Politiche

Diritti delle donne, Caterina Cerroni (Pd): “Serve una nuova legislatura”

"È necessaria un’inversione di rotta. Il Pnrr offre tante opportunità", sottolinea la candidata del Pd alla Camera dei deputati e segretaria nazionale dei Giovani dem

La candidata del Pd alla Camera Caterina Cerroni interviene sui diritti delle donne in Molise e in Italia: “È complicato essere donna in Molise, una Regione in cui molto spesso non è garantita la parità salariale, in cui l’occupazione maschile è di 20 punti superiore all’occupazione femminile. Una Regione in cui ci sono solo due centri antiviolenza, oberati di richieste e costretti a lavorare con risorse insufficienti. La Regione col più alto tasso di obiezione di coscienza. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza per il Molise rappresenta un’occasione preziosa per ripensare gli approcci e le misure esistenti ai fini di un miglioramento della condizione femminile. La strada da percorrere è ancora lunga e la pandemia l’ha resa ancora più in salita. Le politiche messe in atto durante il periodo dell’emergenza sanitaria hanno drammaticamente ignorato la dimensione di genere della crisi, a livello sanitario, sociale ed economico. Le misure adottate in quella fase mostrano infatti una sostanziale continuità con il passato. Le innovazioni, quando ci sono state, sono state di natura emergenziale e temporanea, rivelando così una reticenza ad affrontare le cause profonde e strutturali delle diseguaglianze di genere nel nostro Paese e nel nostro territorio.
È necessaria un’inversione di rotta.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede importanti investimenti per gli asili nido e le scuole dell’infanzia, risorse non irrilevanti per estendere il tempo pieno e le mense scolastiche, la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti con un potenziamento dei servizi domiciliari, il completamento della riforma dell’assegno unico per i figli, maggiori sostegni all’imprenditoria femminile e la creazione di un sistema di certificazione della parità di genere nelle imprese. A fronte di un lavoro di cura che pesa in modo sproporzionato sulla componente femminile delle famiglie, si tratta di risorse importanti, di infrastrutture sociali fondamentali per liberare il tempo delle donne. E ancora altri orizzonti andrebbero aperti: una prospettiva intersezionale che metta al centro un ripensamento dei tempi e delle forme di lavoro, che cambi la scuola potenziando le competenze di bambine e ragazze, eliminando ogni stereotipo dai libri di testo, una visione che risolva la carenza di una visione femminista nei luoghi del potere, che sappia contrastare con forza la violenza contro le donne e ogni tipo di discriminazione.
Tali orizzonti sono purtroppo ancora lontani, ma non irrealizzabili. Lottiamo assieme per raggiungerli”.

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