San giuliano di puglia

Il villaggio-modello distrutto da ladri e sciacalli candidato a diventare centro della Croce Rossa

Video-reportage dall'insediamento temporaneo costato 12 milioni di euro, che per dieci anni ha ospitato gli sfollati del paesino molisano colpito al cuore dalla strage della scuola crollata.

Era un modello di ricostruzione leggera, primo esempio italiano di insediamento temporaneo post sisma che al posto dei container o delle tende era dotato di casette di legno, ben fatte, confortevoli, accoglienti, e di un modello di paese riprodotto con negozi, chiesa, Municipio, farmacia, e scuole. Oggi, a vent’anni dal terremoto di San Giuliano di Puglia e a 19 anni dalla sua inaugurazione (fatta alla presenza dell’ex premier Silvio Berlusconi e dell’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso) il villaggio di san Giuliano di Puglia è un fantasma, un luogo dell’abbandono, dell’incuria dove vandali, ladri di rame e sciacalli hanno saccheggiato fino all’ultimo  mobile, all’ultimo sanitario divelto e fatto a pezzi.

Non è rimasto più nulla, se non il peso di una seconda ferita per la comunità già colpita mortalmente dalla morte dei bambini uccisi da una scuola costruita nel peggiore dei modi, “come nemmeno un canile si costruisce”, come disse Nicola Magrone, il pm che ha curato il delicato e sofferto processo per il crollo della Jovine.

Il villaggio di legno, che ha ospitato gli sfollati per quasi dieci anni, è stato invece costruito benissimo, esempio di insediamento-modello trasformato in una carcassa gigantesca di rottami e assi di legno marcio nel cuore degli uliveti che guardano verso il centro storico.

“Il progetto definitivo per la riconversione dell’insediamento temporaneo di San Giuliano in centro di formazione della Croce Rossa Italiana per tutto il Centro-Sud è in fase di stesura” ha detto in questi giorni il sindaco Giuseppe Ferrante “e la progettazione per la ristrutturazione tramite Invitalia, nell’ambito del Cis (contratto di sviluppo) per il Molise è già stata affidata”. Subito dopo la stesura del progetto dovrebbe partire la gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori di recupero. Ma la domanda è lecita, inevitabile: come è possibile recuperare un insediamento che versa in queste condizioni?

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