Probabilmente ci si aspettava uno ‘stop & go‘. Invece sul semaforo la luce è rimasta verde e il piede puntato sull’acceleratore, nonostante il Paese si fermasse durante i mesi del lockdown. Il consumo di droga non ha conosciuto crisi e anche quando era obbligatorio restare a casa i tossicodipendenti si sono ingegnati acquistando, ad esempio, nel dark web. Poi, nel momento in cui è stato possibile tornare ad una vita normale, i consumatori di sostanze stupefacenti si sono quasi ‘appropriati’ di spazi bui, nascosti, che consentono loro di iniettarsi l’eroina tramite un ago oppure di ‘fumare’ sostanze. E così a Campobasso le immagini, ad esempio, di siringhe abbandonate si sono moltiplicate. Segnalazioni che Primonumero ha raccolto o che può documentare direttamente dello scempio scoperto ieri mattina (21 luglio) in due note zone della città: via Monte San Gabriele e l’area tra via D’Amato e via Insorti d’Ungheria.
![Degrado fermata metropolitana leggera Campobasso](https://www.primonumero.it/photogallery_new/images/2020/07/generico-luglio-2020-176571.jpg)
I tossicodipendenti hanno ‘conquistato’ nuovi spazi nella mappa della città: ad esempio, per cercare qualche ora di sballo si rifugiano nella nuovissima fermata della metropolitana leggera di via Monte San Michele. In pratica, un’infrastruttura costruita tra i palazzi del quartiere, costata parecchi soldi, mai entrata in funzione e ora ‘fotografia’ del degrado: cartine e siringhe abbandonate, una coperta su cui stendersi per consumare anche un po’ di sesso (come confermato dai preservativi utilizzati e abbandonati). Finanche una bottiglia utilizzata per ‘fumare’ crack, un segno che forse sono cambiati pure i gusti di chi fa uso di sostanze stupefacenti in città.
![Fermata metropolitana leggera Campobasso via Monte San Michele](https://www.primonumero.it/photogallery_new/images/2020/07/generico-luglio-2020-176570.jpg)
La seconda ‘fotografia’ che ci mostra il fiorente consumo di droga arriva da una zona centrale del capoluogo, ricca di uffici pubblici e di palazzine abitate da numerose famiglie con bambini: parliamo dell’area residenziale tra via D’Amato e via Insorti d’Ungheria. Ieri mattina c’è chi ha dovuto compiere una sorta di slalom per evitare le siringhe lasciate a terra a poca distanza dalla sede dell’Inail e da quella della Fondazione per Geometri di Campobasso, su una scala che probabilmente la notte, grazie al buio, costituisce una sorta di comodo privé per i tossicodipendenti.
![Siringhe vicino all'Inail](https://www.primonumero.it/photogallery_new/images/2020/07/generico-luglio-2020-176536.jpg)
Chi ha inviato le foto alla nostra redazione mette in evidenza i rischi per i numerosi passanti. “Questa zona è ricca di uffici pubblici e chiunque può calpestare una siringa”, racconta il nostro lettore. Tra i residenti invece c’è chi teme che i tossicodipendenti si concedano prima un drink in uno dei vicini bar e poi ‘completi’ lo sballo assumendo droga.
Campobasso insomma si ‘risveglia’ dal suo sonno e ricorda di non essere proprio la città del Mulino Bianco. Nessuna spensieratezza negli angoli più oscuri della città, nei quali affiora il ‘cuore di tenebra’ e l’inferno della tossicodipendenza che purtroppo le numerose operazioni delle forze dell’ordine non riescono ad estirpare.
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