Stretta sul superbonus

In Molise detrazioni per 465 mln. “Ci sono i soldi per pagare le tasse e non manodopera e materiali”

Il presidente di Acem-Ance Corrado di Niro sottolinea il paradosso dopo la stretta del Governo sulla cessione dei crediti. Il centrodestra difende la misura. “Necessaria dopo anni di mancati controlli” dice il senatore di FdI Della Porta. “Follia pura” il commento del M5S. In Molise al 31 gennaio 2023 sono state depositate 2.349 asseverazioni per il Superbonus a fronte di 107.314 edifici residenziali.

In Molise al 31 gennaio 2023 sono state depositate 2.349 asseverazioni per il Superbonus a fronte di 107.314 edifici residenziali (il dato è riferito al censimento 2011) con una incidenza tra asseverazioni ed edifici pari al 2.2%. Le detrazioni previste a fine lavori ammontano a 465 milioni di euro con un importo medio di 198mila euro. Le cifre sono del report della Cgia di Mestre basato su dati Enea e Istat.

Corrado di Niro edili acem

Lo stop alle cessioni del credito imposto dal Governo di Giorgia Meloni fa insorgere la categoria degli edili del Molise. Lo scenario che si prospetta dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito è il presupposto per far fallire tante imprese, secondo il presidente Corrado Di Niro che parla a nome dell’Ance-Acem. “Siamo preoccupati, si rischia il fallimento di tante aziende. Ed è paradossale perché noi come edili ci aspettavamo lo sblocco dei crediti nei nostri cassetti fiscali: ora ci sono i soldi per pagare le tasse ma non per pagare i dipendenti e i materiali”.

Per Di Niro la norma “andava sicuramente gestita in maniera diversa, ma la soluzione non può essere questa decisa anche perché proprio nel momento in cui i crediti si potevano sbloccare è arrivata la stretta”. Una stretta che si ripercuote anche sul caro-materiali e sulla estrema difficoltà a trovare la manodopera “perché nessuno vuole più fare  questo lavoro”, e che per giunta va a incidere pesantemente non solo sui tanti lavori privati iniziati, che già con questa misura mettono in crisi le aziende, “ma anche sui lavori pubblici che ora saranno ridimensionati per poter essere portati a termine”.

Costanzo Della Porta

Difende la misura e lo stop alla cessione il centrodestra e in modo particolare Fratelli d’Italia, il partito della premier. “Lo stop alla cessione dei crediti si è resa necessaria per una situazione divenuta incontrollabile, e come accaduto per il reddito di cittadinanza le anomalie del Superbonus 110 sono state generate dallo scarso controllo da parte dello Stato e oggi queste anomalie si riverberano sul provvedimento finalizzato a non creare debito pubblico”. Sono le parole del senatore Costanzo Della Porta, sindaco di San Giacomo degli Schiavoni, che sottolinea come “sul Superbonus non ci sono stati i giusti controlli a monte e dopo due anni si sono verificate queste anomalie alle quali andava a posto rimedio”.

valerio fontana m5s

Il M5S al contrario, che ha voluto fortemente il Superbonus 110 (“perché ce lo ha anche chiesto l’Europa”, ricorda oggi il coordinatore regionale Antonio Federico), critica la stretta. “Siamo in una situazione paradossale – scrive in un post dettagliato su facebook il consigliere regionale Valerio Fontana – se il presidente Toma poteva tutelare le imprese molisane, è la sua stessa sfera di appartenenza politica ad averglielo vietato. Lo scenario è il disastro nazionale: 30 mila imprese rischiano il fallimento immediato e 150 mila persone potrebbero restare senza lavoro. Non solo: milioni di famiglie avrebbero potuto migliorare energeticamente e sismicamente le proprie case, ma non potranno farlo poiché costrette a mettere le mani a un portafogli purtroppo sempre più vuoto. Neanche il bonus sulle barriere architettoniche è esente dalla mannaia della Meloni”.

 

Fontana aggiunge: “L’unico scopo dell’attuale Governo nel seppellire questa misura è chiaro dal primo giorno del mandato: affossare una manovra che nel 2021 è valsa un aumento del Pil per il 6,7% solo perché fatta dal Movimento 5 Stelle, senza preoccuparsi che a pagarne le conseguenze saranno cittadini, imprese e lavoratori. Tutto questo avviene mentre Salvini si pronuncia sulla direttiva europea per lo stop ai motori a scoppio dichiarandosi contrario perché dannosa per le imprese italiane. Peccato che il giorno dopo, il suo centrodestra ne condanni al fallimento ben 30 mila. Siamo di fronte a una politica brutale, condita da ipocrisia allo stato puro”.

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