La crisi si allarga

Prezzo gasolio triplicato, marineria termolese si ferma in blocco per almeno una settimana: “Aiuti o stop a oltranza”

Il costo del carburante continua a salire, pescatori in perdita. La flottiglia molisana aderisce alla protesta nazionale e i pescherecci resteranno in porto per tutta la settimana. Chiesti aiuti Covid e anticipo fermo pesca

Niente pesce fresco del mare di Termoli e dintorni per tutta la settimana. La marineria termolese si ferma in protesta per l’aumento continuo del prezzo del gasolio. Dopo le avvisaglie delle scorse settimane e le prime rinunce degli armatori, adesso si passa ai fatti.

Gasolio raddoppiato e i ristori Covid tardano: pesca in crisi, due barche si fermano

Praticamente tutte le imbarcazioni che fanno parte della flottiglia termolese sono rimaste in porto stanotte e lo stesso accadrà per tutta la settimana, in adesione pressoché totale alla protesta nazionale dei pescherecci italiani.

Lo stop è stato deciso nella giornata di ieri 6 marzo, dopo il confronto al mercato ittico comunale, tra tutti gli armatori della pesca a traino del Molise. “Stanotte i motopescherecci non sono usciti in mare e la situazione resterà tale per tutta la settimana” dice il responsabile di Federcopesca Molise Domenico Guidotti.  Le barche resteranno agli ormeggi, “e questo vuol dire totale assenza di pescato sui banchi dei mercati e niente asta al mercato ittico comunale”.

“La protesta è durissima – sottolineano dalle associazioni di categoria ittiche -, mai vista un’astensione così totale della marineria molisana che è decisa a non andare in mare fino a che il prezzo del gasolio non tornerà a cifre accettabili per fare reddito, in ballo c’è la sopravvivenza del settore della pesca a strascico”.

porto pescherecci barche ormeggiate

L’associazione Op San Basso va al cuore del problema. “Non ancora fuori dall’emergenza pandemica Covid19, le imprese di pesca subiscono oggi il colpo di grazia per il “caro gasolio” il cui prezzo di vendita per il rifornimento dei motopescherecci è 1,15 euro al litro. Se pensiamo che solo un anno fa il prezzo era di 40 centesimi al litro ne scaturisce come il costo del carburante per un’uscita in mare di 24 ore di un peschereccio di medie dimensioni sia passato da circa 500 a circa 1.400 euro”.

Per l’Op San Basso si tratta di “una situazione inaccettabile ed insostenibile per un’impresa di pesca che non pone le condizioni per raggiungere il ‘break even’ aziendale e quindi rendere sostenibile l’attività economica. Ancor più preoccupante è che con il passare del tempo la situazione tenderà solo a peggiorare a causa della guerra in Europa che porterà i costi energetici ad aumentare sempre più.

Aumenti non solo di gasolio, ma anche per tutto ciò che ne deriva, ovvero per i prodotti ed attrezzature connesse all’attività di pesca, ovvero casse di polistirolo, reti da pesca.

A tutto ciò il nuovo fermo pesca 2022 approvato di recente dal Ministero anziché agevolare le imprese pone loro un ulteriore restrizione delle giornate possibili di pesca in un anno, con circa 14 settimane di fermo obbligatorio”.

La decisione di astenersi dal lavoro è stata assunta dalla marineria dopo un dialogo col sindaco di Termoli, Francesco Roberti, il quale “ha garantito il massimo impegno – aggiungono Federcoopesca e Associazione Armatori Pesca del Molise -, chiederà un incontro al Presidente della Regione con una delegazione degli armatori, sollecitando anche il sottosegretario On. Francesco Battistoni.

Mercoledì, inoltre, una delegazione nazionale sarà a Roma al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per chiedere un intervento immediato.

Intanto come organizzazioni Molisane chiediamo la possibilità di anticipare il fermo pesca e alla Regione di attivare immediatamente il bando per gli aiuti Covid già stanziati ma in attesa di assegnazione”.

pescatori mercato ittico

“Gli armatori sono consapevoli che a questa azione di protesta sfociata in un blocco dell’attività di pesca nazionale che vede privare di fatto tutto l’indotto della filiera ittica del pesce fresco locale (pescherie, supermercati, ristoranti), occorre affiancare un’azione propositiva con una proposta urgente di aiuto immediato al comparto produttivo della pesca” testimonia l’Op San Basso che fa delle proposte ora al vaglio dei pescatori italiani.

“Dare la possibilità alle imprese di pesca che lo richiedano di anticipare immediatamente il fermo pesca obbligatorio previsto dal Ministero e quindi già dotato di supporto finanziario necessario con il pagamento anticipato dell’indennizzo. Ciò è fondamentale perché altrimenti molte imprese di pesca arriverebbero già fallite al fermo estivo con contestuale stato di povertà e miseria per le famiglie dei propri imbarcati;

Sensibilizzare le amministrazioni locali a fare squadra per sostenere in maniera unitaria quelli emendamenti che giungono dai parlamentari di tutte le correnti politiche e che prevedono gli aiuti anche per il settore della pesca nel decreto “caro energia” in discussione alla Camera e Senato;

Confermare per le imprese di pesca dei benefici di cui all’art. 6 della legge 27 febbraio 1998, n.30 che prevedono sgravi fiscali per le imprese di pesca”.

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