Tragedia al Punto Nascite del San Timoteo, dove ieri pomeriggio un neonato è morto due ore e mezza dopo il parto malgrado i tentativi disperati del rianimatore e del neonatologo di salvarlo. Non è stato possibile, nonostante sia stato attuato il protocollo in maniera rigorosa e siano stati messi in campo gli sforzi più grandi. Si sospetta un problema pediatrico all’origine del dramma che si è consumato tra le 16 – orario della nascita – e le 18 e 50 – orario del decesso.
Sarà ora l’autopsia, disposta dal magistrato di Larino, a stabilire quale ragione ci sia dietro la morte del piccolo, secondo figlio di una giovane donna di Portocannone. E al momento non sono configurabili ipotesi di reato. Le apparecchiature di ventilazione e ossigeno, nella culla termica presente in sala parto, hanno funzionato bene, come al solito. Il neonatologo, il dottor Luca Scarano, che ha salvato decine e decine di bambini nella sua lunga esperienza in Molise, ha raggiunto il San Timoteo con la Sten (trasporto d’emergenza neonatale) con una corsa forsennata sulla Bifernina, e ha praticato tutte le manovre necessarie. Ma non c’è stato, purtroppo, nulla da fare. Il trasferimento del piccolino al Cardarelli (hub molisano dotato di terapia intensiva neonatale) non è proprio partito: prima è sopraggiunta la morte per gravissimi problemi respiratori.
LA RICOSTRUZIONE – Il bambino è nato alle ore 16 del 12 luglio nella sala parto dell’ospedale di Termoli. La madre è stata sottoposta a un cesareo, programmato da tempo. Si trovava alle 38esima settimana e non c’era nulla, tra i risultati delle indagini diagnostiche e della ecografia morfologica precedente, che potesse far pensare a un problema qualsiasi. Invece il piccolino è nato asfittico, con serie difficoltà respiratorie. Subito è stata allertata la Sten del Cardarelli, che ha ricevuto la chiamata alle 16 e 30 quando è stato evidente che il neonato non era in grado di respirare da solo. Nel frattempo il piccolo è stato ventilato, dopo i primi tentativi di rianimazione da parte dei pediatri.
Alle 17 e 30 è arrivato a Termoli il neonatologo, che ha praticato le manovre di rianimazione polmonare. Tutto quello che si è potuto fare è stato fatto, tuttavia l’emogas e la Rx toracica hanno confermato una mancanza di funzionamento dei polmoni. I medici, scossi e increduli, hanno dovuto certificare il decesso alle 18 e 50, quando il cuoricino ha smesso di battere.
L’Asrem – come conferma il direttore generale Oreste Florenzano – ha chiesto una relazione e disposto un audit interno per far luce sull’episodio.
Intanto la piccola salma è stata trasferita in obitorio per l’esame autoptico, che fra le altre cose dovrà anche chiarire se il bimbo avesse una malattia congenita inspiegabilmente non rilevata dalla diagnostica cui la mamma era stata sottoposta.
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