L'incontro a guglionesi

Zerocalcare racconta Rebibbia, dall’attualità al fenomeno Netflix: “Ma io non sono famoso”

Nell'incontro di venerdì 19 agosto il fumettista Zerocalcare ha spaziato dal nuovo libro in cui racconta del carcere nel quartiere della capitale, alla serie Netflix che lo ha reso popolare, fino alle domande del pubblico, con tanto di omaggio, prima di ricominciare il firmacopie

Quando il cielo minacciava tempesta e la paura che tutto potesse saltare serpeggiava tra i tanti presenti nel pomeriggio di venerdì 19 agosto, Zerocalcare ha lasciato a malincuore il suo banchetto di autografi e disegni per prendere posto al tavolo dell’incontro davanti a un nutrito gruppo di curiosi, appassionati e fan davanti al Municipio di Guglionesi. Per quasi un’ora ha accolto gli appassionati che gli hanno portato i suoi libri per un autografo, un disegno, un Armadillo in prima pagina, ha parlato con loro, ha risposto alle domande e ha scattato selfie. Poi, prelevato e scortato, ha raggiunto la folla che lo attendeva per l’incontro, un grande applauso lo ha accolto e subito ha rotto il ghiaccio con un “grazie per essere qui, per aver atteso”. 

L’appuntamento si è subito aperto con il suo ultimo lavoro, “Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia” (Bao Publishing, 2021), per la cui presentazione è arrivato per la prima volta in Molise. Michele Rech (questo il suo vero nome) ha raccontato dal suo punto di vista il carcere della Capitale, quello nella zona dove vive, davanti anche alla direttrice del penitenziario di Larino che lo ha ascoltato in prima fila. “Il suo è il più autentico reportage dalle carceri”, lo ha definito Monica Vignale, moderatrice dell’evento, e rappresenta una raccolta di storie inedite e storie pubblicate tra il 2019 e il 2021 sul suo blog. “L’idea del carcere è che se sei lì dentro te lo sei meritato – ha affermato – non è un albergo a cinque stelle commentano altri, ma la verità è che andare in carcere non è solo buttare la chiave“.

Zerocalcare

Con il suo accento romano, non ha disdegnato qualche parolaccia a colorare il discorso, e ha risposto a tutto con leggerezza e sincerità. La sua forma d’arte è il fumetto, quello che ha sempre maneggiato da quando era piccolo nella sua cameretta. “Sono della generazione degli anni ’80 e sono cresciuto con i fumetti, a quei tempi se ne vendevano milioni, e nella mia cameretta ho iniziato a disegnare chiedendo solo una cosa a mia madre: di chiudere la porta. Poi ho vissuto tre momenti diversi di vita: il primo a 14 anni quando disegnavo il cattivo che era sempre un prof, poi a 16 anni la scoperta del punk e ho iniziato a disegnare locandine di concerti e copertine di cd, facevo anche fumetti nei centri sociali e infine quello a 26 anni quando ho perso una mia amica e ho iniziato a pensare a come ci siamo conosciuti, lì è nata la profezia dell’Armadillo”.

Zerocalcare

Quell’Armadillo che con la serie Netflix Strappare lungo i bordi ha ottenuto ottime recensioni soprattutto dal pubblico che si è appassionato, ridendo e piangendo con i personaggi protagonisti, ha visto la partecipazione straordinaria di Valerio Mastandrea, “non poteva che essere lui l’Armadillo – ha confessato Michele Zerocalcare – è romano come me e lavorare con loro è stato bello, mi hanno dato grande libertà in tutto e per tutto”.

Dalla politica, all’America e le sue contraddizioni, fino all’attualità: il dialogo con Zerocalcare è stato pieno di spunti, riflessioni, tutti conditi da spontaneità e un pizzico di ilarità che ha fatto anche divertire il pubblico. Lui non si reputa famoso, anche se negli ultimi tempi la sua fama è cresciuta, i seguaci sui social sono aumentati a dismisura e se con il suo lavoro sulla piattaforma più famosa del mondo ha spopolato tra grandi e piccini.

Tra i tanti argomenti anche il nuovo lavoro che uscirà il prossimo 4 ottobre: il reportage a fumetti che rappresenta idealmente la seconda parte di Kobane Calling, diario di viaggio al confine tra Siria e Turchia, pubblicato a puntate su Internazionale nel 2015 e in seguito in un volume nel 2016. La nuova graphic novel si chiamerà No sleep till Shengal, sarà edita da Bau Publishing ed è “una sorta di diario di viaggio nel nord dell’Iraq e in Kurdistan fatto a giugno scorso – rivela Zerocalcare – che affronta le vicende degli Ezidi e la questione turca, anche alla luce degli ultimi attacchi turchi e dell’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia in cambio del via libera alle armi in Ucraina”.

Zerocalcare

A fine giornata anche alcune domande dei suoi ammiratori, e infine un regalo inaspettato da parte di una campobassana: con un pacco di plum cake gli ha chiesto di presentare il nuovo lavoro a Campobasso. “Devo tornare in Molise due volte in un anno quindi?! – ha scherzato – va bene, devo, perché uno dei ragazzi che è venuto con noi in viaggio in Kurdistan è di Campobasso“. E poi ancora firmacopie, autografi, selfie e disegni, Armadillo compreso ovviamente.

Zerocalcare

 

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