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La Justice League del Matese in missione speciale: prima delibera di Giunta fatta col teletrasbordo

La supercommissaria Asrem nominata con un atto strabiliante: Donato Toma e Nicola Cavaliere sono a Washington ma riescono a fare una “toccata e fuga” a Campobasso il pomeriggio del 31 ottobre scorso grazie ai superpoteri, salvando il popolo molisano e consegnando alla manager il destino di una sanità allo sfascio. Ecco la vera storia della nomina di Virgilia Scafarto.

7.385 chilometri è la distanza che separa Washington da Campobasso. Per coprirla occorrono, nella migliore delle ipotesi, 12 ore tra aereo e automobile perché, si sa, malgrado gli sforzi immani il Molise non ha ancora un suo aeroporto. Un difetto logistico che tuttavia non penalizza minimamente i nostri impavidi amministratori regionali, capaci di percorrere migliaia e migliaia di chilometri con uno schioccare di dita. Il teletrasbordo, quel miraggio della fantascienza che si fonda sulla scomposizione delle cellule o sull’iperspazio, immaginato da capolavori della letteratura e del cinema, oggetto delle più avanguardistiche ricerche di laboratorio, fa un baffo ai nostri corregionali democraticamente eletti che, non appena hanno messo piede sul suolo americano, hanno acquisito poteri straordinari grazie ai quali è stato portato a termine il più ambizioso e dirimente progetto degli ultimi anni: la nomina del supercommissario all’Azienda sanitaria regionale.

Lei è Maria Virginia Scafarto, napoletana, dotata di un curriculum strabiliante (come è strabiliante l’intera vicenda), indicata direttamente dall’ex direttore generale Asrem Gennaro Sosto che Toma e i suoi hanno nominato lo scorso 28 ottobre commissario, salvo poi accorgersi che Sosto è incompatibile perché è già direttore di una Asl in Campania. Quando a Roma, nella stanza dei bottoni, fanno un palliatone al Molise (“Ma che c…o fate, nominate commissario uno incompatibile?”) il presidente Toma e l’assessore Cavaliere sono in partenza per gli Stati Uniti.

E’ il 30 ottobre 2019, Sosto rinuncia suo malgrado al prestigioso incarico e il Molise si trova scoperto nella più importante azienda del territorio proprio mentre a Fiumicino salgono sull’aereo i vertici della Regione con un codazzo di imprenditori molisani incaricati di rappresentare il meglio della nostra regione a Washington e accuratamente selezionati col criterio del “chi prima arriva meglio alloggia”, che saggiamente regolamenta le complesse dinamiche di questa porzione di mondo.

Ma non sarà certo un viaggio negli Usa, come dimostra a storia, a fermare l’impegno per il bene supremo del popolo che deve essere salvato a tutti i costi dai pericoli di una vacatio al vertice Asrem. La donna giusta è stata individuata, è pure compatibile (già direttore dell’Asl Napoli 2 Nord, si è tenuta libera per il Molise) e nelle sue mani la Giunta regionale si accinge a consegnare il destino della sanità per il miracolo della risurrezione di ospedali, posti letto, servizi di assistenza domiciliare, elisoccorso.

Una nomina, quella di Virginia Scafarto, che andava assolutamente fatta, e che è avvenuta con la firma contestuale del Governatore e di 4 assessori “nella sede dell’Ente”, come si legge sulla delibera n. 425 del 31 ottobre 2019. Una delibera eccezionale, che passerà agli annali della ventesima regione come l’atto più innovativo della storia molisana in quanto approvato nella sede di Campobasso, davanti al segretario Mariaolga Mogavero, alla presenza dei signori Toma Donato, Cotugno Vincenzo, Mazzuto Luigi, Cavaliere Nicola e Di Baggio Roberto. L’assessore Vincenzo Niro non c’è, è assente perché all’estero.

“Il 31 ottobre? Mi trovavo a Strasburgo” spiega candidamente Niro al telefono, ammettendo di non possedere i poteri favoleggianti di altri colleghi, nello specifico Toma e Cavaliere, che si trovavano pure loro all’estero ma, cavolo, sono riusciti a fare almeno una scappata veloce “nella sede dell’ente” per assolvere al compito per il quale i molisani li hanno votati.

Sono le ore 16 e 30 del 31 ottobre 2019, per inciso il giorno dell’anniversario del terremoto di San Giuliano di Puglia. In via Genova, dove è convocata la Giunta regionale, arrivano alla spicciolata Cotugno, Mazzuto e Di Baggio. C’è anche Quintino Pallante, sottosegretario alla presidenza. La missione del giorno è di prim’ordine: dare incarico a Virginia Scafarto di diventare legale rappresentante della Asrem per traghettare l’azienda sanitaria fino al 31 dicembre, quando bisognerà affidare l’incarico al nuovo direttore generale, ammesso che la sanità molisana non sia già morta e sepolta per quella data e basterà, allo scopo, un qualsiasi infermiere di obitorio.

Alle 17 e 30, dopo il caffè e le quattro chiacchiere di rito, il vicepresidente Vincenzo Cotugno si rende conto che il presidente Donato Toma è in forte ritardo. Temendo che non si sia svegliato dalla pennica pomeridiana prende lo smartphone e lo chiama. La telefonata attraversa l’oceano approdando nell’altro continente, dove è appena scoccato mezzogiorno.

Le intercettazioni acquisite permettono di ricostruire con straordinaria approssimazione la conversazione tra i due.

Cotugno: Dona’, so io. Ma che fai non vieni?

Toma. Dove? A pranzo?

C: Ma che pranzo, sono quasi le 18, è ora di cena

T: Ah, ma io sto a Washington, c’è il fuso.

C: A Washington? Che minchia fai a Washington?

T: Ma non ti ricordi? Sto qua per il Niaf, il Molise è la regione d’onore, ho portato una cordata di imprenditori, una roba seria, guarda che è importante

C: Mo’ ricollego, è quella cosa da 133mila euro che ci hai fatto firmare…”

T: Eh, con la vostra tirchieria…

C: Vabbè, se stai a Washington pazienza. Allora chiamo Niro e Cavaliere, questa nomina la dobbiamo fare per forza

T: Ma Niro sta a Strasburgo e Cavaliere sta con me

C: Gesù Santissimo e cuore immacolato di Maria, ma tutti adesso ve ne siete andati in vacanza?

T. Ma qual è il problema Vincè?

C: Il problema è che dobbiamo fare la nomina del commissario straordinario Asrem, siamo già in ritardo, i termini scadevano ieri e manco so se ce la fanno passare.

T: Ma chi, quella tizia della Campania?

C: Lei, lei. Maria Virginia la napoletana

T: Ma io volevo a Gennaro Sosto

C: Sosto ha rifiutato, era incompatibile hanno detto a Roma

T: Mannaggia, questi a Roma mettono sempre i bastoni tra le ruote. Se ero commissario della sanità io…

C: ….Donà, non ricominciare con ‘sta storia

T: E se non la facciamo che succede?

C: La dobbiamo fare per forza, è importante. Ci serve una che firma tutto, così noi siamo a posto. E poi se non la facciamo che ci dice la gente? Dopo non ti venire a lamentare se i giornali scrivono che tu ti sei dimenticato di chiedere la deroga per il Punto Nascite di Termoli…

T: Tieni ragione. Ma che te l’hanno suggerito i 5 stelle?

C: Ma che 5 stelle, jamm finiscila

T: Allora il Pd? Facciolla c’entra qualcosa?

C: None! E’ una cosa che dobbiamo fare noi, pure Aldo l’ha detto.

T: Aldo? Allora aspe’, se è così torno subito

C: Ma come fai se stai a Washington?

T: Tu non ti preoccupare, arrivo subito. E mi porto pure a Nicola, che due is meglio di uan.

E così, nello spazio di un battibaleno, il presidente e l’assessore – che nel frattempo è impegnato a testare l’e-commerce statunitense tramite acquisto di una cravatta regimental su Amazon America – indossono e imbracciano rispettivamente il mantello da Superman e il tridente di Acquaman e, l’uno in volo e l’altro a nuoto, attraversano l’immensità che separa i due continenti per presentarsi davanti a un stupefatta Mariaolga Mogavero e ai colleghi della Justice League molisana in tempo per la fumata bianca, tempestivamente comunicata agli organi di informazione in trepidante attesa. (Vabbè, Cavaliere è arrivato un po’ tardi e ha perso tempo a cambiarsi d’abito, perché a onor del vero l’Atlantico non è un oceano facile da navigare, con tutte quelle correnti e pieno zeppo di rifiuti di plastica, ma alla fine quello che conta è il risultato).

Il resto è storia amministrativa, fissata a imperitura memoria nero su bianco sulla delibera di Giunta regionale n. 425. “Alle 19 e 30 del 31 del mese di ottobre dell’anno duemiladiciannove nella sede dell’ente alla presenza dei signori Toma, Cotugno, Mazzuto, Cavaliere e Di Baggio”, è stata apposta la firma sotto l’atto di nomina della supercommissaria alla sanità Virgina Scafarto.

Toma: “A posto Vincè, diglielo tu a Aldo. Noi ora ci riavviamo se no facciamo tardi alla serata del caffè a Washington

Cotugno: “Ma ai molisani che gli diciamo, che come abbiamo fatto?”

T: “Diciamo che abbiamo fatto una videoconferenza, che ci vuole? Mica ci possiamo esporre, e poi se sapessero quello che possiamo fare sai le cose impossibili che ci chiederebbero, quelli

C: “E se non ci credono?”

T: “Ci credono, ci credono. Ciao Vincè, alla prossima

C: “Ciao Presidè, non ti stancare troppo

 

Morale: i molisani sono salvi, al netto di 3 considerazioni:

  1. La videoconferenza, così come previsto dal regolamento della Regione Molise, non è la connessione da sistema remoto tramite iPad con firma digitale e contestuale che consente di fare le Giunte anche dalle Maldive.
  2. La videoconferenza, così come previsto dal regolamento inaugurato in epoca di Frattura presidente, deve essere opportunamente menzionata nell’atto amministrativo e avere un iter, ai sensi della trasparenza, rintracciabile. Menzione e iter dei quali nella delibera n. 425 non c’è traccia.
  3. L’atto è legittimo? La magistratura molisana non ci ravvisa nulla di anomalo? Sulla questione e sulla nomina di Scafarto è già pronto un esposto, documentato e circostanziato.

 

  • FUORIONDA

Nicola Cavaliere, al ritorno a Washington: “Dona’, comunque io non ce la faccio più, lo sai quant’ho nuotato oggi? Sto a pezzi e ho rovinato due vestiti buoni”

Toma: “Nicola, stasera divertiti e riposati, ci penso io a intrattenere gli ospiti

Cavaliere: “E’ il minimo, guarda. E poi sempre io, ma scusa: Niro non poteva venire da Strasburgo, che faceva pure prima?

Toma: “Eh, ma quello lo sai com’è fatto quello”.

Cavaliere: “E menomale che è pure assessore ai Trasporti. A me non mi sta bene Dona’, proprio per niente

Toma: “Dai, vatti a divertire, non fare così

Cavaliere: ”Giuro che è l’ultima volta, la prossima chiedi il favore a un altro. Supereroe sì, ma fesso proprio no”.

 

(fotomontaggio di RoC)

 

 

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