Campobasso

6mila firme per intitolare una strada a Lea Garofalo, uccisa dalla ’Ndrangheta

Testimone di giustizia e vittima di omicidio mafioso, la donna ha vissuto in via Sant'Antonio Abate, nel centro storico di Campobasso

Lea Garofalo venne uccisa dalla ’Ndrangheta nel 2009. Aveva solamente 35 anni. La donna, testimone di giustizia, visse nel capoluogo molisano fino a pochi mesi prima della sua morte. E qui a Campobasso ha subìto anche un tentativo di sequestro. Lea abitava in via Sant’Antonio Abate, nel centro storico del capoluogo. E il 5 maggio 2009 nella sua abitazione si presentò un finto idraulico: le avrebbe dovuto aggiustare la lavatrice, ma in realtà era Massimo Sabatino, complice di Carlo Cosco, ex compagno della Garofalo e membro attivo di un clan della ‘Ndrangheta. Il rapimento non riuscì, grazie soprattutto all’intervento della figlia Denise.

Campobasso dovrebbe intitolarle una strada. E’ l’obiettivo della petizione on line lanciata dal giornalista e scrittore Paolo de Chiara e rivolta al sindaco Roberto Gravina per ricordare la donna “uccisa dalla ‘ndrangheta per essersi ribellata alla cultura mafiosa”, come si legge nel testo dell’appello. Finora la petizione ha raccolto 6mila firme.

“Il 24 novembre del 2009”, ricorda l’autore della petizione, Lea Garofalo “è stata sequestrata, torturata selvaggiamente, uccisa a Milano e bruciata in un bidone in provincia di Monza (San Fruttuoso)”, prosegue De Chiara. “L’omicidio mafioso è stato commesso dal suo ex convivente Carlo Cosco e dai componenti del clan (Vito Cosco, Salvatore Curcio, Carmine Venturino e Massimo Sabatino). Gli autori dell’infamante delitto sono stati condannati definitivamente all’ergastolo. Solo il “fidanzatino” di Denise (Venturino) è diventato un collaboratore di giustizia, facendo ritrovare in un tombino – dopo due anni – i resti della donna”.

Paolo de Chiara ha deciso di rilanciare l’iniziativa: ci ha provato la prima volta nel 2012, con l’ex amministrazione Di Bartolomeo, ma vennero raccolte solo 500 sottoscrizioni.  “In tutta Italia”, spiega l’autore della petizione, “si sono moltiplicate le iniziative per ricordare il coraggio di Lea Garofalo, che ha “collaborato” – da testimone di giustizia – con lo Stato, che ha svelato i lati oscuri della ‘ndrangheta, che ha distrutto con la sua forza un intero clan, che ha “rotto” il maledetto codice mafioso”.

Qui il link per firmare la petizione (www.change.org/p/al-sindaco-della-citt%C3%A0-di-campobasso-una-strada-per-lea-garofalo).

Secondo il regolamento sulla toponomastica del Comune di Campobasso, proposte per l’intitolazione di strade o piazze pubbliche possono giungere alla commissione cultura dal sindaco, dalla Giunta, tramite un ordine del giorno o una mozione del consiglio comunale, da almeno 5 consiglieri comunali oppure da almeno 400 cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di Campobasso. Dopo l’esame in Commissione cultura, le proposte ammissibili vengono inviate in Giunta che ha 60 giorni di tempo per la relativa approvazione e poi all’Ufficio Toponomastica.

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