La loro fine era stata già scritta: il 31 dicembre 2019 le Comunità montane dovevano essere sciolte. Questa volta sembrava che si volesse fare sul serio sulla soppressione di questi enti, affidati a quattro commissari e della cui cancellazione si parla dal 2011. Tanto che, preoccupati per la perdita del posto di lavoro, qualche settimana fa i dipendenti avevano ‘assediato’ l’Aula del Consiglio regionale per chiedere al presidente della Regione di ripensarci.
Chi pensava che fosse arrivata la loro ora, mentre gli oppositori che le hanno definite degli “enti inutili”, trasformate in “carrozzoni per dare una poltrona agli ‘amici'” si preparavano a brindare grazie al risparmio di soldi pubblici che il taglio avrebbe comportato, il colpo di scena.
Nemmeno questa volta l’esecutivo regionale staccherà la spina alle Comunità montane: resteranno in vita per un altro anno. “La gestione delle soppresse Comunità montane è prorogata fino al 31 dicembre 2020″, si legge nella delibera approvata dalla Giunta regionale nella riunione dello scorso 13 dicembre.
Soppressione rinviata perchè, si legge nel documento, non sono “pervenute proposte al presidente della Regione Molise da parte della competente commissione consiliare sulla ‘riforma’ delle Comunità montane”. Quindi lo stesso governatore ha deciso di chiedere al Direttore del II Dipartimento della Giunta regionale di “predisporre gli atti necessari alla proroga di un anno della vigente gestione commissariale”.
Insomma, si va avanti. Anche perchè, ha riconosciuto la Giunta regionale, ci sono “evidenti difficoltà” dovute “sia alla definizione dell’ingente patrimonio gestito e all’importante contenzioso formatosi negli anni”. Nel corso degli anni le Comunità montane hanno maturato debiti e possiedono beni (capannoni obsoleti, piscine, terreni) di proprietà rimasti invenduti. Una situazione che non è servita probabilmente a dissuadere la politica regionale ad accelerare il processo di scioglimento.
Tanto è vero che nella delibera di giunta viene sottolineano che le Comunità montane hanno “delicate funzioni ” e continuano a svolgere “servizi” considerati importanti.
Quindi, per un altro anno, resteranno in carica pure i quattro commissari liquidatori nominati sempre da Toma nel 2018: Carlo Antonio Perrella (Matese –Fortore Molisano), figlio dell’ex assessora Angela Fusco Perrella; Giovancarmine Mancini (Cigno Valle Biferno – Trigno Medio Biferno – Trigno Monte Mauro); Pompilio Sciulli, (Comunità Montane “del Volturno – Centro Pentria – Alto Molise – Sannio”) e Domenico Marinelli (“Molise Centrale”).
L’ultimo ‘regalo’ insomma in questa lunga storia di sprechi.
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