Inizieranno oggi, venerdì 31 gennaio, gli accertamenti tecnici sulla Fiat Panda di Victorine Bucci, ritrovata senza vita nelle acque della Darsena di Termoli mercoledì 22 gennaio, dopo 34 giorni di ricerche. La Panda rossa della 42enne, che la sera del 17 dicembre si è messa al volante per raggiungere il compagno Maurizio Verini a Termoli, attualmente indagato per istigazione al suicidio, è considerata un elemento chiave nella inchiesta portata avanti dai carabinieri di Larino su delega della Procura della Repubblica.
In quel veicolo rimasto sul fondale per settimane si concentrano le domande sulla dinamica di quello che non si sa ancora se essere un suicidio, una disgrazia, un omicidio. La vettura si trova all’officina Cenci di Termoli, sotto sequestro. E’ stata trasferita lì subito dopo il recupero.
Come ha fatto a “saltare” gli scogli e piombare in mare senza frantumarsi e senza lasciare tracce sui massi del vecchio molo? Questa è la prima domanda per il perito incaricato dalla Procura Giovanni Russo, già interpellato dagli inquirenti di Larino In relazione ad altri casi di incidenti stradali e dinamiche singolari. Posizione, spostamento, velocità, punti di impatto: sono tutti temi al vaglio dell’esperto, che ieri l’altro è tornato sul molo per un sopralluogo.
La Panda di Victorine Bucci, verosimilmente ripresa da una telecamera di un circolo nautico privato mentre percorreva la strada di accesso per il molo prima del sorgere del sole del 18 dicembre scorso, aveva entrambi i finestrini anteriori completamente aperti quando è stata tirata su dalla gru meccanica. Altra indiscrezione trapelata è relativa alla terza marcia inserita. Priva di paraurti e carrozzeria sul davanti, ha però il telaio intatto e le sospensioni integre.
Il perito dovrà anche confrontare le misurazioni effettuate al molo con i danni riportati dall’auto, e stilare una relazione anche sulla fondatezza dell’ipotesi che la Panda sia finita in acqua da quel punto, valutando possibili alternative attraverso lo studio sulle correnti marine per il quale la Procura ha dato incarico a esperti del moto ondoso.
Durante la prima fase di ricerche subacquee, svolte prima dai sub della Capitaneria di porto e poi dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Napoli, quell’auto non è stata trovata. “Lì quella vettura non c’era” ha dichiarato il Procuratore capo Isabella Ginefra il giorno stesso in cui i subacquei dei Carabinieri di Chieti e Pescara l’hanno individuata sul fondale.
Possibile che non fosse stata vista in precedenza, nonostante il sistema di ricerca sottomarina con il gps, che pure aveva mappato quell’aria? Ancora tanti i dubbi da chiarire, che richiederanno settimane di lavoro, raffronto, analisi, indagini scientifiche sul veicolo, e che si svilupperanno contestualmente agli esami medico-legali a Bari, dove mercoledì si è svolta l’autopsia (qui il nostro articolo) effettuata dallo staff del professor Francesco Introna. Un accertamento volto a chiarire se Vicky era viva quando è finita in mare oppure no, e se ha tentato di mettersi in salvo e uscire dalla trappola di lamiere.
Intanto sulla scogliera, che continua a essere meta di un pellegrinaggio incessante da parte di termolesi e visitatori dell’hinterland, sono stati segnalati due sassi incastonati negli scogli con tracce di vernice rossa. Sono segni compatibili con la Panda di Victorine? Sono tracce lasciate da quell’auto? Oppure è solo una coincidenza che non incide affatto su una eventuale ricostruzione della dinamica? Le chiazze rosse si trovano su due pietre in linea, ma non è stato confermato se siano state prese in considerazione dagli inquirenti durante i sopralluoghi.
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