Arriva alla fine della seconda giornata dedicata al bilancio la proposta che comporta una sostanziale modifica alla legge elettorale regionale: introduce una soglia di sbarramento (ossia la quota minima di voti necessaria per l’elezione in Consiglio regionale) più alta. Per la precisione, al 5%. Prima era al 3%. L’emendamento, di cui è primo firmatario l’assessore all’Agricoltura Nicola Cavaliere (Forza Italia) ma sottoscritto dai suoi colleghi del centrodestra, provoca scintille alla fine della seduta di oggi del Consiglio regionale.
Il Movimento 5 Stelle abbandona l’Aula: “Non parteciperemo al voto”, annuncia il capogruppo Andrea Greco. “Questo emendamento viene presentato fuori tempo massimo ed è inaccettabile che venga presentato ad un anno dal voto, senza un confronto con le opposizioni e con il territorio”, tuona la collega Patrizia Manzo che lo definisce “un blitz notturno della maggioranza”. Favorevole invece Michele Iorio.
L’assessore Nicola Cavaliere cerca di arginare l’ira delle opposizioni: “Qui non si lede il diritto di nessuno di presentarsi in una lista, non è una proposta di legge elettorale complessa e organica, ma prevede una soglia di sbarramento più elevata al 5%. Non è una forzatura. Nella scorsa legislatura una modifica alla legge elettorale venne approvata pochi mesi prima dello scioglimento del Consiglio regionale”.
“Io non ho interessi collegati all’agone elettorale e ho inteso aderire a questo desiderio del centrodestra che esprime la maggioranza dei cittadini molisani”, le parole sibilline del governatore Donato Toma. L’emendamento che modifica la legge elettorale viene approvato con 13 sì e 2 voti contrari, quelli del Partito democratico.
Su tutte le furie Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla: “Un’aberrazione democratica nel metodo e nel merito, il colpo di mano della maggioranza, che con un emendamento presentato fuori tempo massimo, in sede impropria come il bilancio, cambia la legge elettorale a vantaggio esclusivo dei consiglieri in carica nei partiti maggiori.
Con lo sbarramento al 5%, infatti – prosegue Fanelli – si avvantaggiano i partiti e le coalizioni più grandi, a scapito dei partiti (o delle liste) minori e quindi della possibilità per i piccoli partiti e i movimenti di poter accedere ai seggi del Consiglio regionale. Così riversando all’esterno l’immagine di una classe politica attenta solo alla propria sopravvivenza, senza tenere minimamente conto delle esigenze e della volontà dei cittadini, stracciando ogni regola democratica a meno di un anno dalle elezioni. Un golpe in piena regola, perpetrato da una maggioranza di centrodestra, e che rappresenterà la sua pietra tombale, un boomerang che gli elettori molisani scaglieranno contro i consiglieri che, così facendo, pensano di poter mettere a tacere partiti minori e movimenti civici. Lo diciamo da rappresentanti di un partito che probabilmente si avvantaggerà di questa norma: oggi si è stracciata, ancora una volta, la democrazia. Oggi Toma e i suoi consiglieri hanno scritto la pagina più deprecabile e più detestabile della peggior legislatura della Regione Molise”.
Poco prima delle 22 il centrodestra approva l’intero testo del collegato al bilancio: 11 voti favorevoli, 8 no e 2 astenuti. La ‘maratona’ si concluderà con l’esame e il voto della legge di Stabilità e il Bilancio di previsione pluriennale 2022-2024.
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