida di un’auto nella quale nascondeva hashish, marijuana e cocaina. Si tratta di un pregiudicato ritenuto affiliato al clan camorristico Baratto-Volpe di Fuorigrotta.

Fra le note positive le sole 2 interdittive antimafia emanate nella nostra regione nel 2022. Una cifra davvero esigua, considerando che tre anni fa erano state 28.

Ma occorre rimanere in agguato, come testimoniano i protocolli di legalità firmati dalle istituzioni durante l’anno passato. “Sotto il profilo evolutivo non si può escludere che lo sconfinamento della criminalità organizzata delle regioni limitrofe nel Molise possa trovare una verosimile ragione negli indotti generati dal Pnrr” conclude la relazione.

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