Termoli

Caro-gasolio, le donne della marineria al fianco di mariti e fratelli: “Decisione di fermarsi è inevitabile e coraggiosa”

La loro voce si affianca a quella degli armatori e degli equipaggi della marineria termolese in protesta da ieri e per l’intera settimana contro i rincari esorbitanti del carburante che di fatto, secondo le cifre fornite dalle associazioni di categoria, non rendono più economicamente sostenibile l’attività della pesca. Le donne della marineria adriatica, mogli, figlie e sorelle della gente di mare, sono accanto ai loro mariti, padre, fratelli in quella che definiscono una “situazione disperata”. Perché aumenta il gasolio, ma non solo. I costi di tutte le materie necessarie per le attività ittiche registrano dei rincari, e a tutto questo si aggiunge il problema del fermo biologico. Problema perché, secondo le indicazioni del Ministero, quest’anno il periodo di stop delle attività della pesca dovrebbe durare ben 13 settimane. “Si potrà pescare – dicono le donne in una lettera inviata alle relazioni il giorno 8 marzo, che celebra i diritti delle donne – per circa 120 giorni su 365”, con la beffa che “di fronte alla nostra costa si pesca anche la domenica e si manda poi il prodotto sui nostri mercati”.

Mentre oggi pomeriggio una delegazione di armatori molisani incontrerà il sindaco di Termoli Francesco Roberti, che ha già chiesto un incontro urgente al governatore Toma e ha attivato insieme con i colleghi di altre regioni italiane le istituzioni a Roma, le donne della marineria ribadiscono la necessità di anticipare immediatamente il fermo pesca obbligatorio e di renderlo facoltativo, e di corrispondere subito l’indennizzo relativo al 2021. Questa è la loro lettera.

Stanotte i nostri mariti, i nostri uomini, i nostri padri e fratelli, non sono andati per mare. Sono rimasti a casa. E tristi sono scesi giù al porto stamattina. E’ già un po’ che sono nervosi. Il gasolio e tutti i costi della pesca (casse, calamenti, parti di ricambio) aumentano sempre di più. Le giornate di pesca invece diminuiscono. E ieri si sono incontrati tutti quanti al mercato ittico di Termoli. Erano molto amareggiati e preoccupati per il sostentamento delle loro famiglie e per i loro dipendenti. erano indecisi se fermarsi o meno proprio per tale preoccupazione. ma a malincuore hanno deciso di fermarsi e hanno chiesto lo stesso sacrificio agli equipaggi affinchè le amministrazioni, i politici e i rappresentanti di categoria possano supportare la protesta e farsi portavoce presso la regione e il
governo: al governo per chiedere di anticipare immediatamente il fermo pesca obbligatorio e di renderlo facoltativo, nonché di corrispondere almeno e subito l’indennizzo 2021 e alla Regione per chiedere di provvedere allo sblocco immediato dei fondi covid già deliberati e di cui si è in attesa da circa sei mesi.

Il nostro sindaco Francesco Roberti è sceso tra i nostri uomini nel mercato, si è messo a disposizione. Li ha ascoltati umanamente. E si è messo subito in contatto con i vertici sia regionali che nazionali.

Il gasolio aumenta, tutto il resto anche. Le giornate di pesca diminuiscono. Ormai il gasolio è arrivato a €. 1,10 e va sempre ad aumentare. Le casse a €. 0,85. Per non parlare di tutto il resto. Quest’anno si potrà pescare soltanto per circa 120 giorni su 365, mentre di fronte alla nostra costa, seppur anche loro europei, pescano anche la domenica e mandano il prodotto sui nostri mercati.

Ormai non si riesce più a coprire i costi di produzione dell’impresa di pesca e i pescatori riportano a fine mese sempre di meno. Come può un pescatore provvedere alla propria famiglia se non potrà nemmeno provvedere alla propria impresa ?

Ci affianchiamo alla loro protesta, alla loro decisione di fermarsi, e, ancor di più al loro coraggio per tale scelta“.

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