Calcio violento

Danno del ‘negro’ a giocatore dell’Agnone: multa di 2500 euro e gara a porte chiuse per il Tolentino

La società granata aveva denunciato l’atteggiamento ostile in terra marchigiana, sia sugli spalti che in campo. E il giudice sportivo punisce i cremisi per “urla discriminatorie per ragione di razza nei confronti di un giocatore avversario (Diakite, ndr) da parte di alcuni sostenitori locali che poi hanno avuto un comportamento minaccioso e offensivo nei confronti della terna arbitrale che è stata scortata dalle forze dell’ordine fino all’ingresso in autostrada”. Sono stati squalificati anche il presidente Romagnoli (fino al 4 dicembre), l’allenatore Mosconi per sei giornate e due giocatori. Una brutta pagina di sport. Un problema, quello del razzismo negli stadi, tornato alla ribalta con Mario Balotelli, che ha scagliato il pallone verso alcuni tifosi del Verona che l’avevano insultato per tutto il match.

Un finale di gara troppo caldo, anzi accesissimo, per proteste veementi contro la mancata concessione di un rigore, che costa caro al Tolentino. I fatti sono relativi al post-partita di domenica scorsa (17 novembre) contro l’Olympia Agnonese che ha conquistato i tre punti sul campo marchigiano, ed è anche stata accusata di eccessiva esultanza.

Ebbene, la società altomolisana aveva subito denunciato un atteggiamento molto ostile manifestato sia sul campo che sugli spalti, parlando di “accerchiamento subito dai nostri tifosi, una ventina, da parte degli spettatori locali. Lo stesso è avvenuto in campo sia contro la nostra squadra che nei confronti dell’arbitro. A fare da contorno i cori razzisti verso un nostro calciatore di colore”.

Accuse confermate dalla giustizia sportiva che si è espressa in maniera dura contro la società marchigiana.

Infatti, questo pomeriggio, 20 novembre, il giudice sportivo ha deciso di multare il club cremisi di 2500 euro e di sanzionare il Tolentino con una partita da giocare a porte chiuse. Il motivo è qui racchiuso: “Per avere propri sostenitori al termine della gara rivolto urla costituenti discriminazione per ragione di razza all’indirizzo di un calciatore della squadra avversaria tenendo comportamento aggressivo e atteso la terna arbitrale all’uscita dello spogliatoio, rivolgendo, con fare minaccioso, espressioni offensive tanto da costringere le forze dell’ordine a scortare arbitro e assistenti sino all’ingresso in autostrada”. Tra parentesi, l’arbitro era la signora Graziella Pirriatore della sezione di Bologna.

Dunque, c’è un ulteriore, grave, elemento che viene fuori. Urla razziste nei confronti di un giocatore dell’Olympia Agnonese, per la precisione si tratta di Diakite che è stato oggetto di offese e improperi di carattere razziale: dare ancora del ‘negro’ nel 2019 è da trogloditi. Un atteggiamento da condannare con forza.

Non è finita qua, perché sono stati protagonisti in negativo, sul campo, anche l’allenatore e alcuni giocatori del Tolentino. Prendete il mister, Andrea Mosconi, che è stato squalificato per ben sei gare “per avere, al termine della gara, dopo essersi avvicinato con fare aggressivo e minaccioso, spintonato l’arbitro ponendogli le mani sulla spalla sinistra. Al contempo urlava espressione ingiuriosa”.

E ancora, il presidente Marco Romagnoli inibito fino al 4 dicembre per “espressione ingiuriosa all’indirizzo dell’arbitro”, mentre sono stati fermati rispettivamente per due e una gara i calciatori Claudio Labriola (sempre per offese) e Simone Di Domenicantonio per aver scaraventato a terra un cartellone pubblicitario.

Ricordiamo che qualche settimana fa l’Olympia Agnonese si era beccata un’ammenda di 1500 euro per “sputi nei confronti dell’assistente arbitrale”, notizia che aveva avuto anche un’eco nazionale. Le forme di aggressione, sia verbale che fisica, vanno condannate senza se e senza ma: è un vero peccato che il calcio ultimamente sia accompagnato da episodi beceri che nulla hanno a che vedere con lo sport vero. A tutti i livelli, dalla serie A alle categorie minori.

Quello più eclatante ha visto protagonista Mario Balotelli, vittima di continui ‘buu’ da parte di alcuni veronesi della curva del Bentegodi: in modo istintivo scaraventò il pallone contro di loro. E questa è solo la punta dell’iceberg considerando quanto accade, purtroppo, nelle serie inferiori dove non c’è il ‘megafono’ dei media per denunciare episodi del genere. Duole dirlo per i calciofili, ma nel basket, nella pallavolo e in tanti altri sport si è decenni avanti sul tema. È un problema di cultura, certo, ma anche di razzismo che (ahinoi) in Italia sta tornando negli ultimi anni con forme che suscitano preoccupazione.

 

La società altomolisana ha stigmatizzato in una nota quanto subito domenica: “Una bruttissima pagina di sport quella vissuta a Tolentino, che ha racchiuso tutto il peggio del calcio. Alla fine della gara, i nostri tifosi (una ventina) sono stati accerchiati e aggrediti dagli spettatori locali. Lo stesso è avvenuto in campo nei confronti degli atleti granata e del direttore di gara. Tutto documentato da video, che macchiano la civiltà e la storica ospitalità della terra marchigiana. La sola colpa è stata quella di festeggiare la vittoria conquistata sul campo, come avviene in tutti gli stadi del mondo. A fare da contorno l’esplosione di una bomba dietro la porta granata e i cori razzisti verso un nostro calciatore di colore. Comportamenti deprecabili, inqualificabili, da condannare fermamente. La Polisportiva Olympia Agnonese da 13 stagioni milita nel campionato nazionale di serie D e ospita le gare interne in uno dei primi stadi senza barriere, dove non si sono mai registrati atti di violenza o aggressioni fisiche. Riservandosi ogni azione a tutela dei tesserati e della propria onorabilità, la società prende atto del post pubblicato e della telefonata fatta, il 18 novembre, dal presidente del Tolentino, Marco Romagnoli, al presidente Marco Colaizzo per formalizzare le scuse personali e della società per l’incivile e inaccettabile comportamento”.       

FdS

 

(Foto U.S. Tolentino 1919)

 

Più informazioni
commenta