Di classico e convenzionale la sua presentazione non ha avuto nulla. Perché sin dal momento in cui Franco Arminio ha preso il microfono e la parola, introdotto da Gianluca Venditti dell’associazione Afra di Larino, ha iniziato a dialogare con il pubblico dell’ex cinema Sant’Antonio di Termoli per una chiacchierata tra racconti, domande e risposte, aneddoti, storie, poesie tradotte in dialetto.
Per la prima di Scrittori al parco, eccezionalmente andata in scena lunedì 26 giugno nella sala del centro a pochi passi dal Municipio, organizzata per la terza edizione dall’associazione Casa del libro, è stato ospite il poeta, scrittore e paesologo campano per presentare il suo ultimo lavoro Sacro Minore.
Apre subito con un elogio a Termoli, definita “la città della luce”, “perché esiste una geografia della luce – spiega al nutrito pubblico arrivato da diversi centri del Molise ma anche da fuori regione, tra termolesi rientrati e turisti incuriositi – e a Termoli c’è una luce bellissima che mi piace molto, mi fa stare bene. Anche il Molise mi piace – continua – amo i piccoli paesi, sono come le persone, non ci sono motivi per cui ti stanno simpatici, ti piacciono e basta e il Molise mi fa simpatia, qui c’è la vitamina M“.
Poi tocca il tema dei piccoli paesi, “qui in Molise tutti vanno via, io sono rimasto al mio paese, Bisaccia, in provincia di Avellino ma il paese è andato via. Voi e anche noi abbiamo ancora la capacità di vivere il paese, ogni tanto – dice alla platea – prendete la macchina e andate dove non va nessuno, a chiacchierare con le signore del paese che tanto avranno da dirvi, vi stanno aspettando per raccontarvi la vita, perché sono cresciute raccontando storie. Sacro Minore racconta proprio questo, tutto ciò che è sacro intorno a noi, quello che possiamo cogliere con il nostro sguardo, è una raccolta di pensieri che iniziano tutti con la parola sacro“.
Passa poi in rassegna il suo pubblico, facendo domande sulla loro provenienza e porta sul palco dei lettori eccezionali per tradurre le sue poesie in tedesco, termolese e poi in arbëreshë.
A fine incontro, quando si prepara per il firma copie, una sorpresa inaspettata lo sorprende: il piccolo Giovanni Paolo lo omaggia con un disegno, “l’ho fatto mentre parlavi”, gli rivela. E lui lo ringrazia, “è stata una giornata piena di epifanie, ma noi non le vediamo, tu sei stato una delle più belle, il fiocco alla serata. Abitiamo il Molise con un pizzico di entusiasmo in più“, conclude.
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