Politica in fermento

Prima riunione del circolo Pd di Termoli, obiettivo: subito un congresso fondativo

La direzione allargata del circolo Pd di Termoli si è riunita lunedì 22 marzo 2021. È stato il primo di una serie di incontri dei circoli bassomolisani nel quale i Dem termolesi hanno detto la loro nell’ambito della consultazione aperta dal nuovo segretario Enrico Letta.

Sono venti i punti della consultazione su cui si è discusso e dibattuto, e che poi confluiranno nella piattaforma online aperta dalla segreteria nazionale. Ad essi si aggiunge il 21esimo punto sullo svolgimento delle agorà democratiche, un modo nuovo di concepire un luogo fisico e virtuale di incontro e dibattito, che ha come fine anche quello di contribuire alla definizione dell’identità del Partito Democratico. I temi affrontati sono stati di natura sia eminentemente politica che sociale ed economica.

“La complessità delle questioni dibattute sono tali da richiedere un congresso fondativo – hanno sostenuto alcuni degli esponenti – . Il Pd non deve essere il partito dei poteri. Un partito nasce per governare, per essere forza di governo, ma non bisogna farlo a tutti i costi: governare ci ha permesso spesso di salvare il paese, ma anche di pagarne le conseguenze a caro prezzo. La democrazia parlamentare offre altri strumenti, come la sfiducia costruttiva ed è insito nel dibattito democratico lo spazio per la discussione, per il confronto tra opinioni diverse, che deve tuttavia tendere al superamento delle correnti, motivo di pericolose lacerazioni interne”.

Hanno rimarcato quanto sia giusto appoggiare il governo Draghi, ma facendo pesare l’appoggio del Pd, per evitare che la destra retriva si imponga come protagonista nell’opinione pubblica, “come è accaduto nel primo mese di governo”.

“Quando afferma in maniera esplicita che il governo Draghi è il nostro governo, Letta ha fornito parole d’ordine che iniziano ad inquadrarci come un partito di centro sinistra e progressista. Del resto, dai provvedimenti varati dal governo, come il decreto sostegni, si evince che la linea di Draghi è più vicina al centro sinistra che al centro destra Serve dunque disegnare un nuovo centro sinistra, ed è perciò importante cominciare a definire il perimetro delle alleanze, per rimarcare quale idea di paese abbiamo in mente”.

Questo disegno – per i dem – passa attraverso la riforma della legge elettorale. Il Pd deve “farsi portavoce di una riforma elettorale che porti alla governabilità: una battaglia da condurre per proteggerci dall’incapacità di chi ci governa. Occorre una legge elettorale che permetta ad ognuno di noi di poter scegliere chi ci rappresenta. Il maggioritario è il sistema per garantire la governabilità con alleanze, superamento dei listini bloccati, doppio turno e premio di maggioranza; occorre riflettere per questo anche sulla modifica della definizione del concetto di vincolo di mandato, che ha prodotto gravi tensioni parlamentari. Il Pd deve avere la sua identità e l’identità è data dalle idee. Le correnti servono se sviluppano idee: diversamente fanno da zavorra e vanno eliminate. Maggiore spazio va riservato alla sanità e al rapporto Stato regioni e all’impianto complessivo della riforma del titolo V, su cui è necessaria una approfondita riflessione, poiché ha mostrato tutti i suoi limiti strutturali: basti pensare che l’indice di deprivazione non è stato considerato nella distribuzione delle risorse per la sanità e per il Sud. La Next Generation Eu è un ottimo modo per ripartire e questo deve essere il modello strutturale: bisogna chiedere con forza che lo sia. Ritornare al Sud significa giocarsi la carta passato e futuro. Venti anni di berlusconismo hanno immiserito il Meridione, ingenerando fenomeni di decadenza sui quali le classi dirigenti italiane e meridionali non si sono sufficientemente interrogate: il nostro Meridione non ha un atteggiamento atavico irriformabile e merita l’attenzione della politica. Lotta, conflitto e confronto: bisogna tornare a fare politica così. Se non si salva il Sud non si salva neanche l’Italia”.

 Più interventi si sono registrati su alcuni dei temi che hanno sollevato maggiori perplessità anche nel dibattito politico nazionale, ovvero il voto ai sedicenni e lo ius soli, che ci differenziano e ci connotano come partito di democratici.

Manca purtroppo nel nostro paese uno spazio di attenzione ai giovani, che si sono allontanati dalla partecipazione alla vita politica, con il risultato che manca il ricambio generazionale e che le politiche dei governi negli ultimi anni hanno trascurato la questione giovanile. Nè è differibile l’approvazione della legge che riconosce la cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel nostro paese – un necessario atto di civiltà, che serve anche a rimarcare le differenze tra i nati sul suolo italiano e i migranti occasionali, migliorando la qualità delle politiche sull’immigrazione. Nel nostro paese manca il ricambio generazionale, che dà senso e sostanza a ciò di cui stiamo parlando: il Pd deve ascoltare le istanze delle donne e dei giovani, per arginare il gravissimo problema della denatalità”.

Lo spazio dedicato alla scuola e agli investimenti sull’istruzione non può prescindere dalla riforma del sistema di reclutamento. “Il nostro è un paese che non ha ancora un sistema di valutazione delle competenze organico e univoco. Manca la valorizzazione della professionalità docente che ha allontanato le alte professionalità e favorito la consuetudine perniciosa dell’insegnamento come ripiego”.

“Il Pd  – si è concluso – deve essere dunque il partito della multilateralità, né torre di Babele, né verticistico, aperto ai territori più bistrattati ed esclusi dai radar della considerazione, con un cambio di rotta soprattutto nei confronti delle comunità svantaggiate e della sperequazione nella distribuzione della ricchezza. L’intervento di Letta all’assemblea nazionale sintetizza le problematiche che il partito dovrà affrontare: il nuovo segretario, figura autorevole in Italia e in Europa, ha deciso di impegnarsi totalmente nel suo ruolo: dimostra di voler ridare parola ai circoli e gratifica anche la gente di partito del lavoro che sta svolgendo sui territori, nonostante le enormi difficoltà del momento presente, con abnegazione ed in nome dell’etica della politica”.

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