Botta e risposta col gemelli

Radioterapia, l’operazione verità di Toma: “Costi gonfiati e contro legge”. L’oncologo Giglio, per i pazienti non cambia nulla

Conferenza stampa a Campobasso per ‘replicare’ al Gemelli Molise. Un incontro voluto dal commissario ad acta e presidente della Regione Donato Toma per precisare una "serie di inesattezze emerse in questi ultimi giorni". Al tavolo presenti il direttore sanitario Evelina Gollo, il medico oncologo del Cardarelli Gianfranco Giglio, il sub commissario Giacomo Papa e il direttore generale Asrem Oreste Florenzano. Mostrati i documenti e gli atti ministeriali e normativi che mostrano i costi "illegittimi" rispetto trattamenti propedeutici per la radioterapia, quali sono le schermature personalizzate e i sistemi di immobilizzazione. "Trattamenti che devono essere pagati una volta soltanto, come chiarisce inequivocabilmente la norma" ha detto Toma. Giglio puntualizza: "Voglio precisare che per i pazienti non cambia nulla. Abbiate fiducia. Chi deve essere curato continuerà il suo percorso con tutte le attenzioni a cui ha diritto"

E’ il Ministero della Salute che lo scrive a chiare lettere: l’oggetto di tariffazione della schermatura personalizzata per la seduta successiva di radioterapia vale una sola volta anche quando eventualmente ripetute più volte. La nota è quella che il Ministero invia al Commissario ad acta della Regione Campania. Che, nel 2017, aveva una situazione pressoché similare a quella della Regione Molise.

E la “schermatura personalizzata” nonché il “sistema di immobilizzazione personalizzato” a carico del paziente sono al centro dell’esubero dei costi rispetto ai quali il commissario ad acta del Molise, Donato Toma, ha adottato provvedimenti finiti sotto accusa da parte del Gemelli Molise. Che la settimana scorsa ha convocato una conferenza stampa parlando di azioni inaccettabili da parte della struttura commissariale che avrebbero provocato inevitabili conseguenze sulla salute dei pazienti.

“Le cose non stanno così”. Lo dice distintamente il commissario e presidente Toma che al tavolo della conferenza stampa convocata questa mattina presso la sala riunioni dell’Asrem di via Ugo Petrella è accompagnato dal direttore sanitario Evelina Gollo, dall’oncologo del Cardarelli chiamato alla validazione delle prescrizioni del Gemelli, il dottore Gianfranco Giglio, dal sub commissario Giacomo Papa e dal direttore generale dell’azienda sanitaria Oreste Florenzano.

Quella che è in corso – inizia Toma – è una ridefinizione della sanità perlopiù privata che non può sostituirsi a quella pubblica. Primo punto.

E prosegue: “Le inesattezze emerse in questi ultimi giorni inducono la popolazione ad una preoccupazione legittima, che tuttavia non ha motivo di esistere e che siamo qui per chiarire una volta per tutte”.

La settimana scorsa si è tenuta un tavolo tecnico con Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che svolge una funzione di supporto tecnico ed operativo alle politiche di governo dei servizi sanitari). L’incontro è avvenuto a Roma dove sono intervenuti rappresentanti amministrativi e scientifici del Gemelli e i commissari. La riunione “si è chiusa con una verbalizzazione dettagliata che conferma il modus operandi di questa struttura – ha detto Toma – che agisce secondo quanto indicato dal Ministero della Salute con una circolare e secondo un comportamento assunto già dal commissario ad acta della Campania dove si sono verificate le medesime cose”.

All’osso: “Noi non entriamo nelle prescrizioni mediche specialistiche operate dalle strutture private – ha spiegato Toma – ma trasformiamo in tariffazione ciò che viene prescritto. Quanto alle schermature personalizzate (procedimento radiodiagnostico che consente di individuare il focolaio della malattia) se ne possono fare quante più necessarie possibili ma il pagamento avviene a trattamento e non a focolaio. Cioè un solo pagamento anche se le schermature sono, per esempio, 100. E’ impensabile il contrario”. Ogni pacchetto, stando al nuovo tariffario aggiornato, ha il costo di circa 52 euro. E Giacomo Papa puntualizza quindi che “Il Dca adottato dalla struttura commissariale non taglia un bel niente ma semplicemente ripristina la legittimità in ordine alla contabilizzazione delle prestazioni”.

“Abbiamo un tariffario nazionale – spiega – quello che usiamo noi è del 2012 e indica chiaramente il valore economico delle prestazioni. Ci sono alcune pagate a seduta (come la radioterapia) ma ci sono alcune attività propedeutiche alla prestazione che vanno pagate per l’intero trattamento. Cioè: una sola volta. Sia se ne faccio uno sia se ne faccio cento. In particolare per la radioterapia ci sono 5/6 prestazioni per le quali il pagamento è valevole una sola volta. In Campania alcune strutture applicavano in maniera non conforme il tariffario andando oltre il singolo calcolo economico. Quindi la struttura commissariale della Campania propose il quesito al Ministero che già nel 2017 precisò che la schermatura personalizzata è pagata una sola volta per intero trattamento”.

E va detto che quella interpretazione ministeriale fu messa al vaglio del Tar Campania e del Consiglio di Stato, che l’hanno validata.

Stessa cosa accade in Molise. Il Gemelli “contabilizza più prestazioni, per esempio 189, ma il trattamento risponde sempre e soltanto ad uno”. E Toma sottolinea che “non interessa il numero delle schermature ma la tariffazione che è un pacchetto e può comprendere da una a tutta quelle che il medico ritiene opportune”.

Quindi Papa ribadisce che “non si può applicare un tariffario diverso perché per legge siamo obbligati al DM del 2011 essendo anche noi una Regione in piano di rientro”.

E qui l’aspetto che più interessa i pazienti: “Non è cambiato nulla perché nulla aggrava l’accesso del paziente alle cure”. E a rafforzare questo aspetto interviene il dottore Gianfranco Giglio. Medico ematologo ed oncologo dal nome autorevole e riconosciuto sotto molteplici profili medico-scientifici: “Mai permetterei ad un paziente di non essere sottoposto alle cure di cui necessita. Io sono un medico. Semplicemente sto qui a ribadire che la schermature necessaria per individuare la parte da colpire con le radiazioni non può essere pagata in base alle volte di cui il radioterapista ha bisogno. I pazienti hanno diritto a tutte le cure necessarie e su questo nessuno di noi si risparmia”.

Piuttosto con i soldi “mal spesi” finora (almeno dal 2015 stando ai dati illustrati in conferenza stampa) si poteva addirittura pensare ad un reparto di radioterapia che fosse proprio della sanità pubblica “e vi dirò di più – conclude Toma – abbiamo chiesto un calcolo per sapere quante sono le risorse necessarie perché il Cardarelli sia dotato di questo reparto imprescindibile per la cura delle malattie oncologiche”.

 

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