L'intervista

Federico (M5S): “Il centrodestra ricordi che il Molise è governato da loro. Patriciello? Venne in Parlamento per perorare una sua causa”

Il deputato e coordinatore regionale del M5S a tutto tondo sugli avversari e gli ex compagni di viaggio: "Ho rinunciato a 400 mila euro, mi dispiace di essere rimasto solo, ma quello del parlamentare è un impegno di responsabilità". Oggi sarà a Termoli con Giuseppe Conte: "Voleva esserci, conosce bene la vicenda di Di Michele e ci teneva a far sentire la sua vicinanza agli elettori".

Non è candidato eppure il suo orologio sembra correre all’impazzata. Antonio Federico, classe 1980, campobassano e deputato del Movimento 5 Stelle è anche l’ultimo superstite della delegazione grillina originale che nel 2018 fece un eccezionale en plein alle elezioni. E’ coordinatore regionale del partito e fedelissimo di Giuseppe Conte.

Federico e Conte

Oggi ci sarà Giorgia Meloni a Termoli e, in serata, è previsto l’arrivo di Giuseppe Conte. Intanto il centrodestra ha già portato in Molise i pezzi grossi. Sembra di essere tornati alle Regionali del 2018 e a quel tormentone che aveva paragonato il Molise all’Ohio, o non è così?

“All’epoca il momento storico era diverso e si parlava di noi come dell’Ohio d’Italia perché si doveva formare il Governo (quello che poi si formò, effettivamente, sotto il nome di Conte I). Chiaro che in quel clima di attesa tutti i leader cercavano di parlare al Paese ritagliandosi uno spazio nei comizi per le nostre elezioni regionali. Oggi Conte, e come lui tutti gli altri, sta facendo una campagna elettorale meno legata ai comizi, pensi che solo domani toccherà qualcosa come sette località tra cui Termoli. Ci tenevo che venisse anche sulla costa per dare un segnale di presenza e partecipazione anche rispetto a quelli che sono stati i malumori interni al partito all’esito delle parlamentarie. Conte sa bene cosa è accaduto e ci teneva a far sentire la sua vicinanza.

(La vicenda a cui l’onorevole Federico si riferisce è quella legata alla rinuncia alla candidatura alla Camera di Nick Di Michele. Il consigliere comunale di Termoli che, pur avendo preso più preferenze di Annamaria Belmonte, è stato retrocesso in seconda posizione – dunque non più come capolista che gli avrebbe dato chance di vittoria maggiori – per garantire la rappresentanza di genere).

Di Michele sa bene che faceva parte delle regole d’ingaggio, il rammarico non è per la persona ma per quelli che avevano voluto il suo nome e che credono nei nostri principi. Ora dobbiamo impegnarci per far conoscere al Molise i nostri candidati che non sono certo delle riserve”.

I tempi erano diversi, certo. Oggi la delegazione molisana del M5S è andata in mille pezzi. L’eurodeputato Aldo Patriciello (FI) l’altro giorno ha detto che i paracadutati Cesa e Lotito faranno comunque meglio di voi, che non avete fatto nulla per questa regione e che nessuno si ricorda più di voi. Intende replicare?

“Certo che sì! Era un altro momento il 2018 e dispiace che siamo partiti in quattro e sono rimasti solo io, ma è un impegno importante quello parlamentare sia in termini di responsabilità (nel mezzo c’è stata una pandemia e poi la guerra) che economici. I miei colleghi si sono tirati indietro, io non l’ho fatto e ho rinunciato anche a più di 400 mila euro di indennità. In tutti questi anni di esperienza politica ho incontrato Aldo Patriciello una sola volta e casualmente a Montecitorio. Mi stavo dirigendo in commissione Affari Sociali dove discutevamo della riforma degli Irccs (come è per l’appunto il Neuromed di Pozzilli). Italia Viva, una parte del Pd e tutto il centrodestra volevano far passare un emendamento per superare il tema dell’extra budget nei piccoli istituti di ricerca scientifica. L’emendamento non è passato, il tetto massimo è rimasto grazie al voto contrario del M5S, ma è chiaro che lui era lì per perorare una causa personale. Se questo è il suo apporto immagino che possiamo farne anche a meno”.

Non c’è campagna elettorale in cui il Molise non venga dipinto come una regione bella ma da valorizzare, arretrata ma dal potenziale inespresso. Persino il centrodestra la dipinge così, ma è proprio il centrodestra a governare i Molise. Non lo trova un po’ paradossale come ragionamento?

“È paradossale, certamente! Facciamo un esempio: si parla da vent’anni dell’autostrada, ogni tanto qualcuno di alza e annuncia la soluzione senza capire che stiamo parlando di un cantiere imponente, costosissimo che ha bisogno di una progettualità ben studiata. La collega Tartaglione qualche mese fa ha fatto delle uscite pubbliche sull’argomento (e sui 100 milioni stanziati per il collegamento tra A1 e A14) e io feci un question time in commissione per domandare quale fosse il progetto. Non lo sapeva nessuno, tutte ipotesi, nessuna concertazione per esempio con il sindaco di Mignano Monte Lungo (è proprio in questo piccolo comune a due passi dal Molise che le auto dovrebbero essere deviate da Venafro durante la realizzazione del collegamento). Per un’opera così vanno chiuse strade, stretti accordi con Anas e ministero, creati svincoli e deviazioni, lavorare per lotti…”.

Sembra ancora contrario all’idea di una autostrada

“Sono contrario, ma aperto alla possibilità di realizzare una strada a 4 corsie e ad alta velocità sostenibile sia sotto il profilo finanziario che ambientale”.

Parliamo di sanità: ieri anche il dottor Giuseppe Cecere, candidato al Senato per il centrosinistra, ha parlato di voi dicendo che non avete fatto abbastanza quando in Molise si moriva per Covid-19, che non vi siete attivati per le ispezioni quando lui stesso ve le chiedeva. Ha qualcosa da rimproverarsi?

“Ho fatto tutto ciò che era in mio potere in quel momento e anzi voglio ricordare a Cecere che se le ispezioni ministeriali sono arrivate, purtroppo solo a gennaio del 2021, è stato anche per la mia interrogazione fatta a novembre del 2020. Non ho nulla da rimproverarmi, semmai la Regione e il governo di centrodestra dovrebbe chiedere scusa ai molisani per aver alimentato confusione con i dati errati sui posti letto e la questione del centro Covid tra Larino e Campobasso”.

Tra meno di un mese si vota: qual è la vostra strategia per recuperare consenso alla luce dei voti persi negli ultimi anni?

“È necessario parlare a quante più persone possibili e spiegare quello che non abbiamo potuto fare nel governo di emergenza di Mario Draghi per esempio su questioni di cui oggi tutti parlano come il caro bollette. Noi ne parlavamo mesi fa mentre tutte le altre forze in parlamento erano concentrate sugli aiuti militari all’Ucraina”.

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