Victorine Bucci è entrata in un ufficio pubblico di Termoli alle 10 e 30 del 18 dicembre scorso, giorno della sua scomparsa. Ha chiesto informazioni relativamente ad alcuni certificati. È la Procura stessa a svelare questo particolare un mese dopo la scomparsa della 42enne di Larino sulla quale si sono concentrate ricerche in mare, aeree e a terra ormai da settimane.
La donna, di colore perché originaria del Ciad e adottata da una famiglia di Larino all’età di 5 anni, vestita di nero con un cappottino di panno, è stata riconosciuta dai dipendenti dell’ufficio che hanno informato le forze dell’ordine. Non si conosce in dettaglio di quale ufficio si tratti né quale sia stata la ragione che ha spinto Vicky a entrare in quel luogo, ma la segnalazione non è di oggi.
Gli investigatori riferiscono di esserne stati al corrente da subito, sebbene solo ora abbiano deciso di diffondere questo particolare, probabilmente per esigenze investigative e in parte anche legate al fatto che il mistero sta sfociando nella congettura dell’omicidio anche sui media nazionali.
Della sua auto, una Fiat Panda di colore rosso, non ci sono invece segnalazioni di sorta. Nei pressi dell’ufficio in questione la vettura non è stata notata da nessuno.
Quella del 18 dicembre alle 10,30 è l’unica segnalazione arrivata agli inquirenti. Da quel momento più nulla. Poco prima, quasi contestualmente all’avvistamento della donna in un ufficio di Termoli, sul molo del porto turistico di fronte la pescheria della famiglia D’Abramo è stato ritrovato lo smartphone con una cover verde fosforescente che appartiene a Victorine.
Da quel telefonino, la notte precedente tra le due e le tre, sono partiti due messaggi minatori inviati all’ex marito della donna e a un suo amico di Roma dall’attuale compagno, un 56enne di Termoli che abita a Rio vivo e che non è indagato.
La speranza degli inquirenti è che la donna sia viva e nascosta da qualche parte. Ma non si escludono altre ipotesi, come il suicidio e anche il delitto. È per non tralasciare nulla che questa mattina, 21 gennaio, sono riprese le ricerche in mare con i subacquei del Nucleo Carabinieri di Pescara-Chieti che hanno cominciato a battere la zona del porto turistico nelle aree dove la volta scorsa i vigili del fuoco non erano arrivati durante la perlustrazione dei fondali con i sommozzatori.
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