Operazione "le stradelle"

In Basso Molise il business dello spaccio è sempre più opera di “ceppi locali”

E' la terza attività investigativa nel giro di pochi mesi che smantella organizzazioni "autoctone. Nuclei del posto - spiega il colonnello dei carabinieri Luigi Dellegrazie - che in Puglia vanno soltanto per i carichi. In questa indagine le segnalazioni sono arrivate anche da parte di genitori disperati a causa dei propri figli minori già consumatori di sostanze come cocaina e hashish"

Se tre indizi fanno una prova, tre inchieste giudiziarie nello stesso territorio, per lo stesso motivo e con le stesse conclusioni fanno una certezza. Va dritto al sodo il colonnello dei carabinieri Luigi Dellegrazie: “In Basso Molise ci sono propaggini delinquenziali autoctone. Questo è un dato oramai certo che nasce dai risultati di tre indagini antidroga condotte nella stessa aerea e che ci hanno permesso di fermare un certo traffico di stupefacenti di cui ad occuparsene erano sempre nuclei del posto”. La Puglia per il Basso Molise, anche la Campania per il Molise centrale e la provincia di Isernia, frequentemente sono zone di solo rifornimento. Poi si torna in regione e si organizza lo spaccio. Tanto all’ingrosso quanto al dettaglio.

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Operazione “Le stradelle”, quella che all’alba di oggi – mercoledì 16 novembre – ha portato all’esecuzione di 4 misure restrittive a carico di altrettanti soggetti di cui tre di San Martino in Pensilis e uno di Campomarino è l’epilogo di una ricostruzione precisa in quest’analisi di delinquenza territoriale. Osservazione iniziata con operazione “Contratto” a giugno scorso e condotta a Santa Croce di Magliano sempre dai carabinieri. In quella circostanza “eseguimmo nove misure – spiega Dellegrazie – A finire in carcere esponenti della comunità Rom stanziale nel comune di Santa Croce di Magliano, loro erano i vertici di una organizzazione che riforniva di stupefacenti l’intera zona con carichi settimanali effettuati in Puglia”.

I frame di un video già visto, ricompaiono anche con operazione “White beach”. “Diciotto misure cautelari – prosegue il comandante provinciale dell’Arma – eseguite fra Termoli, Campomarino, Sant’Elia a Pianisi, Guglionesi e San Severo. Ma dove San Severo, ancora una volta, è zona di rifornimento perché il mercato, anche in quella occasione, era gestito da nuclei locali”.

Per il comandante dell’Arma, in sostanza, il business degli stupefacenti ha “propaggini autoctone” e dunque è ancor più necessaria la collaborazione dei cittadini per frenare un fenomeno che come ha documentato questa ultima attività investigativa condotta a San Marino in Pensilis “vede sempre più giovanissimi coinvolti, minori che fanno uso di hascisc e di cocaina, di marijuana o di robaccia sintetica. Sono tantissimi. Questa inchiesta lo dimostra ulteriormente – conclude l’ufficiale Dellegrazie – perché le segnalazioni che abbiamo avuto sono arrivate anche da parte di genitori disperati”.

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