C’è una Casa di riposo in Molise che per mesi ha costruito attorno a sé una sorta di corazza. Non una bolla, come va di moda dire ora. Perché è praticamente impossibile rinchiudersi e fare vita monastica, vivendo senza una parvenza di normalità. Eppure a Villa Santa Maria, rinomata struttura che ospita circa cento anziani in contrada Colle Rampone a Montenero di Bisaccia, il coronavirus Sars-Cov-2 non è mai entrato. È una delle poche strutture deputate all’accoglienza e alla cura dei nostri nonni che ha tenuto il Covid-19 fuori dalla porta, evitando sul nascere contagi e decessi che hanno funestato invece altre Rsa e residenze per anziani nella nostra regione. Adesso all’orizzonte ci sono i vaccini. “Siamo pronti, sarà una liberazione”.
A parlare è Giovanni Cutolo, giovane coordinatore infermieristico che fa parte di una squadra allargata di circa 50 persone fra personale sanitario, amministrativo e dei vari servizi. Comprendendo anche gli anziani, 150 persone vivono giornalmente la realtà della Casa di accoglienza, capace di accogliere 20 pazienti nella Rsd (Residenza sanitaria per disabili) e 80 anziani.
Villa Santa Maria era già balzata alle cronache nella scorsa primavera. Gli operatori sanitari avevano infatti preso una decisione coraggiosa: vivere all’interno della struttura giorno e notte per evitare possibili contaminazioni con l’esterno che avrebbero potuto portare il virus nella Casa di riposo.
“È stata una decisione un po’ drastica – ricorda ora Giovanni -. Siamo rimasti per 50 giorni chiusi all’interno della struttura. Soltanto nella cosiddetta Fase 3 siamo usciti, seguendo sempre le linee guida regionali e nazionali. Per fortuna a oggi non abbiamo registrato alcun caso”.
Solo una casualità? “Siamo stati bravi a evitare qualsiasi rischio. Se si rispettano le regole non accade nulla. Con questo non voglio dire che siamo stati più bravi degli altri e probabilmente c’è anche un pizzico di fortuna, perché può sempre capitare di tornare a casa e avere un genitore positivo e quindi contagiarsi. Noi siamo sempre prudenti e stiamo lavorando tranquillamente e coi dispositivi adeguati”.
Certo le regole sono ferree. “Le linee guida dicono per un ricovero occorre fare prima un tampone. Se il tampone è negativo si fa entrare la persona e la si tiene in isolamento per 12 giorni. Trascorso questo periodo di tempo si rifà un altro tampone e solo se negativo il paziente viene ospitato nella struttura insieme agli altri”.
Poi c’è il divieto assoluto di ingressi dall’esterno. Era successo già a inizio marzo e nuovamente a ottobre. “C’è un’ordinanza sindacale prorogata fino al 28 febbraio, la Casa di riposo è interdetta al pubblico”. Niente visite, niente parenti, ma una soluzione è stata trovata. “Per fortuna abbiamo una immensa vetrata attraverso la quale gli ospiti possono vedere i loro parenti. Avevamo pensato anche a quelle attrezzature (pareti e maniche di plastica per assicurare il contatto senza toccarsi realmente, ndr) e creare la stanza degli abbracci, ma per mancanza di tempo non è stato possibile”.
Tuttavia l’aspetto psicologico del sostegno familiare non viene accantonato. “Con la vetrata e con le videochiamate riusciamo a sopperire alla mancanza di contatto. Certo, se vediamo che un paziente è un po’ giù di morale chiamiamo subito un parente e gli chiediamo di passare o di fare una videochiamata”.
Aspetti psicologici che giocoforza coinvolgono anche medici e infermieri. Sono persone, mica macchine. “Secondo me è stata una esperienza di vita indescrivibile, ci ha fatto crescere tutti come persone e come professionisti. Mai avrei pensato di dover apprendere le procedure usate in un reparto di Malattie Infettive per la vestizione, ad esempio. È stato un anno molto duro e molto formativo”.
Dietro l’angolo c’è ora quella novità che potrebbe segnare un decisivo rovesciamento di fronte nella battaglia contro il Covid-19. “Quando ho visto i servizi sui primi vaccini mi sono un po’ commosso” confida l’infermiere di Villa Santa Maria. “Per noi sarà una liberazione, siamo felicissimi. Siamo stati contattati dall’Asrem sia a inizio dicembre che poco prima di Natale, abbiamo comunicato i quantitativi che occorrono e i nominativi di chi li riceverà. So che stanno arrivando le scorte a Termoli, credo che nel giro di pochi giorni potremo iniziare la vaccinazione”.
Da parte di Giovanni Cutolo nessun tentennamento né dubbi di sorta e a suo dire l’opinione comune a Villa Santa Maria è quella di vaccinarsi senza remore, a differenza di operatori sanitari che altrove hanno espresso perplessità e timori. “Anche la somministrazione di un qualsiasi farmaco o l’esecuzione di una procedura medica ha dietro di sé studi e sperimentazioni. Idem per il vaccino. Ritengo che se lavori in questo settore significa che credi nel metodo scientifico e quindi fai delle cose in base al fatto che ci sono degli studi su quello che fai. Quindi non capisco come si possa mettere in dubbio se vaccinarsi o meno”.
A giorni potrebbe arrivare la comunicazione dall’Asrem e il clima è di grande attesa nella Casa di riposo montenerese. “Qui siamo tutti d’accordo nel volerlo fare, anzi dovremmo dire menomale che ci sono biotecnologi e chimici farmaceutici capaci di realizzare il vaccino. A queste persone dovremmo fare delle statue”.
Le foto del brindisi di Natale sono state scattate il 24 dicembre dopo il responso negativo di tutti i tamponi effettuati
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